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    Convegno Confindustria a Catanzaro su corruzione: estrometttere chi la commette

     

     

    Convegno Confindustria a Catanzaro su corruzione: estrometttere chi la commette

    22 set 14 La crescita delle imprese in un sistema competitivo sano per lo sviluppo del Paese, al centro del convegno "La corruzione avvelena l'economia", organizzato a Catanzaro da Confindustria Calabria. Ospiti dell'incontro, moderato dal direttore del Corriere della Calabria Paolo Pollichieni, il prefetto di Catanzaro, Raffaele Cannizzaro, il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, il presidente Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto e Stefano Zapponini, vice presidente della Piccola industria nazionale. Ad introdurre la tematica, Daniele Rossi, presidente Confindustria Catanzaro, che ha sottolineato come "Confindustra dica un fermissimo no ad ogni tentativo di corruzione, convinta che chi corrompe o risulti legato alla criminalità organizzata debba essere estromesso dall'organizzazione". E di rivoluzione ha parlato anche il prefetto Cannizzaro convinto che "in questo Paese sia necessaria una rivoluzione politica e sociale, tale da punire chi compie determinati reati in modo esemplare". "Il problema più grosso - ha continuato Cannizzaro - è trasformare il Paese in modo tale che vengano meno le tentazioni. È ovvio che, se un vigile urbano, un geometra di un qualunque Comune restano in quel medesimo territorio per 30 anni, avranno difficoltà a far valere il principio dell'imparzialità, senza favorire oggi uno, domani un altro". Giuseppe Zigliotto, presidente Confindustria Vicenza, ha raccontato la sua esperienza diretta nelle vicende giudiziarie che hanno coinvolto l'azienda Maltauro. "Quando abbiamo saputo dell'arresto di Enrico Maltauro, amministratore delegato della Maltauro costruzioni, per noi non è stata una notizia 'normale'. Non siamo abituati a quel genere di notizia. È stata immediatamente chiesta l'esclusione dell'azienda da Consindustria e da quel momento hanno dovuto dimostrare che era la persona e non l'azienda ad essere coinvolta. È cambiato il Consiglio d'amministrazione. Sembra poco, ma se non c'è velocità da parte della giustizia nel punire certi reati noi dobbiamo dare un segnale forte perché si capisca il messaggio".

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