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    In tanti sotto la pioggia ai funerali di don Lazzaro a Cassano

     

    In tanti sotto la pioggia ai funerali di don Lazzaro a Cassano

    15 mar 14 "Sin dal primo momento ho invitato a guardare al sangue versato da padre Lazzaro come al sangue di un martire della carità. L'ho fatto con forza prima di tutto perché m'è parso di avere subito gli elementi per affermarlo; e poi per arginare affermazioni frutto solo di grave superficialità se non proprio di colpevole malafede". E' quanto ha affermato mons. Nunzio Galantino, vescovo di Cassano e segretario della Cei, nell'omelia fatta ai funerali di padre Lazzaro Longobardi, il prete ucciso a colpi di spranga il 2 marzo scorso a Sibari di Cassano allo Ionio. Ai funerali, celebrati nello spiazzo della chiesa di San Raffaele Arcangelo di Lattughelle dove padre Lazzaro era parroco, hanno partecipato più di mille persone, tra i quali l'eparca di Lungro Donato Oliverio, l'arcivescovo di Catanzaro Vincenzo Bertolone, e il vescovo di Alghero-Bosa Mauro Narua Morfino. "Il martirio di padre Lazzaro - ha sottolineato mons. Galantino - ci dice che nella Chiesa, almeno in alcuni suoi membri, non necessariamente in vista e da copertina, l'amore per Cristo e per il Vangelo ? capace di provocare gesti significativi di accoglienza e di essere davvero profetica. Cioè quella capacità di porre gesti non banali e prevedibili e quella capacità di dire parole significative per il nostro territorio, che rischia tante volte di essere soffocata da eccesso di prudenza, che poi è solo paura di osare e calcolo strumentale; che rischia di essere soffocata da eccesso di equilibrio, che poi è solo voglia di non essere scomodati dalla radicalità del Vangelo". Per mons. Galantino il martirio di Padre Lazzaro "è un dono che il Signore ci ha fatto attraverso una persona della quale forse qualcuno di noi, anche sacerdoti, non conosceva nemmeno il timbro della voce tanto era riservato. Mi domando con voi: cosa vogliamo farcene di questo dono, giunto a noi in maniera così drammatica? Vogliamo continuare a svuotarlo dall'interno con una pastorale fatta di reticenze che amiamo chiamare rispetto per le tradizioni? Vogliamo sotterrarlo sotto la sterile ripetitività di gesti che, per quanto carichi di sacralità, sortiscono solo l'effetto di mettere a posto la nostra coscienza per lo più addormentata? Il martirio di padre Lazzaro ci dice che la nostra Chiesa e il nostro territorio hanno le energie necessarie e possono contare su una religiosità straordinarie, capaci di ridare vita e di far germogliare speranza". "Se è vero che 'il sangue dei martiri è vita di nuovi cristiani', come affermava Tertulliano - ha concluso mons. Galantino - il sangue versato da padre Lazzaro ottenga alla nostra Chiesa una vita nuova. Nuova perché più evangelica, più attenta ai bisogni degli ultimi e meno ripiegata, come ci invita a fare Papa Francesco, su se stessa, perché disponibile a lasciarsi guidare dallo Spirito di Dio piuttosto che dallo spirito del mondo".

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