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    Divorzio Rizzo-Matacena, saltata udienza a Montecitorio

     

     

    Divorzio Rizzo-Matacena, saltata udienza a Montecitorio

    29 ott 14 - E' saltata l'udienza al tribunale di Montecarlo dove oggi era previsto il divorzio tra Chiara Rizzo e Amedeo Matacena, ex deputato di Forza Italia condannato in via definitiva a tre anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Alla Rizzo, che è agli arresti domiciliari per aver favorito la latitanza del marito, il gip di Reggio Calabria ha negato il permesso di recarsi a Montecarlo anche sotto scorta. La notizia si è appresa, a Genova, dagli avvocati Carlo Biondi e Candido Bonaventura, difensori della Rizzo i quali hanno riferito che, in ogni caso, l'udienza sarebbe saltata perché mancava la prova della notifica o, comunque, una dichiarazione di Matacena che si trova a Dubai, di essere a conoscenza dell'udienza per il divorzio. Il 13 novembre è previsto il processo con rito abbreviato a Chiara Rizzo davanti al gup Adriana Trapani del tribunale Reggio Calabria. Nell'inchiesta è coinvolto anche l'ex ministro Claudio Scajola, a sua volta indagato per aver favorito la latitanza di Matacena. Scajola sarà processato con rito ordinario.

    "Il gip di Reggio Calabria non ha concesso alla mia cliente l'autorizzazione a recarsi a Montecarlo per la comparizione innanzi al giudice che deve decidere sulla richiesta di divorzio da Matacena". Lo afferma, in una nota, Bonaventura Candido, legale di Chiara Rizzo, agli arresti domiciliari con l'accusa di avere mascherato i beni del marito da cui sta divorziando, Amedeo Matacena, e di averne favorito la latitanza all'estero dopo la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. "E' una decisione - prosegue il legale - che si fonda su ragioni che, anche se non condivido fino in fondo, ritengo comprensibili e comunque rispetto. In ogni caso però è risultato che l'udienza non avrebbe potuto regolarmente tenersi perché non si ha prova della giuridica conoscenza da parte di Matacena che, comunque, non ha fatto pervenire idonea comunicazione che avrebbe consentito la rituale celebrazione dell'udienza". "La causa - conclude Candido - è stata rinviata al 7 febbraio e la mia cliente non intende recedere dall'intendimento di divorziare. Se si rendesse necessario sarà valutato di avviare la procedura di separazione innanzi all'autorità giudiziaria italiana".

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