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    Cavallo di ritorno: 4 arresti della Mobile a Cosenza

     

    Cavallo di ritorno: 4 arresti della Mobile a Cosenza

    22 ott 14 Gli agenti della squadra mobile di Cosenza hanno eseguito stamane una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro persone per furti, ricettazione ed estorsione. Le indagini hanno portato a scoprire i componenti di una organizzazione dedita ai furti di automobili ed estorsione nei confronti dei proprietari per la loro restituzione. Due persone sono state arrestate e portate in carcere, una ai domiciliari e ad una quarta è stata imposto l'obbligo di soggiorno.

    In manette sono finiti Elio Stancati 63 anni, il figlio Francesco Stancati 35 anni, Giuseppe Galluzzo 30 anni e Santo Scalise. 30 anni.

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    L'operazione denominata Satellite è scattata alle prime luci dell'alba. Al centro della banda Elio STancati che commissionava le auto da rubare, quasi sempre utilitarie. I mezzi venivano portati in contrada Vallone di Rende dove restavano fin quando i proprietari non accettavano di pagare il "cavallo di ritorno". Chi non pagava, gli veniva smontata l'auto e rivenduta pezzo per pezzo. Tra gli arrestati il Galluzzo era quello che attraverso la sua attività di ricambista d'auto ricettava i pezzi smontati. Diversi i ricambi di provenienza dai furti ritrovati nel suo magazzino. Le richieste estorsive, effettuate quasi sempre da una cabina telefonica, partivano da 500 euro ed arrivavano fino a 1500. Gli agenti della Mobile, scoperto il traffico, hanno così avviato le indagini piazzando ricevitori Gps sulle auto degli arrestati tenendoli sotto controllo attraverso i loro cellulari. L'ultimo furto, quasi uno sberleffo, avvenuto nei pressi della Questura ha visto protagonisti i due Stancati transitare proprio davanti la sede della Questura con un mezzo rubato. Gli agenti presa la targa dell'auto sono così riusciti, dopo aver verificato il proprietario, a risalire ai ricatti telefonici ed a seguire il mezzo con un auto civetta che li ha portati nel deposito di Rende. Il cerchio si è chiuso questa mattina con i mandati di arresto. Particoalre curioso riguarda il capo della banda, Elio Stancati, che, per sfuggiere all'arresto questa mattina, si era nascosto in un armadio celato da una coperta da cui, però, spuntavano fuori i piedi. Il Questore Liguori ha sottolienato come in città e provincia il furto delle auto sia un'attività intensa. Le denunce, infatti, sono oltre duecento nell'arco di un mese. Molto alta è la percentuale di ritrovamenti dei proprietari, entro i tre giorni dalla denuncia segnale che, probabilmente, significa che hanno pagato il pizzo per riavere l'auto. Grave ancor di più la reticenza di chi ha subito il furto restio a denunciare il ricatto. Solo il 7% delle auto rubate viene rinvenuto dalle forze dell'ordine. La Fiat Panda è l'auto risultata essere la più rubata. L'operazione di oggi dimostra anche che gli autori di qeusto tipo di reato non restano impuniti ne se la passeranno liscia in futuro. Come si sa il mondo del furto d'auto con richiesta di denaro è gestito dalla banda dei rom ai quali frutta un giro di affari di centinaia di migliaia di euro l'anno. In questo caso il business era stato portato avanti da una banda a conduzione familiare. In questa indagine sono 8 gli indagati, tutti collegati da legami di parentela, e potrebbero esserci sviluppi futuri.

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