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    Delitto Musy, Furchi in ospedale debilitato da sciopero della fame

     

     

    Delitto Musy, Furchi in ospedale debilitato da sciopero della fame

    08 mar 14 Si è sempre dichiarato innocente. Per dimostrarlo era in sciopero della fame e, da alcuni giorni, della sete. Francesco Furchì, l'uomo accusato dell'agguato che ha portato alla morte il consigliere comunale torinese Alberto Musy, nella notte è stato ricoverato in ospedale per un sospetto blocco renale. L'uomo, che ha perso diciotto chili e, sempre in segno di protesta, si è tagliato la barba, resterà per alcuni giorni in osservazione nel reparto detenuti delle Molinette di Torino. "Non demorderò mai, pur mettendo a repentaglio la mia vita", ha scritto nei giorni scorsi Furchì in una lettera alle agenzie stampa. Il faccendiere è accusato di essere 'l'uomo con il casco' che la mattina del 21 marzo 2012, a Torino, sparò a Musy, avvocato, docente universitario e consigliere comunale dell'Udc. Ferito in modo grave, la vittima dell'agguato rimase in coma 19 mesi, fino allo scorso ottobre, quando morì a causa di una crisi respiratoria. La morte di Musy ha comportato la chiusura del processo per tentato omicidio nei suoi confronti e, lo scorso 25 febbraio, un nuovo rinvio a giudizio. Questa volta con l'accusa di omicidio volontario aggravato. "Contro di me c'è un accanimento senza precedenti", ha ribadito Furchì, che nella lettera alle agenzie di stampa si definisce un "detenuto in custodia cautelare da 13 mesi senza alcuna prova". Contro di lui gli inquirenti avrebbero raccolto quelli che definisce "indizi inconsistenti, privi di logica e forzati a tutti i costi". E anche le perizie sulla sua camminata, che lo accomunano all''uomo con il casco' immortalato la mattina dell'agguato dalle telecamere di sicurezza, sarebbero per lui una "somma di sospetti illogici e artefatti". Per questo motivo, quaranta giorni fa aveva iniziato lo sciopero della fame e, da alcuni giorni, quello della sete, "pur conscio - scriveva nella lettera - dei rischi a cui espongo il mio organismo". "E' la protesta di un innocente che da più di un anno è in un carcere e al quale è stato costruito il vestito del colpevole attraverso l'ipervalutazione di sospetti", dice il difensore di Furchì, l'avvocato Giancarlo Pittelli. In passato, Furchì ha sofferto di una patologia ai reni per la quale era stato anche sottoposto a un intervento chirurgico. Precedenti sanitari che, di fronte a un quadro clinico alterato dalla protesta, hanno convinto i medici del carcere torinese delle Vallette al ricovero in ospedale.

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