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    Regionali: Si profila una netta vittoria di Oliverio

     

    Regionali: Si profila una netta vittoria di Oliverio

    23 nov 14 Dai dati reali in arrivo dai vari seggi la vittoria di Mario Oliverio non è affatto in discussione. La media è decisamente bulgara e il dato sta attestandosi attorno al 60%. Un risultato che non mette in discussione l'esito finale. La competitor Ferro viaggia sul 23% mentre D'Ascola che punta ll'8% lo supera di poco. Sotto l'8% il resto dei candidati con u tonfo al 5% dei 5 Stelle.

    -- Speciale ELEZIONI REGIONALI - dati definitivi

    Renzi: male affluenza bene il PD. "Male affluenza, bene risultati: 2-0 netto. 4 regioni su 4 strappate alla dx in 9 mesi. Lega asfalta Forza Italia e Grillo. Pd sopra il 40%". E' questo il commento che il premier Matteo Renzi affida a Twitter sulle regionali a spoglio in corso.

    Magorno: netta vittoria. "Si profila una netta affermazione di Mario Oliverio che possiamo considerare oramai il nuovo Presidente della Giunta regionale della Calabria. A lui vanno gli auguri e l'in bocca al lupo più caloroso di tutti i democratici". Lo afferma il segretario regionale del Pd Ernesto Magorno. "I calabresi - prosegue - hanno democraticamente deciso che bisognava voltare pagina ed il compito che attende Mario Oliverio, e tutta la coalizione di centrosinistra, è certamente arduo ma deve essere affrontato con volontà e fiducia. C'è una regione da risollevare dopo i disastri compiuti dal centrodestra e per questo ci sarà bisogno di uno sforzo unitario e straordinario per rispondere alla responsabilità di governo che i calabresi ci hanno dato". "Il dato dell'affluenza al voto - conclude Magorno - è particolarmente preoccupante e impone da domani una profonda riflessione. Per questo tra le sfide impegnative che ci attendono ci dovrà essere anche quella di riavvicinare i cittadini alla politica. Potremo farlo solo ridando una dimensione etica alla politica, governando bene per rispondere ai drammatici problemi della nostra terra".

    Non è un test per il governo, ripeteva ieri mattina Maria Elena Boschi. Non si dia una lettura nazionale del voto, avvertiva, qualche giorno fa, il premier Matteo Renzi. Ma le Regionali in Emilia-Romagna e Calabria non potranno non avere una qualche ricaduta sulla mappa dei partiti e sullo stesso dibattito politico nazionale. Perché, se i Dem sembrano correre verso una duplice vittoria in qualche modo già scritta sono altre due le novità di questa domenica elettorale: il crollo dell'affluenza, verticale e 'storico' in Emilia-Romagna, e la cavalcata della Lega che, a Bologna e dintorni, si impone come secondo partito. Novità che è lo stesso premier Matteo Renzi a sottolineare con un tweet: "Male affluenza, bene risultati: 2-0 netto. 4 regioni su 4 strappate alla destra in 9 mesi. Lega asfalta forza Italia e Grillo. Pd sopra il 40%". Parole che riflettono la soddisfazione per i risultati e la preoccupazione per il dato dell'astensione rimarcato negli stessi minuti da fonti del Nazareno e che tengono conto di un crollo dell'affluenza impressionante. In Emilia-Romagna, ha votato il 37,7% degli elettori, in Calabria il 44,1%. Numeri impressionati, se paragonati alle Regionali del 2010 (68% in E-R, 59,3% in Calabria) e alle Europee di 6 mesi fa (il 70% in Emilia-Romagna, il 45,5% in Calabria), quelle del 40,8% targato Matteo Renzi. I motivi sono diversi e contano le inchieste giudiziarie che negli ultimi mesi hanno martoriato entrambe le Regioni, da quella delle 'spese pazze' in Emilia-Romagna a quella che, il 29 aprile scorso, costrinse alle dimissioni l'ex presidente calabrese Giuseppe Scopelliti. Vicende che hanno certamente allontanato gli elettori dalle urne ma che non spiegano del tutto un'astensione choc destinata ad irrompere nel dibattito politico. E già ieri, le polemiche non sono mancate, investendo anche il Pd. "I dati sono disarmanti", evidenziava Pippo Civati, evocando il "pericolo" di una governabilità senza rappresentanza. Parole a cui replicava, indirettamente, il renziano Andrea Marcucci: "L'astensione chiama in causa tutti i partiti, non certo solo il Pd". Ma le elezioni di domenica sigillano l'ascesa dell'altro 'Matteo': il leader della Lega Salvini. Il 'suo' candidato in Emilia-Romagna, Alan Fabbri, sostenuto anche da FI e Fdi, sembra infatti proiettato oltre il 35%, a meno di dieci punti dal favoritissimo Stefano Bonaccini. E la Lega, dopo il Pd, si avvia ad imporsi come secondo partito con FI lontanissima. Dati che, oltre a premiare la martellante campagna mediatica di Salvini - che anche oggi, su Twitter, non si è risparmiato - ridisegnano la mappa dei poteri dei partiti, lanciando il Carroccio nella sua cavalcata per una leadership dell'opposizione che vede invece in difficoltà quel M5S (che sembra fermarsi ben sotto il 15%) che nelle ultime elezioni aveva saputo anche catturare scettici e potenziali non votanti. Non ha dubbi, del resto, Salvini che in un tweet notturno esulta: "Il pallone Renzi si sta sgonfiando. La Lega vola, la nostra Comunità cresce ovunque. Pochi amici fra i potenti, tanti Amici fra la gente". E' in Calabria, invece, che si consuma il primo concreto risultato della frattura tra FI e Ncd. I due 'cugini' non hanno trovato un accordo, proponendo candidati diversi (l'azzurra Ferro e l'alfaniano D'Ascola), ed entrambi incapaci di rivaleggiare con il Dem Mario Oliverio. Per il centrodestra è un nuovo campanello d'allarme. Ma la politica tutta, Renzi compreso, da domani dovrà interrogarsi sulla fuga dalle urne, in un periodo segnato dallo scontro perpetuo tra piazze e governo. Scontro che, secondo fonti del vertice Pd, vede vittorioso l'esecutivo. O meglio: vede perdenti quei partiti che sostengono lo sciopero generale relegati - viene sottolineato - a percentuali da prefisso telefonico.

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