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    Cassazione: si a rinvio udienze per sciopero avvocati

     

     

    Cassazione: si a rinvio udienze per sciopero avvocati

    27 mar 14 Quasi sempre - a meno che il processo non debba essere indifferibilmente trattato - il giudice deve rinviare l'udienza nel caso in cui gli avvocati difensori aderiscano all'astensione dalle udienze indetta dai loro organismi rappresentativi. Lo hanno appena deciso le sezioni unite della Cassazione accogliendo un ricorso nel quale l'astensione 'legittima' non era stata riconosciuta nei confronti di un avvocato. Con questo verdetto, spiega il primo presidente della Suprema Corte, Giorgio Santacroce, il giudice rimane sempre 'arbitro', ma deve contemperare i due diversi interessi in gioco, quello della ragionevole durata del processo e quello del diritto alla difesa dell'imputato. Per tanto, procede Santacroce, "il giudice non può non rinviare un'udienza, in caso di astensione dei difensori, solo in base alle sue valutazioni soggettive ma deve fare riferimento ai due criteri contrapposti". Per fare un esempio, si può condividere la scelta del presidente di un collegio che non rinvii l'udienza, in caso di sciopero degli avvocati, nel caso in cui debba essere ascoltato un teste che per essere presente è addirittura venuto in Italia da un altro Paese. Mentre, come è successo nel caso esaminato oggi dalle sezioni unite, verrà 'censurata' la decisione del giudice che non concede il rinvio per ascoltare un teste che viene 'solo da un'altra città'. Nella vicenda affrontata, il presidente di un collegio del Tribunale penale di Ferrara, non aveva rinviato l'udienza perché c'era un teste che doveva essere ascoltato e che proveniva da Bari. Un altro motivo, invece, per il quale il giudice può decidere di non rinviare l'udienza si verifica nel caso in cui il magistrato sia prossimo ad andare in pensione e con il rinvio il processo dovrebbe iniziare da capo. Santacroce, infine, osserva che "il codice di autoregolamentazione delle astensioni dalle udienze degli avvocati, è incompleto e il legislatore dovrebbe occuparsene". Intanto le sezioni unite hanno spezzato una lancia a favore degli avvocati limitando ai casi oggettivamente "indifferibili" la trattazione 'forzata' dell'udienza. La questione controversa era così formulata: "Se, anche dopo l'emanazione del codice di autoregolamentazione delle astensioni dalle udienze degli avvocati, adottato il 4 aprile 2007 e ritenuto idoneo dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi essenziali con delibera del 13 dicembre 2007, il giudice - in caso di adesione del difensore all'astensione - possa disporre la prosecuzione del giudizio, in presenza di esigenze di giustizia non contemplate nel codice suddetto". La risposta delle sezioni unite è stata "negativa, salvo che sussistano situazioni che rendano indifferibile la trattazione del processo.

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