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    Corte dei Conti boccia Regione Calabria: non conosce neanche le disponibilità di cassa

     

    Corte dei Conti boccia Regione Calabria: non conosce neanche le disponibilità di cassa

    03 nov 14 Più della metà delle Regioni italiane usa artifici per pareggiare i bilanci. Così la Corte dei Conti che ha passato al setaccio i bilanci delle amministrazioni locali per eccellenza, le Regioni appunto. Grazie ad una legge del 2012, che le permette di controllarei i bilanci, punta il dito su quello che sembra proprio un'accusa precisa: sono truccati. E siccome la nostra Regione non si fa mancare nulla, secondo la Corte dei Conti, l'esecutivo calabrese non conoscce neanche le sue disponibilità di cassa perchè i controlli sono inesistenti. Oltre 2.324.000 euro di debito fuori bilancio mentre sono qusi 27 milioni i debiti scoperti. Da bancarotta. Spuntano fuori i trucchi più impensabili come in Liguria dove vengono utilizzate le cessioni di immobili usate come partite di giro o come in Piemonte dove, addirittura, i debiti con il Tesoro non vengono iscritti tra i debiti. Enorme il capitolo sulle speseche o non vengono giustificate, come in Trentino o non hanno copertura, come in Sardegna. In Campania dato macroscopico dove non c'è "parifica", la certificazione per capirci, e l'amministrazione è vicina al default. La così detta "finanza creativa" da libero sfogo nei conti e rilievi vengono fatti a Toscana, Veneto e Firuli Venezia Giulia. Trucchi che rasentano il reato del falso in bilancio. e che in diversi casi violano le leggi europee. Azioni che, scrivono i magistrati contabili, violano le più elementari regole contabili. E' il caso della Sardegna. In Campania poi, sono stati rilevati attivi inesistenti per 3 miliardi. E mentre la spesa aumenta del 21% le entrate solo del 17.5%. Un disequilibrio pericoloso che punta dritto al default. Capitolo a parte per la legge di siabiulità che taglia 4 miliardi e per le società partecipate delle Regioni. Quest'ultime hannospeso per il personale oltre un miliardo di euro in quattro anni. Un indicatore che preoccupa e che evince un uso distorto dei fondi pubblici utilizzati malamente dalla politica.

    "Bisogna conoscere le situazioni specifiche, nel merito risponderanno eventualmente coloro che hanno redatti i bilanci del 2012. Io posso parlare solo del Piemonte, una situazione che ho approfondito visto che devo occuparmene": così il presidente della Conferenza delle Regioni e del Piemonte, Sergio Chiamparino, risponde a chi gli chiedeva di commentare i rilievi datti dalla Corte dei Conti ai bilanci delle varie Regioni italiane. "Ho già chiesto ai tecnici della Conferenza delle Regioni - ha aggiunto - di fare insieme ai tecnici delle diverse Regioni il lavoro necessario per dare delle risposte, se lo si ritiene". " Anche volendo - ha proseguito - io non sono in grado di dire che cosa sia successo in Calabria o in un'altra Regione".

    "Dov'erano Mario Oliverio e Wanda Ferro quando noi denunciavamo la mancanza di trasparenza sui conti della Regione? Dov'era Nico D'Ascola che, da senatore, non ha mai presentato una sola interrogazione a riguardo?". E' quanto afferma, in una dichiarazione, la deputata M5S Dalila Nesci "in merito alla notizia - riporta una nota - secondo cui la verifica della Corte dei Conti sui conti della Regione avrebbe fatto emergere la presenza di ben 27 milioni di euro di debiti fuori bilancio". "Il Movimento Cinque Stelle - prosegue Nesci - è stato l'unico a denunciare, sia a livello parlamentare che in ambito giudiziario, tutti i buchi neri di un'amministrazione regionale colpevole di dissesto. Abbiamo portato alla luce i 15 milioni di euro sborsati dalla Calabria per dirigenti nominati fuori legge, gli 11,1 milioni del 2013 per 575 incarichi di collaborazione e una sessantina di consulenze negli enti collegati. Un giro di soldi che ha messo a rischio anche il fondo per affrontare le spese per le prossime elezioni regionali. Ebbene, dov'erano Mario Oliverio, Wanda Ferro e Nico D'Ascola? Si sono accorti solo oggi che le casse della Calabria sono un colabrodo? Per colpa degli accordi fra i partiti, la Calabria si ritroverà senza soldi. E sarà impossibile garantire i servizi essenziali per rilanciare il lavoro, se anche il governo non modificherà le proprie scelte nei confronti della nostra regione".

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