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    Truffa e frode fiscale, 20 obblighi di dimora a Lamezia, sequestrati beni per 6 mln

     

    Truffa e frode fiscale, 20 obblighi di dimora a Lamezia, sequestrati beni per 6 mln dalla Gdf

    06 mar 14 La Guardia di finanza di Catanzaro sta eseguendo un provvedimento cautelare nei confronti di venti persone alle quali è stato imposto l'obbligo di dimora per i reati di truffa e frode fiscale in relazione alla percezione di fondi nazionali e comunitari. Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari di Lamezia Terme, che ha accolto la richiesta della Procura. I finanzieri stanno eseguendo anche un sequestro di beni nei confronti degli indagati per un valore di sei milioni di euro. I particolari dell'operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa condotta dal Procuratore di Lamezia Terme, Domenico Prestinenzi, e dal comandante provinciale della Guardia di finanza, gen. Antonio De Nisi.

    9 mln per macchina cucchiaini,ma era solo ferraglia. Avevano ottenuto un finanziamento di 9,5 milioni di euro dall'Unione Europea e dallo Stato per una innovativa macchina che doveva produrre cucchiaini per distributori di bevande calde ma in realtà al posto delle apparecchiature i finanzieri hanno scoperto un ammasso di ferraglia arrugginita e ricoperta di ragnatele accatastato in un capannone abbandonato. Per questo motivo i finanzieri del comando provinciale di Catanzaro hanno eseguito su tutto il territorio nazionale una ordinanza nei confronti di 18 persone e una società. L'indagine, avviata lo scorso anno e diretta dalla Procura di Lamezia Terme, ha portato anche al sequestro di beni per 6 milioni di euro. I finanzieri hanno compiuto un controllo nei confronti di una società di Lamezia Terme beneficiaria di un contributo di 9,5 milioni, di cui 3,6 erogati ed i restanti bloccati dai finanzieri, per la realizzazione di un tecnologico macchinario industriale. I fondi sono stati erogati dal ministero dello sviluppo economico per le fasi di ricerca e sviluppo, industrializzazione e formazione del personale. Nel corso delle indagini i finanzieri hanno scoperto che l'ottenimento dei fondi, si è scoperto che la vera truffa stava nella mole di fatture false che gli ideatori del progetto, due consulenti romani, padre e figlio, a quanto pare molto conosciuti negli ambienti ministeriali, si erano fatti emettere da imprenditori compiacenti al fine di giustificare le spese che poi, puntualmente, grazie anche alla compiacenza dei funzionari della banca concessionaria e degli esperti ministeriali, venivano coperte con l'erogazione dei fondi comunitari. Finti fornitori della Ntm, nel corso delle indagini, sono stati trovati su quasi tutto il territorio nazionale: si tratta, in buona parte, di imprenditori e professionisti molto noti. Nell'inchiesta, tra gli altri, è rimasto coinvolto anche un professore universitario il quale aveva dichiarato di aver redatto una presunta relazione tecnica mai realmente prodotta e, in seguito, per coprire il misfatto agli investigatori, ha maldestramente tentato di rimaneggiare un documento, copiato integralmente da varie tesi universitarie, facendolo passare senza successo per la relazione in questione. Le persone coinvolte nell'inchiesta sono accusate a vario titolo di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche comunitarie, falso ideologico e materiale, emissione ed utilizzo di decine di fatture e altri documenti per operazioni totalmente o parzialmente inesistenti, frode fiscale ed altri illeciti amministrativi e tributari.

    La truffa. La truffa riguarda un macchinario che avrebbe dovuto produrre cucchiaini per bevande calde dei distributori automatici. La procura della Repubblica di Lamezia Terme ha richiesto ed ottenuto al giudice per le indagini preliminari l'emissione di misure cautelari personali e reali. I militari della Guardia di finanza di Catanzaro hanno eseguito 2 obblighi di dimora nel comune di residenza nei confronti di due commercialisti di Roma, responsabili della società di Lamezia Terme, ritenuti i principali ideatori della frode; 9 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Nell'inchiesta sono indagate alre 10 persone. I finanzieri hanno anche sequestrato la società Ntm oltre al sequestro per equivalente del contributo indebitamente percepito e dei crediti tributari costituiti attraverso le false fatture per un totale di 6 milioni di euro circa. L'operazione della Guardia di finanza è stata eseguita in Calabria e nel Lazio, dove gravitano i principali autori della frode, ma anche in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Puglia ed hanno portato al sequestro di beni mobili ed immobili e dei conti bancari nella disponibilità degli indagati.

    Inchiesta Archiviata. L'inchiesta si è in seguito conclusa il 4 agosto 2014 con il proscioglimento di tutti gli indagati. Il gip Stefano Furlani del tribunale di Vicenza ha emesso un decreto di archiviazione dell'intero procedimento, ordinando inoltre la restituzione di tutte le somme sequestrate. Per le persone coinvolte, quindi, è stato disposto il non luogo a procedere.

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