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    Procuratore De Raho in Commissione Antimafia: ndrangheta conziona il voto

     

     

    Procuratore De Raho in Commissione Antimafia: ndrangheta conziona il voto

    17 set 14 "La 'ndrangheta ancora comanda e controlla il territorio in modo talmente pressante da condizionare l'espressione del voto. Il nostro sforzo per le prossime elezioni sarà di sostenere il voto libero attraverso controlli frequenti che possano consentire al cittadino di esprimersi liberamente e di ostacolare forme di condizionamenti e di intimidazioni da parte della 'ndrangheta". Lo ha detto alla commissione Antimafia, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho. "Dobbiamo stare al fianco del cittadino che vuole esprimersi liberamente", ha proseguito il procuratore De Raho. "Tante iniziative verranno portate avanti in tal senso" per evitare "forme di condizionamento e intimidazioni", ha concluso il magistrato.

    Elevato pericolo inquinamento voto. "C'è un elevato pericolo di contaminazioni e inquinamento" tra 'ndrangheta e politica, "data la pericolosità delle infiltrazioni, che sono a livelli altissimi". Lo ha detto il procuratore capo della Repubblica a Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, parlando con i giornalisti al termine della Commissione Antimafia che lo ha ascoltato. Quanto al fatto che decenni fa la 'ndangheta aveva sponde nella politica, come detto dallo stesso procuratore, "è emerso da parecchi verbali riferibili al periodo stragista".

    Politica: Aiuti cambiamento. "E' necessario che la politica si muova e sostenga un percorso di cambiamento che si sta verificando a Reggio Calabria". Lo ha detto il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, parlando davanti alla Commissione Antimafia. "La 'ndrangheta decenni anni fa era silenziosa - ha proseguito - non aveva contrasto da parte delle istituzioni ma delle sponde. Da tempo le cose sono cambiate e questo è avvertito dalla gente". De Raho ha ricordato le recenti 5 ordinanze di custodia nei confronti di 120 persone affiliate a varie cosche, in particolare nella Locride. "Il controllo degli appalti è così serrato - ha detto - che impone agli imprenditori di recarsi dai capi cosca per concordare il pagamento del pizzo" e ha aggiunto che per un guasto ad un impianto idrico o elettrico "bisogna chiamare la ditta indicata dalla cosca di quartiere". Le indagini recenti hanno infine rilevato che "il controllo delle cosche è così capillare che la microcriminalità paga il pizzo anche sulle rapine"

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