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    Favorirono la latitanza di Franco Prersta, 6 arresti della Mobile a Cosenza

    Da sinsitra a destra: La Torre, Presta, Cipolla, Filippelli, Ciliberti

     

    Favorirono la latitanza di Franco Presta, 6 arresti della Mobile a Cosenza

    19 set 14 Personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile della Questura di Cosenza, ha eseguito nella prima mattinata delle misure cautelari, emesse dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 6 persone verso le quali la stessa Procura Antimafia ha ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza per aver favorito la latitanza di Franco Presta 54 anni , ritenuto un pericoloso killer delle cosche di 'ndrangheta del cosentino ed inserito nell'elenco dei 100 ricercati più pericolosi d'Italia, in quanto destinatario di più provvedimenti restrittivi emessi dalla medesima A.G. è tratto in arresto in Rende lo scorso 12 aprile 2012.

    Le misure cautelari per: Andrea La Torre Andrea 26 anni, Domenico Scarola, 28 anni (condannato alla pena dell’ergastolo per il duplice omicidio di San Lorenzo del Vallo ed attualmente detenuto); Francesco Ciliberti 30 anni; Alessandro Cipolla 28 anni; Michele Filippelli 32 anni; e Marianna Presta, 30 anni. L’indagine, iniziata nel novembre del 2010, si è sviluppata nei confronti degli indagati che, oltre ad aver messo a disposizione del Presta l’appartamento nel quale è stato catturato, hanno approntato una serie di mezzi di trasporto per consentire alla moglie ed alla figlia di raggiungerlo per fornirgli mezzi di sostentamento, garantendone la latitanza. La misura cautelare è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro. Le indagini della squadra mobile di Cosenza sono state dirette dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, e dai sostituti procuratori Vincenzo Luberto e Pierpaolo Bruni.

    Sono stati sottoposti all'obbligo di dimora e non arrestate le sei persone destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Catanzaro che ha accolto la richiesta della Dda nell'ambito delle indagini sui fiancheggiatori della latitanza del boss della 'ndrangheta Franco Presta.

    Boss viveva come un fantasma. La rete di fiancheggiatori che ha permesso al boss della 'ndrangheta Franco Presta di vivere come un fantasma alle porte di Cosenza è stata ricostruita dagli agenti della squadra mobile che stamane hanno notificato una ordinanza per l'obbligo di dimora a sei persone. In particolare, è stato sottolineato nel corso della conferenza stampa dal dirigente della Mobile Giuseppe Zanfini, la moglie del boss raggiungeva l'abitazione ad Arcavacata utilizzando fino a cinque automobili guidate da altrettanti autisti. Il percorso seguito dai mezzi era molto tortuoso per depistare le indagini. Anche i telefoni cellulari durante i tragitti venivano spenti. Per ben 23 volte in due anni, sottolinea ancora Zanfini, la polizia è stata sul punto di individuare il covo di Presta, ma la rete di fiancheggiatori ha reso molto difficoltoso individuare il percorso, fino alla mattina del 13 aprile del 2012 quando il latitante è stato trovato in una villetta di Arcavacata.

    Gli arresti di Presta

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