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    Racket in azione a Catanzaro Lido, incendiato ristorante

     

     

    Racket in azione a Catanzaro Lido, incendiato ristorante

    12 apr 15 Un incendio, forse di origine dolosa, ha distrutto un ristorante-lido balneare nel quartiere marinaro di Catanzaro, in località Giovino. I vigili del fuoco hanno spento le fiamme che coinvolgevano completamente la veranda esterna dell'edificio in legno di circa 100 metri quadrati, oramai completamente distrutta. L'intervento ha limitato i danni al locale adibito a cucina. L'area è stata posta sotto sequestro. Gli investigatori propendono per l'origine dolosa delle fiamme.

    Abramo:Non li lasceremo soli. "Non lasceremo sola la famiglia Stillo". Lo ha affermato il sindaco Sergio Abramo che in mattinata si è recato a Giovino, sede dello stabilimento balneare "Sunrise", dove ha incontrato il titolare Mimmo Stillo, rendendosi personalmente conto dell'entità dei danni prodotti dall'incendio. Il Comune, è scritto in una nota, aiuterà la famiglia Stillo a ricostruire lo stabilimento balneare e il ristorante andati a fuoco all'alba di stamani, a prescindere dalla natura dolosa o meno dell'accaduto. Già nella giornata di domani, a Palazzo De Nobili saranno studiate concrete iniziative per sostenere lo sforzo che gli imprenditori produrranno per fare risorgere in tempi brevissimi una delle più conosciute ed apprezzate attività turistico-ricettive del Capoluogo. Sempre nella mattinata di domani, conclude la nota, il sindaco accompagnerà gli imprenditori colpiti dall'incendio dal Prefetto Latella.

    "Siamo fortemente scossi dalla tremenda escalation criminale che ha visto tristemente protagonisti diversi esercizi commerciali della nostra città a loro esprimiamo il nostro profondo sentimento di solidarietà personale ed istituzionale". Lo afferma, in una nota, il sen. Piero Aiello. "Nei prossimi giorni - prosegue - informerò direttamente Angelino Alfano, Ministro degli Interni, della intollerabile situazione creatasi in città affinché possa assumere impegni concreti nei confronti del Capoluogo e dei suoi cittadini. Riteniamo necessario attivare da subito una azione corale tra istituzioni e nei confronti dei dicasteri competenti, chiedendo congiuntamente un adeguato aumento di dotazione economica (finalizzata alla realizzazione di specifici progetti per la sicurezza pubblica) nonché di risorse per le forze dell'ordine". "Provvederemo - conclude - a sollecitare una concreta azione politica presso le istituzioni romane anche da parte degli altri colleghi parlamentari calabresi: ognuno offra il proprio contributo per giungere insieme alla risoluzione del problema".

    "Pino Soriero e tutti gli amici dell'Associazione Il Campo esprimono solidarietà e vicinanza a Mimmo Stillo, a suo figlio Nicola, a tutta la loro famiglia, per il grave episodio di violenza che ha danneggiato una parte del lido Sunrise, bello, moderno e molto accogliente, una delle esperienze più avanzate che qualificano la fascia marina dello Jonio". E' quanto si legge in una nota dell'associazione. "L'incendio - prosegue - è un ulteriore episodio delittuoso che si aggiunge agli altri atti pericolosi avvenuti di recente a Catanzaro, ormai preda di bande criminali. Chiediamo al Governo, alla Regione e alla Provincia, assieme al Comune, di sostenere subito tutti gli imprenditori colpiti, contrastando non solo la criminalità, ma la rassegnazione e la paura. A tutte le forze dello Stato chiediamo un salto di qualità eccezionale nell'azione investigativa, di prevenzione e di contrasto. L'Associazione fa appello ai Sindacati, agli Imprenditori, alle altre associazioni culturali, civili e religiose perché subito si dispieghi una mobilitazione ampia e unitaria tale da contrastare la violenza, incoraggiare l'imprenditoria sana e meritoria, tutelare la sicurezza e la convivenza civile".

