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    Estorsione a imprenditori, 17 arresti dei cc nel lametino

     

    Estorsione a imprenditori, 17 arresti dei cc nel lametino

    28 ott 14 Diciassette persone sono state arrestate - una ai domiciliari - dai carabinieri del nucleo investigativo di Catanzaro e della Compagnia di Lamezia Terme con l'accusa, a vario titolo, di associazione mafiosa, finalizzata alla commissione di estorsioni a imprenditori e commercianti dell'area lametina e alla detenzione illegale di armi. Un altro provvedimento restrittivo è stato eseguito dalla Dia di Catanzaro. Gli arresti hanno interessato esponenti di spicco della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri tra i quali Pasquale Torcasio, di 45 anni, e Cesare Gualtieri (36) oltre a componenti del gruppo di fuoco dell'omonima cosca. L'indagine, che costituisce il proseguo dell'operazione "Chimera", eseguita lo scorso 14 maggio, si e' sviluppata grazie anche alla collaborazione di vari imprenditori.

    Arresti: Sono accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni e porto e detenzione abusivi di armi le 17 persone arrestate dai carabinieri e dalla Dia di Catanzaro nell'ambito dell'inchiesta contro la cosca della 'ndrangheta dei Cerra-Torcasio-Gualtieri di Lamezia Terme. I destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere sono Pasquale Torcasio, Domenico Torcasio, Giovanni Torcasio, Vincenzo Torcasio, Federico Gualtieri, Nicola Gualtieri, Francesco Gualtieri, Giuseppe Ranieri, Luciano Cimino, Giancarlo Chirumbolo, Luciano Arzente, Nino Cerra nipote dell'omonimo boss, Angelo Francesco Paradiso, Antonio Gualtieri e Cesare Gualtieri.

    DDA aveva chiesto arresto di 3 imprenditori. La Dda di Catanzaro aveva chiesto l'arresto di tre imprenditori accusati di favoreggiamento aggravato dalle modalità mafiose circa le estorsioni subite dalle cosche della 'ndrangheta di Lamezia Terme. La notizia è stata resa nota nel corso della conferenza stampa sui 17 arresti eseguiti dai carabinieri e dalla Dia di Catanzaro di esponenti della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri. Il Gip, pur ritenendo grave il quadro indiziario, non ha però accolto la richiesta della Dda.

    13 estorsioni, 6 imprenditori collaborano. Sono 13 le estorsioni scoperte dai carabinieri e dalla Dia di Catanzaro nell'ambito dell'inchiesta della Dda del capoluogo calabrese che ha portato all'arresto di 17 persone. Nel corso delle indagini gli investigatori si sono avvalsi della collaborazione di sei imprenditori che hanno deciso di denunciare e di fornire elementi utili per individuare i responsabili delle estorsioni. Gli imprenditori di Lamezia Terme sottoposti ad estorsioni dagli esponenti della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri operano in diversi settori tra cui imprese edili, negozi di ottica e stazioni di servizio. I negozi di abbigliamento erano quelli maggiormente tartassati, con l'imposizione di sconti dal 30% al 50% rispetto ai prezzi di vendita. Oltre al pagamento di somme di denaro veniva imposta anche l'assunzione di familiari e persone vicine agli ambienti della 'ndrangheta lametina. Dalle indagini è emerso anche che gran parte dei proventi delle estorsioni servivano per mantenere gli esponenti delle cosche che si trovano detenuti ed anche i loro familiari. Per mettere a segno le estorsioni gli indagati hanno compiuto anche numerosi danneggiamenti agli esercizi commerciali e minacce agli imprenditori. Gli investigatori hanno effettuato, inoltre, numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali. Gli esponenti delle cosche detenuti davano disposizioni dal carcere ai loro familiari sulle modalità di gestione delle estorsioni. Durante i colloqui veniva utilizzato un linguaggio in codice oppure venivano pronunciate frasi solamente con il labiale.

    Tentata estorsione per realizzare clinica privata. C'è anche una tentata estorsione per la realizzazione di una clinica privata nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Catanzaro che ha portato all'arresto di 17 persone ritenute esponenti della cosca della 'ndrangheta dei Cerra-Torcasio-Gualtieri di Lamezia Terme. Gli investigatori della Dia di Catanzaro hanno condotto le indagini che hanno portato all'arresto di Vincenzo Torcasio ritenuto il responsabile della tentata estorsione ai danni dell'imprenditore che stava realizzando la clinica privata a Maida (Catanzaro). All'imprenditore era stato chiesto il pagamento del 3% sulla fornitura del calcestruzzo per realizzare la struttura ed una somma in contanti di 50 mila euro.

    Procuratore: si può resistere a estorsioni. "A Lamezia c'è un clima nuovo e ci sono tutti i presupposti per resistere alle estorsioni. E lo si può fare collaborando con le forze dell'ordine e denunciando gli uomini del racket". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, durante la conferenza stampa per l'arresto di 17 persone ritenute esponenti della cosca della 'ndrangheta dei Cerra-Torcasio-Gualtieri di Lamezia Terme ed accusate di estorsione. "A fronte di chi collabora - ha aggiunto - c'è anche chi crede di poter risolvere i problemi cedendo alle pressioni della criminalità. Invece è necessario affidarsi alla giustizia che dà risposte concrete al fenomeno delle estorsioni. A Lamezia, infatti, abbiamo chiesto l'arresto per favoreggiamento di tre imprenditori, ma il giudice, pur riconoscendo il quadro grave, non ha ritenuto di dover emettere la misura cautelare. Il nostro invito a collaborare è rivolto a tutti, ed in modo principale alle associazioni di categoria". Anche il Procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, ha invitato alla collaborazione. "A Lamezia - ha detto - non c'è più il controllo asfissiante della criminalità così come era prima. E quindi ai primi accenni, alle prime richieste, bisogna intervenire subito. Noi tuteliamo le vittime che decidono di collaborare". Il comandante provinciale dei carabinieri di Catanzaro, col. Ugo Cantoni, ha evidenziato che "Lamezia Terme ha una opportunità unica per aprire una pagina nuova. Ora non c'è più quella cappa asfissiante come negli anni scorsi", mentre il comandante del Reparto operativo provinciale, ten.col. Alceo Greco, ha rivolto un invito "a reagire ed a collaborare alla società civile".

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