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    Al Sud mortalità infantile più alta del 30%

     

     

    Al Sud mortalità infantile più alta del 30%

    10 ott 14 "La tutela della salute dei bambini italiani è oggi un variegato mosaico di situazioni differenti" tanto che nelle regioni meridionali, la mortalità infantile è del 30% superiore che in quelle del Nord. Non solo: se in Italia circa 15 mila minori necessitano di cure palliative, solo in 5 Regioni è stata attivata la rete pediatrica di terapia del dolore prevista dalle legge 38/2010. A lanciare l'allarme la Società Italiana di Pediatria. Secondo la Sip, occorre "ripensare radicalmente il sistema sanitario, a partire dalla riforma del Titolo V della Costituzione". Di qui l'appello alle istituzioni perché le "ineguaglianze prodotte dalla regionalizzazione della Sanità" hanno trasformato il diritto alla salute, persino quella dei più piccoli, "in un diritto a contenuto altamente variabile, a seconda del luogo in cui si nasce e si vive". Programmi di vaccinazione, screening neonatali, rete di punti nascita, assistenza oncologica e cure palliative non sono garantiti a tutti i bimbi, chiarisce il presidente della Sip Giovanni Corsello. La conseguenza, aggiunge, è che "i bambini italiani, oggi, non sono tutti uguali", in "palese violazione di principi costituzionali, il cui rispetto non può dipendere dalla regione di appartenenza".

    Caos vaccini. "Il panorama delle vaccinazioni in Italia è estremamente variegato" e questo genera "confusione e incertezza non solo nei cittadini, ma anche negli stessi operatori sanitari". Passa anche per le diverse opportunità di accedere ai programmi di profilassi la disuguaglianza che regna tra i bambini delle diverse regioni d'Italia. A dirlo è il dossier della Società Italiana di Pediatria che denuncia: "norme e calendari variano moltissimo da regione a regione" e "persino all'interno della stessa regione". Il Veneto, ad esempio, ha sospeso a partire dai nati nel 2008 l'obbligo vaccinale, ma si è visto che "il passaggio dall'obbligatorietà all'adesione consapevole comporta il rischio di una riduzione, anche se di poco, della copertura per malattie come la poliomielite". Solo in quattro regioni, ovvero in Puglia, in Basilicata, in Veneto e in Toscana, sono partiti, invece, programmi vaccinali pilota contro il temuto meningococco B, una tra le principali cause di meningite con esiti mortali e danni permanenti, come ipoacusie o amputazioni. Nelle altre regioni d'Italia i bambini non riceveranno l'immunizzazione gratuita. Occorre,afferma Stefano Semplici, presidente del Comitato per la Bioetica della Sip, "un ripensamento radicale degli esiti della 'regionalizzazione' del sistema sanitario, fermando la tendenza alla divaricazione fra le regioni e orientando la loro autonomia all'obiettivo di una crescente integrazione".

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