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    Caso Lanzino, dopo Dna chiesta assoluzione Sansone, Pm chiede condanne per altro omicidio

     

    Caso Lanzino, dopo Dna chiesta assoluzione Sansone, Pm chiede condanne per altro omicidio

    16 apr 15 Assoluzione per non avere commesso il fatto: è questa la richiesta formulata dai pm della Procura di Paola nel processo, in corso di svolgimento a Cosenza, a carico di Franco Sansone, accusato dell'omicidio di Roberta Lanzino, la studentessa violentata ed uccisa a Torremezzo di Falconara Albanese il 26 luglio 1988. Una richiesta, ha spiegato il pm, "perché la forza probatoria della prova regina, il dna, è tale da non potere essere confutata". Nelle scorse udienze, infatti, i carabinieri del Ris di Messina avevano presentato le conclusioni delle loro analisi sul dna estrapolato dal liquido seminale isolato dal terriccio che stava sotto il corpo della studentessa dalle quali è emerso che non c'é compatibilità con quello di Sansone. Per Sansone, comunque, i pm hanno chiesto l'ergastolo in relazione all'omicidio di Luigi Carbone - ritenuto anch'egli autore dell'omicidio della ragazza ma il cui dna non ha trovato corrispondenza con quello repertato - il cui cadavere non è mai stato trovato. Per lo stesso delitto è stato chiesto l'ergastolo anche per il padre di Sansone, Alfredo, mentre è stata chiesta l'assoluzione per il fratello Remo. Ad avvio del processo l'accusa aveva sostenuto che Sansone e Carbone erano gli autori della violenza e dell'omicidio della Lanzino e che il primo aveva poi ucciso il secondo per evitare che potesse parlare. Adesso, l'accusa ha sostenuto che i due erano legati in affari illeciti e che Carbone aveva cambiato atteggiamento verso Sansone mettendo in crisi il loro rapporto di fiducia. Per il legale della famiglia Lanzino, l'avv. Francesco Cribari, invece, gli imputati vanno comunque condannati andando oltre alla perizia sul dna. La Procura di Paola, intanto, sta avviando una nuova inchiesta sul delitto Lanzino sulla base dei risultati degli esami sul dna.

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