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    Minacce da anonimo a pm DDA Reggio Calabria "Pronti 200 kg di tritolo"

     

     

    Minacce da anonimo a pm DDA Reggio Calabria "Pronti 200 kg di tritolo"

    28 nov 14 Una telefonata di minacce contro il pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo in cui si parla di 200 chili di tritolo pronti per un attentato, è stata fatta nelle scorse settimane al centralino della guardia di finanza. L'anonimo telefonista avrebbe detto "dite a Beppe Lombardo che se non la smette lo ammazziamo" fornendo anche una serie di punti della città in cui l'attentato potrebbe essere messo in atto. La vicenda è stata confermata stamani da ambienti della Procura di Catanzaro che sulla vicenda ha aperto un fascicolo contro ignoti per cercare di risalire all'autore della telefonata ed al contesto in cui è maturata. Lombardo è titolare di alcune delle inchieste più delicate condotte contro le principali cosche della città considerate le più potenti dell'intera Calabria, come quelle De Stefano, Libri e Condello, e sui presunti rapporti con ambienti della massoneria, della politica, delle istituzioni, dell'imprenditoria. E' anche il magistrato che coordina l'inchiesta sulla latitanza dell'ex deputato di Fi Amedeo Matacena - condannato in via definitiva a 3 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa - nella quale sono imputate otto persone tra le quali l'ex ministro Claudio Scajola e la moglie di Matacena Chiara Rizzo. Nei giorni scorsi - scrivono Repubblica ed il Quotidiano - nel corso dei processi a Scajola e Rizzo in ordinario ed abbreviato, Lombardo ha depositato una nuova informativa della Dia secondo la quale Matacena si sarebbe celato dietro una serie di appalti pubblici milionari. Non è la prima volta che Lombardo subisce minacce. Nel marzo dello scorso anno fu intercettata una busta a lui indirizzata contenete 50 grammi di polvere pirica ed un biglietto di minacce su cui c'era scritto "se non la smetti ci sono pronti altri 200 chili". In passato, nel corso di una intercettazione, un presunto esponente della cosca Labate affermava "a quello prima gli spariamo e meglio è". Il 4 ottobre 2011, nel parcheggio del palazzo che ospita la Procura, era stato trovato un ordigno rudimentale poggiato su una foto del magistrato. In precedenza una busta con dentro un proiettile di mitra kalashnikov indirizzata al pm era stata intercettata nel centro di smistamento delle poste di Lamezia Terme. Altre due buste contenenti proiettili le aveva ricevute il 25 gennaio 2010 ed il 17 maggio successivo.

    PM: Non cambio programma. "Non credo di dover cambiare i miei programmi di lavoro. Anzi, le attività legate alla mia responsabilità di pubblico ministero non sono state certamente ridotte o rimandate per l'episodio di intimidazione di cui sono stato ulteriormente destinatario". Lo ha dichiarato all'ANSA il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, dopo l'ennesima minaccia di attentato. "E' un episodio inquietante - ha aggiunto - anche perchè è l'ultimo di una lunga serie di episodi del genere. Un gesto che dimostra l'eccessiva 'attenzione' di determinati ambienti criminali sul lavoro che svolge la Procura della Repubblica di Reggio Calabria. Ovviamente non cederemo ai 'consigli' di chi vorrebbe interrompere un determinato percorso perchè credo anche alla funzione sociale che riveste la magistratura". "Le persone e l'opinione pubblica in generale - ha concluso Lombardo - avranno la possibilità di comprendere fino in fondo la forza e la pericolosità di particolari fenomeni criminali solo se saranno dotate di quelle lenti d'ingrandimento che giudici e forze di polizia sono in grado di fornire". Lombardo, anche stamani, si è presentato nelle aule del palazzo di giustizia di Reggio Calabria per rappresentare l'accusa in vari dibattimenti. Il pm rappresenta la pubblica accusa nei processi scaturiti dalle indagini sulla 'Multiservizi', la società mista la cui gestione aveva portato allo scioglimento del Comune di Reggio Calabria. Lo stesso ruolo lo svolge, inoltre, nel processo 'Breakfast' in cui sono imputati gli ex parlamentari di Forza Italia Amedeo Matacena a Claudio Scajola da dove emerge tutto il sistema delle attività imprenditoriali che l'armatore avrebbe organizzato per accaparrarsi, secondo l'accusa, i grandi lavori pubblici a Reggio Calabria.

