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    Omicidio Inzitari, per l'Espresso nell'indagini intervenirono servizi segreti Vaticano

     

     

    Omicidio Inzitari, per l'Espresso nell'indagini intervenirono servizi segreti Vaticano

    16 ott 14 "Il servizio segreto del Vaticano, 'l'Entità', che da quattro secoli spia per conto della Santa Sede, è intervenuto nelle indagini sull'omicidio di Francesco Inzitari, 18 anni, ucciso nel 2009 a Taurianova". Lo scrive L'Espresso nel numero che sarà in edicola domani. Inzitari, assassinato mentre festeggiava il compleanno di un'amica, era il figlio di Pasquale, un politico ed imprenditore di Rizziconi arrestato nel 2008 con l'accusa di essere colluso con la 'ndrangheta. "Di fronte all'omertà dei testimoni - scrive L'Espresso - vengono messi sotto controllo i telefoni. Cinque giorni dopo una delle testimoni riceve un sms: 'Ciao Angela, ti sei ripresa un po'? Se vuoi qualcosa non farti problemi a chiedermela. Non preoccuparti: sappiamo chi è stato. A presto'. A scrivere l'sms è un giovane prete, Giuseppe Francone, originario di Polistena, che all'epoca aveva 25 anni e affiancava il parroco di Rizziconi. Il padre della ragazza chiama il sacerdote per chiedere spiegazioni. Don Francone gli risponde di conoscere sia l'esecutore sia i mandanti. Poi si mettono d'accordo: non bisogna dire nulla. I magistrati della Procura di Reggio Calabria che conducono l'inchiesta convocano il prete. Ma don Francone si giustifica e minimizza. Spiega solo di 'aver sentito alcune voci in parrocchia sui possibili autori del delitto che sono vicini alla famiglia Crea' e di averne parlato in Curia". Il sacerdote, secondo quanto risulta da un'intercettazione, "chiama il Vaticano - scrive ancora il settimanale - e chiede di parlare con la segreteria di Stato. Poi si fa passare un ufficio di copertura dei servizi segreti del Santo Padre e si presenta al suo interlocutore con un codice numerico di sei cifre. A quel punto domanda di 'monsignore Lo Giudice', a cui fa rapporto. Accenna all'ipotesi che qualcuno, forse dell'intelligence vaticana, possa avere 'interferito' con le indagini. 'L'unica cosa che mi hanno chiesto - afferma don Francone - è se acquisiamo informazioni di fargliele avere'. Ma sottolinea che prima di passare le informazioni ai magistrati vuole trasmetterle in Vaticano, in modo tale che possano 'lavorarle' a Roma". Don Francone, nel 2012 ha lasciato la Calabria e si è trasferito in una parrocchia del quartiere Prati, a pochi passi da San Pietro. "L'ipotesi investigativa - secondo l'Espresso - è che dietro l'uccisione del diciottenne ci sia una vendetta. Una punizione del clan Crea nei confronti del padre, che assieme al cognato Nino Princi avrebbe fatto sapere alla polizia come catturare il padrino latitante Teodoro Crea. E la famiglia Crea dispone di relazioni romane molto forti, anche tra uomini dello Stato".

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