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    Hannp truffato aziende per 1 mln, 2 calabresi arrestati a Reggio Emilia

     

    Hannp truffato aziende per 1 mln, 2 calabresi arrestati a Reggio Emilia

    12 mar 14 Ci sono due calabresi al vertice dell'organizzazione, 3 gli arrestati, che aveva messo su una truffa da un milione di euro. Infatti il gurppo sceglieva aziende con floridi bilanci, le clonavano alterando le visure camerali e inserendo una sede logistica a Reggio Emilia e le spolpava. In questo modo riuscivano a farsi consegnare grandi quantitativi di merce nella sede reggiana, ma le fatture arrivavano alle aziende vere. La merce poi veniva venduta a imprenditori compiacenti al 50% del suo prezzo. I carabinieri di Reggio Emilia, nell'operazione Total Bluff, hanno eseguito tre misure cautelari nei confronti di Enrico Gulloni, 51 anni, residente a Gioia Tauro (Reggio Calabria), Alfio Rovatti, 39 anni, di Reggio Emilia, entrambi agli arresti domiciliari, e Carlo Mico', 44 anni, di Crotone, a cui è stato applicato l'obbligo di dimora. Nell'ottobre del 2013, nell'ambito della stessa operazione, era già stato arrestato Paolo Bonini, 53 anni, di Parma. In tutto sono state denunciate venti persone, tra cui un parente diretto di Nicolino Grande Aracri, il boss di Cutro (Crotone) che estende il suo potere anche in Emilia. Sono accusate a vario titolo di associazione a delinquere, truffa e impiego di denaro e beni di provenienza illecita in attività legali. "Viste le persone coinvolte e il tipo di illeciti - ha spiegato il comandante provinciale dell'Arma di Reggio Emilia, colonnello Paolo Zito - , questa indagine ha portato alla luce un contesto satellite rispetto a quello della criminalità organizzata". Nel corso delle indagini i Carabinieri hanno sequestrato il capannone adibito a struttura logistica ed organizzativa dell'associazione a delinquere oltre alla documentazione contabile relativa a tutte le aziende clonate. A scoprire l'ingente truffa sono stati i Carabinieri di Reggio Emilia. L'operazione ribattezzata 'Total Bluff' - condotta dai militari coordinati da Valentina Salvi, sostituto presso la Procura di Reggio Emilia - ha consentito di individuare e disarticolato un'associazione a delinquere tra diversi soggetti, in prevalenza d'origine calabrese, che, clonando ditte realmente esistenti effettuavano ingenti acquisti addebitando poi i costi alle ditte clonate. Le merci acquistate venivano poi rivendute a sotto costo grazie a imprenditori terzi che riutilizzavano le merci nelle loro attività imprenditoriali.

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