    "Esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza al pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo". Lo dichiara il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Maria Carmela Lanzetta in seguito alle intimidazioni ricevute dal magistrato. "Si tratta di minacce vili e inquietanti - prosegue Lanzetta - che colpiscono chi, come Lombardo, compie ogni giorno il suo lavoro con coraggio e determinazione, a servizio dello Stato, per assicurare la giustizia e combattere la criminalità organizzata. Ora è necessario che le istituzioni e la società civile facciano sentire il loro sostegno e la loro vicinanza a Lombardo e alle donne e agli uomini, e penso anche al giudice di Latina Lucia Aielli, che lottano quotidianamente per affermare il principio della legalità nel nostro Paese, per tutti noi e per la nostra democrazia".

    "Sono straordinariamente gravi e inquietanti le notizie diffuse oggi dalla stampa, che riguardano le minacce indirizzate al Pm della DDA di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo a cui intendo rivolgere i sentimenti di solidarietà e vicinanza miei e di tutti i democratici calabresi". Lo afferma il segretario regionale della Calabria del Pd e componente delle commissioni Giustizia e Antimafia della Camera, Ernesto Magorno. "Di fronte a minacce del genere, oltre alla giusta vigilanza - aggiunge - che sarà assicurata dalle autorità competenti nei confronti di Lombardo, è necessaria una mobilitazione di tutti i calabresi per respingere un tentativo intimidatorio così feroce e arrogante di condizionare l'operato di un servitore dello Stato che opera da tempo brillantemente e con efficacia contro la criminalità organizzata". "La Calabria - dice ancora Magorno - è di fronte ad una svolta che richiede una vera e propria 'rivoluzione delle coscienze', così come ci ha chiesto Papa Francesco nel corso della sua visita in Calabria, ed è necessario che tutte le istituzioni, i partiti, il mondo economico, la società civile e i cittadini siano uniti in questa battaglia decisiva, innanzitutto difendendo e stringendosi attorno a figure come quella di Giuseppe Lombardo".

    "Sdegno e preoccupazione per l'ennesima intimidazione subita dal pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo". Lo afferma, in una dichiarazione, il deputato Giuseppe Galati (Fi). "Oltre al sentimento comune di ribellione per un tale inqualificabile gesto - aggiunge Galati - ritengo opportuno che il Governo adotti tutte le misure necessarie per affrontare in maniera concreta il problema della criminalità e della 'ndrangheta. Da Roma devono dire come intendono intervenire e quali misure prevedono di adottare per garantire ai magistrati la tranquillità necessaria ed i mezzi opportuni per operare sul territorio. Assicurare la legalità e la giustizia deve essere un'esigenza assolutamente prioritaria nell'agenda di Governo per consentire di realizzare in Calabria tutti quei processi di sviluppo e di democrazia indispensabili per la crescita del territorio".

    "200 kg di tritolo? Più di 200 mila calabresi pronti a fargli da scudo umano, perché Peppe Lombardo rappresenta uno dei pochi, ultimi, avamposti di democrazia di Reggio e della Calabria intera". Lo afferma in una nota il presidente di 'Ammazzateci tutti', Aldo Pecora, circa la notizia delle minacce al magistrato antimafia di Reggio Calabria. "Adesso - aggiunge - occorre un segnale forte e chiaro dal presidente Matteo Renzi e dal Governo nazionale affinché i magistrati reggini e calabresi, e con loro le forze dell'ordine e tutti coloro i quali si adoperano contro la criminalità organizzata, possano avere strumenti concreti di contrasto alla 'ndrangheta e non sempre e solo la solita solidarietà pelosa e le pacche sulle spalle".

    "Ancora una volta tutta la Calabria onesta si stringe attorno al dott. Giuseppe Lombardo, vittima dell'ennesima minaccia alla sua vita da parte di uno sconosciuto criminale che ha telefonato al centralino della Guardia di Finanza di Reggio Calabria parlando di diversi punti della città in cui potrebbe essere situata la carica esplosiva in grado di fare saltare in aria il pm antimafia della Dda reggina". Lo afferma, in una nota, la deputata Rosanna Scopelliti, capogruppo Ncd alla Commissione Difesa della Camera e Presidente del comitato Beni confiscati della Commissione parlamentare antimafia. "Certamente - prosegue Scopelliti - bisogna stare sempre allerta, e vigilare sui nostri magistrati antimafia come si vigila su un tesoro prezioso per il nostro Paese, ma francamente una mafia che si è ridotta alle telefonate anonime di minacce, come i piccoli estorsori di quartiere, deve farci capire quanto efficace sia stato il lavoro del dott. Lombardo e dei suoi colleghi nei confronti delle cosche mafiose. Il segnale infatti che percepisco da questo ennesimo vile episodio è che i duri colpi assestati in questi anni alla 'ndrangheta dalle Procure calabresi l'hanno messa finalmente in ginocchio. I mafiosi sentono il terreno mancargli sotto i piedi e - conclude la parlamentare - sono ormai storditi se pensano di intimidire un magistrato come il dott. Giuseppe Lombardo con una telefonata di minacce".

