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Matacena: Dietro mia condanna magistrati miei avversari
Matacena: Dietro mia condanna magistrati miei avversari 05 nov 14 In una nota diffusa alla stampa l'ex deputato Amedeo Matacena "ha evidenziato il suo bisogno che alcune questioni che egli crede stiano dietro la sua condanna siano verificate nella loro autenticità o menzogna. Lo desidera - si aggiunge nel comunicato - perchè vuole che suo figlio prima di tutti sappia se dietro la sua condanna ci sia stato qualcosa che è necessario e doveroso chiarire". "Mi è stato riferito, infatti - afferma Matacena nella nota - che il giorno in cui la Cassazione ha annullato la mia sentenza d'assoluzione, nella stanza del presidente della sezione che di lì a poco avrebbe disposto l'annullamento era presente un noto magistrato sul quale avevo svolto la mia attività ispettiva parlamentare in merito alla quale lo stesso mi aveva denunciato 12 volte per diffamazione a mezzo stampa. Per tutte dette denunce ero stato assolto o dichiarato insindacabile dalla Camera dei deputati". "Il secondo fatto riferitomi - dice ancora Matacena - evidenzia che il giudice del riesame che mi ha condannato, che guarda caso ha sostituito il precedente assegnato, avrebbe cenato molto spesso al Circolo del tennis di Reggio Calabria con lo stesso magistrato di cui ho riferito prima e del quale condivide le stesse idee politiche che sono opposte alle mie, ovviamente, prima di emettere la sentenza di condanna senza fare alcun approfondimento come richiesto dalla sentenza della Cassazione". "Queste sono le due cose più importanti - conclude l'ex parlamentare - ma non le sole che vorrei potessero trovare chiarezza o smentita con opportune indagini". Il processo cui fa riferimento Matacena nella dichiarazione è quello in cui era imputato di concorso esterno in associazione mafiosa. Matacena in un primo tempo fu assolto dalla Corte d'appello di Reggio Calabria, ma la sentenza fu annullata dalla Cassazione, che rinviò gli atti ad una diversa sezione della Corte d'appello reggina, che, in riforma della precedente sentenza, condannò l'ex deputato a cinque anni. Condanna che la Corte di Cassazione, nel giugno scorso, ha ridotto a tre anni.
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del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto |