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    CamCom Reggio: Dalla cultura arriva il 3.5% della ricchezza della provincia

     

     

    CamCom Reggio: Dalla cultura arriva il 3.5% della ricchezza della provincia

    01 ott 14 Genera il 3,2% della ricchezza provinciale, equivalente a 244 milioni di euro: questo il valore della filiera culturale reggina nel 2013. È quanto emerge dal Rapporto nazionale 2014 "Io sono cultura - l'Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi" elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere con il partenariato della Regione Marche. La ricerca, giunta alla sua quarta edizione, è scritto in una nota, è l'unica in Italia che annualmente quantifica il ruolo della cultura nell'economia nazionale attraverso una disamina su scala provinciale. "Dobbiamo promuovere nel nostro territorio - afferma il presidente della Camera di commercio di Reggio Lucio Dattola - quelle qualità in grado di sviluppare un'economia sana e ancorata ai nostri valori. La cultura, con i suoi legami con turismo e artigianato, è senza dubbio elemento centrale di questa strategia, e gli studi del sistema camerale lo confermano. In particolare, è necessario investire maggiormente sulla ricchezza storica provinciale, per valorizzarne adeguatamente il potenziale, visto che Reggio Calabria è ben 74/esima tra le province italiane per incidenza della ricchezza connessa con il patrimonio storico-artistico, a fronte di una dotazione che meriterebbe ben altra collocazione in graduatoria". Emerge dalla ricerca che dalle 2.744 imprese del sistema produttivo culturale della provincia di Reggio, che rappresentano il 5,5% delle imprese locali, arriva il 3,2% del valore aggiunto con effetti positivi sul fronte occupazionale: le sole imprese del sistema produttivo culturale danno lavoro ad oltre 6mila persone, il 3,6% del totale degli occupati in provincia. Alla performance del comparto cultura contribuiscono soprattutto le industrie creative, che in provincia rivestono un ruolo più accentuato rispetto alla media nazionale. Da queste arriva, infatti, il 54,3% di valore aggiunto e il 63,5% degli occupati, un risultato raggiunto soprattutto grazie all'architettura. Le industrie culturali generano un altro consistente 39,4% di valore aggiunto e il 29,1% degli occupati (in questo caso il settore più rilevante è quello connesso con libri e stampa). Decisamente più bassa la quota delle performing arts e arti visive (4,7% del valore aggiunto e 5,8% dell'occupazione) e soprattutto delle attività private collegate al patrimonio storico-artistico (1,6%).

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