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    Blitz contro cosca Bellocco, 26 arresti, tra loro sindaco S.Ferdinando e consigliere M5S

     

    Blitz contro cosca Bellocco, 26 arresti, tra loro sindaco S.Ferdinando e consigliere vicino M5S

    14 ott 14 Il sindaco di San Ferdinando, Domenico Madafferi, è tra le persone fermate dai carabinieri nell'operazione contro la cosca Bellocco. E' accusato di concorso esterno. Secondo quanto si è appreso avrebbe favorito il rilascio di licenze e autorizzazioni per negozi nella disponibilità della cosca. Coinvolti anche altri amministratori. L'indagine, infatti, secondo quanto si è appreso, avrebbe consentito ai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine al presunto favoreggiamento alle cosche da parte di alcuni amministratori locali, tra i quali Madafferi è il politico più in vista, anch'essi raggiunti dal provvedimento restrittivo. Lo scorso anno i carabinieri avevano arrestato il comandante ed un agente della polizia municipale di San Ferdinando perché avrebbero agevolato la cosca Bellocco nell'intestazione fittizia di un bar. L'operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria è partita con l'esecuzione di 26 decreti di fermo emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria a carico di appartenenti alla cosca di 'ndrangheta dei Bellocco operativa a San Ferdinando, centro sulla costa tirrenica reggina. Le accuse, a vario titolo, sono associazione mafiosa, traffico di droga, estorsioni, danneggiamenti, intimidazioni. Sequestrate anche aziende tra le quali ristoranti, negozi e attività imprenditoriali.

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    Arrestato anche vicesindaco e consigliere M5S. Oltre al sindaco di San Ferdinando Domenico Madafferi, che due anni fa aveva aderito al Pd, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno sottoposto a fermo il vice sindaco Santo Celi, espressione di una lista civica, ed un consigliere comunale di minoranza, Giovanni Pantano, tra i fondatori del meet up del Movimento 5 Stelle di San Ferdinando. Madafferi è stato posto agli arresti domiciliari. L'operazione, denominata Eclissi, è stata coordinata dalla Dda di Reggio Calabria.

    Consigliere eletto con civica poi aderito a M5S. Si era dimesso il primo luglio scorso dalla carica di consigliere comunale di San Ferdinando per protesta contro il trasbordo delle armi chimiche a Gioia Tauro, Giovanni Pantano, fermato oggi. Pantano, eletto consigliere comunale nel 2011 con la lista civica "Futuro migliore", era stato poi uno dei fondatori del meetup di M5S a San Ferdinando. Su Youtube c'è un video, postato da Pantano il 25 marzo scorso, in cui l'ex consigliere comunale arrestato illustra le linee guida del meetup di San Ferdinando.

    Procuratore De Raho: "Ancora una volta, purtroppo, mentre si inizia ad indagare sulle cosche della 'ndrangheta, si finisce, nel prosieguo, ad incrociare anche amministratori pubblici locali". Così il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, ha sintetizzato, incontrando i giornalisti, l'operazione Eclissi condotta contro la cosca Bellocco che ha portato all'arresto del sindaco, del vicesindaco e di un consigliere comunale di minoranza di San Ferdinando. "Attentati a mezzi, intimidazioni, estorsioni, intestazione fittizia di beni e persino contrabbando - ha proseguito il Procuratore - trovano corpo grazie ad un'attenta azione di carabinieri. Le cosche Bellocco, Cimato, Pantano e Pesce erano interessate all'appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani a San Ferdinando imponendo all'impresa vincitrice della gara d'appalto una tangente mensile che veniva regolarmente corrisposta agli uomini della 'ndrangheta per tenere il 'buon ordine'. L'insorgere di alcuni attentati ai mezzi della ditta in questi ultimi mesi, però, ha fatto comprendere che qualcosa si era rotto nel pur precario equilibrio degli accordi mafiosi. I titolari dell'impresa, infatti, dopo l'incendio di un compattatore, si sono recati al Comune per chiedere la rescissione del contratto, cosa che è avvenuta. La successiva gara d'appalto consegnava il servizio ad una nuova impresa, stavolta di Palmi". "Devo aggiungere con rammarico - ha sottolineato Cafiero de Raho - che in passato a San Ferdinando, mentre si svolgevano manifestazioni pubbliche per la legalità, contemporaneamente si favorivano le aspirazioni della criminalità organizzata di quel territorio". "Anche questa inchiesta - ha detto il procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza - con il coinvolgimento di uomini delle istituzioni, testimonia come il fenomeno mafioso costituisca un serio problema per la democrazia. Convivere con la mafia, come ha affermato qualcuno tempo addietro, è una condizione che va invece rigettata con fermezza".

