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    Vescovo Locri: meglio fallire che ricorrere ad usura

     

     

    Vescovo Locri: meglio fallire che ricorrere ad usura

    29 nov 14 "Affido a Maria tutte le sofferenze degli imprenditori che chiudono la loro attività dietro i colpi di una crisi che non dà scampo". Lo ha detto il Vescovo di Locri, mons. Francesco Oliva, nel corso dell'omelia pronunciata durante la messa nella Cattedrale di Gerace in occasione dell'inizio del periodo di Avvento. "Maria Immacolata - ha aggiunto - venga incontro a quanti - per la loro situazione debitoria - sono sull'orlo del fallimento, facili a cadere nella tentazione di ricorrere agli usurai. Una cosa è certa: meglio fallire che finire in preda agli usurai, perdendo la pace, la dignità e la famiglia. Ma a nessuno venga meno la speranza: nel buio della notte c'è sempre un barlume di luce all'orizzonte".

    Unione nella Locride. "Affido a Maria Immacolata i governanti ed amministratori, le autorità civili e militari". Lo ha detto il Vescovo di Locri, mons. Francesco Oliva, nel corso dell'omelia pronunciata durante la messa nella Cattedrale di Gerace in occasione dell'inizio della novena dell'Immacolata. "Si avverte - ha aggiunto - un grande bisogno di unità nella nostra terra. L'unione dei Comuni che si sta avviando in un'area del territorio diocesano è un primo passo importante verso quel patto di alleanza e di coesione sociale di cui tanto bisogno ha la nostra Locride. L'unione porta ad affrontare insieme le tante problematiche presenti ed aiuta a superare pericolosi campanilismi e particolarismi localistici, che aggravano il rischio di isolamento".

    Che bello se armi taceranno. "Che bello sarà quel giorno, quando anche nella nostra terra le armi taceranno per sempre e saranno trasformate in strumenti di pace e di lavoro". Lo ha detto il Vescovo di Locri, mons. Francesco Oliva, nel corso dell'omelia pronunciata durante la messa nella Cattedrale di Gerace in occasione dell'inizio del periodo dell'Avvento. "Che bello - ha aggiunto - quel giorno, quando sulle strade, anche della Locride, non sarà più versato del sangue, quando scompariranno definitivamente le armi dell'odio, delle divisioni, dei particolarismi, e non si consumeranno più vendette mafiose. Ci sia consentito sognare questo per amore della nostra terra. Come anche sperare in una ripresa economica che porti lavoro e serenità a tante famiglie. L'amarezza più grave in questi primi mesi l'ho provata quando non sono stato in grado di rispondere alle richieste di aiuto". "Quando - ha concluso mons. Oliva - ci lasciamo interrogare dai drammi che si presentano nel corso del ministero, ci rendiamo conto che l'azione pastorale della nostra Chiesa deve partire dalle periferie esistenziali, da quelle realtà fragili e toccate, che più risentono della congiuntura economica e dell'abbandono sociale".

    Poveri con i poveri. "Iniziamo con questa celebrazione diocesana il novenario dell'Immacolata, affidando a Lei questo nuovo anno liturgico-pastorale". Lo ha detto il Vescovo di Locri, mons. Francesco Oliva, nel corso dell'omelia pronunciata durante la messa nella Cattedrale di Gerace in occasione dell'inizio della novena dell'Immacolata. "Lo facciamo - ha aggiunto - consapevoli che la devozione a Maria costituisce una significativa forza di coesione spirituale, che ci sostiene. E' un segno di speranza avere in diocesi tantissimi santuari e chiese dedicate a Maria, e soprattutto poter contare su una grandissima devozione a Maria che caratterizza la nostra Chiesa come comunità "mariana". La consacriamo al suo Cuore Immacolato. Sotto il suo manto poniamo gli ammalati e i poveri, i ragazzi, i giovani, le famiglie, particolarmente quelle più provate dalle ristrettezze economiche, dalla mancanza o perdita del lavoro, quelle che vivono il disagio di una relazione vacillante". "Vivere la prossimità come stile pastorale - ha aggiunto - deve accompagnare il cammino della nostra chiesa. Come Chiesa particolare, anche col supporto della caritas diocesana, ora finalmente dotata di una sede e di una bella struttura di accoglienza con l'apertura di una mensa dei poveri, ci chiediamo: come possiamo metterci in ascolto dei bisogni degli ultimi? Come possiamo rispondere alle nuove emergenze e renderci attivi tessitori di una rete di solidarietà che risvegli dal torpore e ridia slancio alla generosità di quanti godono di maggiori risorse? Permettetemi a questo punto di rinnovare l'invito a lasciarci accompagnare dall'esortazione apostolica Evangelii gaudium. In essa ritroviamo le linee che devono ispirare la nostra azione pastorale. Un punto di partenza ci è indicato da papa Francesco, quando sottolinea che "nel cuore di Dio c'è un posto preferenziale per i poveri, tanto che Egli stesso «si fece povero» (2 Cor 8,9)", precisando che il nostro impegno pastorale non può che essere "segnato dai poveri". In concreto, le nostre scelte devono lasciarsi interpellare dai poveri. Liberiamoci dal pregiudizio che la povertà sia una fatalità. Facciamone una scelta di Chiesa, un valore ed una via che portano ad "andare incontro al Signore". Saprà la nostra Chiesa diocesana essere "chiesa povera per i poveri"?". "Non perdiamo questa speranza. Non occorrono grandi "programmi di promozione e assistenza" o "un eccesso di attivismo", quanto una conversione interiore che si ispiri ad uno stile di sobrietà e di prossimità. E' questo che chiediamo a Maria. Prepariamoci a vivere un Natale di tenerezza! L'Avvento ci riapre la porta del cielo. Dio viene incontro e non delude le nostre attese".

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