    "Esprimo la mia solidarietà all'imprenditore Mimmo Stillo per il grave incendio che ha distrutto il suo locale". Lo afferma Wanda Ferro. "L'ho sentito telefonicamente - prosegue - per dargli il mio incoraggiamento, e mi ha molto colpito, pur in un momento così doloroso per l'intera sua famiglia, la sua forte determinazione a mettersi subito al lavoro per rimettere in piedi, con maggiori stimoli, una delle attività di eccellenza del nostro territorio. Auspico che gli organi inquirenti facciano piena luce sulla vicenda e, qualora a seguito delle indagini la natura del rogo si confermasse dolosa, si tratterebbe dell'ennesimo inquietante episodio criminale ai danni di imprenditori che in questo territorio cercano di costruire, con grandi sacrifici e nel rispetto delle regole, realtà aziendali capaci di creare economia e occupazione. Dico ancora una volta che la legalità e la sicurezza sul territorio possono realizzarsi se tutta la comunità civile reagisce contro le logiche criminali della violenza e della sopraffazione. La nostra comunità non può però essere lasciata sola di fronte ad una criminalità sempre più forte e arrogante. Serve una presa di coscienza del governo nazionale, che si traduca in provvedimenti concreti a difesa della sicurezza del territorio, che ha bisogno non di proclami, ma di uomini, strumenti e risorse per contrastare in maniera efficace la criminalità".

    "Una grande scrittrice di gialli amava ripetere che un indizio è solo un indizio e due indizi continuano ad essere solo due indizi, ma tre indizi fanno una prova. Potremmo dire, dunque, che una bomba può essere considerata solo una bomba ma non prova del radicamento della delinquenza organizzata e della sua volontà di dominio e che finanche due bombe possono essere considerate soltanto come due bombe, ma tre bombe sono la prova della presenza della Mafia, quella con la M maiuscola, che vampirizza la libertà, che prosciuga le anime". Lo afferma il coordinamento di Catanzaro di Libera. "La Mafia - prosegue - è arrivata dentro Catanzaro e la vuole conquistare. Va spazzata via subito. Perché o liberiamo Catanzaro immediatamente o avremo perso per sempre, avremo perso un pezzo della nostra libertà e un pezzo della libertà dei nostri figli. La prima cosa è non voltarsi dall'altra parte, la seconda non sminuire quello che accade, la terza non abituarsi, la quarta reagire, la quinta vincere. Tra qualche giorno arriverà il 25 Aprile e ora, nel 2015, la nostra Resistenza è alla violenza, ai soprusi, al crimine, resistenza alla Mafia. E' venuto il momento di dare un segno, di scendere in piazza, di esserci: per Catanzaro e contro la Mafia. E' venuto il momento che questa città misuri la sua forza, la sua voglia di essere comunità, insieme di persone e di relazioni, di valori condivisi, di compartecipazione, di legami. Per tutti questi motivi, il Coordinamento di Libera Catanzaro invita tutta la cittadinanza, la chiesa catanzarese, le scuole, i rappresentanti istituzionali, le associazioni di categoria e quelle sindacali a mobilitarsi contro la mafia, insieme alle vittime degli ultimi atti di violenza e a riprendersi Catanzaro, partecipando alla manifestazione che si terrà venerdì 24 aprile alle ore 18.00 in luogo da definire".

    "Sdegno e profondo sconcerto". Lo afferma Carmelo Cosentino, presidente dell'associazione "La Calabria in Cammino". "Un attacco al cuore della dignità della Calabria - prosegue - e di tanti imprenditori che con coraggio tentano di costruire il futuro proprio e quello di altri in una regione difficile. Se ve ne fosse bisogno, un altro degli interminabili segnali per far capire chi, come e cosa 'comanda' in questa Regione; quasi a voler ribadire che non esistono Istituzioni a nessun livello capaci di contrastare l'assoluto strapotere di chi ha fatto dell'illecito, della minaccia, della prevaricazione e dell'arricchimento facile e veloce sulle spalle della gente onesta, il proprio stile di vita. Noi calabresi non possiamo e non dobbiamo lasciare ancora in mano a questa cultura dell' illegalità il destino nostro ed il futuro dei nostri figli".

    "E' trascorsa una settimana e siamo ancora qui a dare la giusta solidarietà ad un imprenditore che ha subito un vile attentato intimidatorio. E poi? Ci sono state riunioni, comunicati stampa, alcune strumentalizzazioni che non hanno nessun fondamento pratico. E poi? Nulla più". Lo afferma il consigliere comunale Sergio Costanzo. "Nulla più - prosegue - perché mentre c'è chi manda messaggi, chi pensa a litigare su quante telecamere siano necessarie (a proposito tutti gli episodi sono accaduti accanto a luoghi dove le telecamere, private, ci sono e funzionano), quelle che esistono si consumano poiché dal 2006 non si è mai pensato ad un appalto per la manutenzione e i magistrati continuano ad essere 4 che lavorano su 4 province".

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