    Barbanti: Consigliere non ci rappresenta. Giovanni Pantano non rappresenta il Movimento 5 Stelle: lo precisa Sebastiano Barbanti, deputato calabrese pentastellato, a proposito di una delle persone arrestate nell'ambito di un'operazione contro la cosca Bellosco operativa a San Ferdinando (Reggio Calabria). "A San Ferdinando non esiste alcuna lista certificata del movimento e quindi Pantano, non risultando essere un nostro eletto, non ci rappresenta in alcun modo", spiega Barbanti.

    Molinari: Pantano non eletto con Movimento. "In merito alle notizie riportate dalle agenzie di stampa sull'operazione Eclissi coordinata dalla Dda di Reggio Calabria ci preme sottolineare che il signor Giovanni Pantano non è un consigliere eletto del Movimento 5 Stelle a San Ferdinando, ma è stato eletto (e in seguito dimessosi) con la lista civica "Futuro Migliore", che ovviamente nulla ha a che vedere con il Movimento 5 Stelle". Lo afferma in una nota il senatore del Movimento 5 Stelle, Francesco Molinari. "L'appartenenza al MeetUp di San Ferdinando - aggiunge - non presuppone la sua certificazione al blog di Beppe Grillo: gli attivisti dei MeetUp non sono infatti titolati a parlare per conto del M5S, prerogativa riservata ai portavoce eletti, ma sono semplicemente registrati ad una piattaforma informatica di incontro e discussione dove chiunque può iscriversi. Ci tengo a rassicurare sul fatto che la selezione di chi viene chiamato a spendere il nome del M5S è certosina e sottoposta al vaglio implacabile delle informazioni reperite dalla nostra rete. Ricordiamo che il M5S in Calabria ha sette consiglieri eletti, tutti in provincia di Cosenza, e precisamente: a Corigliano, a Rende, ad Amantea, a Mirto e - in numero di tre - a Celico. Non esistono altri consiglieri del Movimento nella nostra regione".

    M5S: Pantano non è del movimento. "Il consigliere comunale di San Ferdinando (Reggio Calabria) Giovanni Pantano, da poco arrestato in un'operazione contro la 'ndrangheta, non è mai stato un rappresentante istituzionale del Movimento 5 Stelle". Lo precisano i parlamentari M5S Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela e Federica Dieni, che aggiungono: "Sappiamo bene che Pantano aveva già cercato di spacciarsi come esponente del Movimento, ma era stato richiamato subito, in quanto le sue affermazione pubbliche non rispondevano al vero. Si atteggiava, anche pubblicando per conto suo dei video". "La verità - proseguono i parlamentari M5S - è che Pantano rappresentava soltanto se stesso nel consiglio comunale di San Ferdinando ed era da ultimo transitato all'opposizione. Aveva tentato maldestramente di avvicinarsi al Meet Up locale, proponendosi all'attenzione pubblica in occasione del trasbordo di armi siriane a Gioia Tauro". "Occorre chiarire - continuano i parlamentari Cinque Stelle - che Pantano non è mai stato eletto con il simbolo M5S, ma ha cercato illegittimamente di parlare a nome del Movimento, pure se mai scelto dagli iscritti tramite il voto in rete, col quale selezioniamo i nostri candidati". Concludono Nesci, Morra, Parentela e Dieni: "I media che hanno collegato il consigliere comunale di San Ferdinando al Movimento Cinque Stelle hanno preso dunque un abbaglio, dando un'informazione sbagliata proprio a ridosso delle elezioni regionali".

    Su meetup Pantano scriveva di legalità. "Risoluto, pignolo e di sani valori. Credo nella giustizia e nella legalità". Così Giovanni Pantano, il consigliere comunale fermato oggi in una operazione coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, si autodefinisce sul sito del meetup di San Ferdinando. Sul sito viene indicato come "co-organizer" e la sua data di iscrizione risulta essere il "6 novembre 2013". "Attualmente consigliere di minoranza nel comune di San Ferdinando - scrive poi riferendosi a come pensa di rendersi utile - vorrei portare avanti la voce del movimento". La scheda si conclude con alcune notizie biografiche: "diploma istituto tecnico industriale, sposato con 4 figli, impiegato presso azienda privata, mi occupo di amministrazione del personale e di contabilità. Mi piace lo sport, in genere, e gioco a calcio a livello amatoriale, non sono più un ragazzino".