    "Lo Stato non arretra, questo deve essere chiaro alla 'ndrangheta. La netta e ferma risposta del pm Giuseppe Lombardo, di fronte alle nuove indegne e inquietanti minacce e intimidazioni ricevute, dimostra lo spessore etico e morale del sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria. I servitori dello Stato, la gente onesta e perbene non si piega e non si fa intimorire". Così il vicecapogruppo Ncd alla Camera, Dorina Bianchi. "Di fronte all'escalation - aggiunge - di queste azioni intimidatorie, di progetti di attentati contro rappresentanti della magistratura calabrese è necessario un approfondimento in commissione Antimafia di cui mi farò promotrice. Il governo sta facendo tanto contro la criminalità organizzata e i risultati lo confermano. Dall'insediamento del ministro Alfano ci sono state 49 operazioni e 669 arresti per 'ndrangheta. Bisogna continuare a rafforzare gli strumenti a disposizione e mantenere alta la guardia. Al pm Lombardo la mia personale vicinanza e solidarietà".

    "Le minacce al giudice Giuseppe Lombardo sono gravissime e vanno risolutamente affrontate da parte del governo". Lo dichiara Gennaro Migliore, deputato del Partito Democratico, circa le minacce al sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo. "La 'ndrangheta - prosegue - sente che il suo potere incontrastato è messo in discussione da giudici e uomini dello Stato che svolgono il loro lavoro con straordinaria capacità e rigore. Ognuno di loro, a Palermo o in Calabria, deve sentire la piena solidarietà e protezione dell'intero Paese. Il sud può rinascere anche grazie a uomini dello spessore di Giuseppe Lombardo".

    "Sono vicino più che mai a Beppe Lombardo, oggetto di minacce vigliacche da parte della 'ndrangheta che non fanno altro che confermare l'ottimo lavoro da lui svolto". Lo afferma il deputato Ernesto Carbone della segreteria del Partito Democratico, responsabile Innovazione e P.A. "La Calabria - aggiunge - può farcela solo prendendo esempio da uomini come lui, che ogni giorno lavorano a testa alta senza mai inchinarsi alla paura".

    "Sono sempre i nostri uomini migliori, quelli che ci ricordano da che parte sta lo stato, quelli più coraggiosi, specchiati, dediti al lavoro e alla lotta al malaffare oggetto di minacce barbare e raccapriccianti". Così Pina Picierno europarlamentare del Pd. "È accaduto - aggiunge - anche a Giuseppe Lombardo, presidio di legalità in un territorio difficile e ostico. Ma lo stato non arretra. E questi gesti vili non fanno che aggiungere ancora più determinazione a quanti di noi lottano perchè le cose cambino. Se la 'ndrangheta pensava di isolare e spaventare Lombardo si è sbagliata. Adesso siamo tutti con lui".

    "Esprimiamo piena solidarietà ai magistrati antimafia Bruni e Lombardo e premettiamo di avere già sollecitato il ministro Alfano per un ulteriore rafforzamento delle misure di protezione per i due magistrati". Lo affermano, in una nota congiunta, i senatori del Nuovo centrodestra Nico D'Ascola e Antonio Gentile. "La politica deve fare il suo compito - proseguono Gentile e D'Ascola - non transigendo dal rigore morale e da una lotta alla criminalità non parolaia. Nel contempo non bisogna mai rinunciare ai principi del garantismo. Oggi la classe politica italiana è spesso messa alla berlina per un avviso di garanzia e questo in un Paese democratico non è accettabile. Insieme a tutti i magistrati e alle forze politiche democratiche di ogni schieramento bisogna costruire percorsi di legalità e di cultura giuridica moderna, nel rispetto dei ruoli e nell'armonia".

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