    Sindaco guidò protesta contro armi in Siria. Domenico Madafferi, il sindaco di San Ferdinando sottoposto a fermo stamani dai carabinieri nell'ambito di una operazione contro la cosca Bellocco, all'inizio dell'anno era stato uno dei più attivi nell'opporsi alla decisione del Governo di utilizzare il porto di Gioia Tauro come scalo per il trasbordo delle armi chimiche della Siria. Madafferi arrivò persino a minacciare di emettere un' ordinanza per chiudere lo scalo, visto che San Ferdinando condivide con Gioia Tauro e Rosarno la territorialità del porto ed è, in linea d'aria, il più vicino all'area che è stata teatro del trasbordo. Insieme agli altri sindaci organizzò, nel proprio comune, anche una manifestazione per dire no a decisioni imposte dall'alto. Posizione battagliera che ha mantenuto anche nei mesi successivi pur accettando, alla fine, la decisione governativa.

    PD Calabria: Madafferi non iscritto al partito. "In merito all'operazione dei carabinieri eseguita questa mattina, durante la quale sono scattate le manette, tra gli altri, per il sindaco di San Ferdinando, Domenico Madafferi, riteniamo di dover chiarire in merito a quanto emerso su alcuni organi di stampa rispetto alla posizione del fermato nel rapporto con il Partito Democratico". Lo affermano in una nota congiunta il segretario regionale del Pd, Ernesto Magorno, ed il segretario provinciale di Reggio Calabria, Sebi Romeo. "Come emerge, infatti, dall'anagrafe degli iscritti - aggiungono - depositata presso la federazione provinciale di Reggio Calabria, Domenico Madafferi non risulta essere un iscritto al nostro partito. Fatto salvo il diritto di ognuno di poter dimostrare la propria innocenza, esprimiamo la nostra gratitudine alla magistratura ed alle forze dell'ordine per la continua opera di repressione che portano avanti nel nostro territorio nei confronti della 'ndrangheta e di una politica che non ci rappresenta".

    Bindi: Operazione significativa. "L'operazione della Dda di Reggio Calabria che ha portato al fermo di 26 persone, tra cui il sindaco, il vicesindaco e un ex consigliere comunale di San Ferdinando e al sequestro di beni per un valore di 10 milioni di euro è un risultato significativo dell'attività di contrasto al potere delle cosche". Lo sostiene, in una dichiarazione, la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, "E' una dimostrazione che lo Stato - aggiunge - non abbassa la guardia in un territorio in cui la sfida della 'ndrangheta alle istituzioni democratiche è particolarmente insidiosa e può contare su complicità e sostegni anche insospettabili. E' bene procedere rapidamente alle verifiche sui livelli di infiltrazione mafiosa nell'amministrazione comunale con la Commissione di accesso. Dalle indagini emerge infatti un quadro allarmante su cui occorre intervenire con fermezza e rigore". "Ci aspettiamo che in vista delle prossime competizioni elettorali - dice ancora la presidente Bindi - tutte le forze politiche si attengano alle indicazioni del Codice di autoregolamentazione sulle candidature approvato dalla Commissione parlamentare Antimafia. C'è bisogno di un segnale di vera discontinuità e spetta in primo luogo alla politica dimostrare che con la 'ndrangheta non si fanno patti di alcun genere".

    CGIL: Scoperchiato connubio politica e cosche. "L'operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, coordinata dal Procuratore Cafiero de Raho, che ha portato a provvedimenti di fermo di 26 appartenenti alla cosca Bellocco rappresenta un altro colpo importante che la magistratura reggina ha inferto alla ndrangheta". Lo affermano in una nota congiunta il segretario generale della Cgil della Calabria, Michele Gravano, ed il segretario della Piana di Gioia Tauro, Nino Costantino. "Ancora una volta - aggiungono - è stato scoperchiato il connubio perverso fra pezzi di cattiva politica e dell'imprenditoria con una delle cosche più attive e sanguinarie della Piana di Gioia Tauro. Il fatto che importanti rappresentanti istituzionali, a cominciare dal Sindaco di San Ferdinando, siano stati, secondo le indagini della magistratura, parte attiva nel distorto sistema degli appalti e degli altri affari gestiti dalla cosca, evidenzia purtroppo quanto ancora c'è da lavorare in termini di trasparenza e moralità dell'agire politico". "Per fortuna, oltre al prezioso lavoro della magistratura reggina - proseguono Gravano e Costantino - nel territorio della Piana di Gioia Tauro ci sono importanti espressioni della società, come il sindacato, la Chiesa, il volontariato laico e cattolico, giornalisti coraggiosi, noti imprenditori che continuano quotidianamente a battersi per i diritti delle persone e contro la ndrangheta".

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