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    Donna uccise figlio fermata per omicidio. Mons. Nunnari "Increduli a tragedia"

     

    Donna uccise figlio fermata per omicidio premeditato. Mons. Nunnari "Increduli a tragedia"

    06 mar 14 Gli agenti della squadra mobile hanno fermato Daniela Falcone, la donna di 43 anni che ha ucciso il figlio undicenne, Carmine De Santis, e poi ha tentato il suicidio. Il provvedimento di fermo è stato emesso dal Procuratore di Paola, Bruno Giordano, e dal sostituto Linda Gambassi. Alla donna viene contestato il reato di omicidio premeditato. Il provvedimento di fermo è stato notificato alla sorella di Daniela Falcone nominata curatore speciale perchè la donna è ancora ricoverata in ospedale. La decisione di emettere il provvedimento di fermo è stata presa dopo che i medici dell'ospedale di Cosenza hanno fatto sapere che la donna è fuori pericolo e nei prossimi giorni sarà dimessa. Per i magistrati della Procura di Paola, quindi, hanno quindi emesso il provvedimento giudiziario per evitare il pericolo di fuga. Daniela Falcone è attualmente ricoverata nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Cosenza dove è piantonata e controllata costantemente per evitare gesti di autolesionismo. Alla donna è stato deciso di contestare l'omicidio premeditato dopo i risultati dell'autopsia compiuta ieri sul corpo del bambino. Dagli accertamenti del medico legale è emerso che il bimbo è stato ucciso con un coltello da cucina ed un paio di forbici e che la morte è giunta dopo alcune ore. Il decesso risale ad alcune ore dopo che la madre lo ha prelevato dalla scuola di Rovito. Il bambino ha tentato anche di difendersi dalla madre che lo stava colpendo con il coltello.

    Vescovo Nunnari "Increduli datragedia". Si sono svolti nella chiesa di Santa Barbara a Rovito i funerali di Carmine De Santis, il bambino di undici anni ucciso dalla madre, Daniela Falcone, di 43 anni, che poi ha tentato il suicidio. La chiesa era gremita di persone che hanno voluto dare il loro ultimo saluto al piccolo Carmine. In occasione dei funerali, a Rovito, è stato osservato anche il lutto cittadino. L'arcivescovo di Cosenza, monsignor Salvatore Nunnari, ha presieduto il rito funebre. Nel corso dell'omelia ha affermato che "siamo qui dinanzi a un popolo attonito e sconvolto, ancora incredulo per una tragedia che ha attraversato la vita di ciascuno di voi, di noi tutti. Inseguiamo da giorni i nostri perché e non troviamo alcuna risposta. I nostri sguardi si sono fermati, sembrano fermarsi come sospese anche le lacrime". "Il crocifisso - ha aggiunto - è lui, sei tu, mio, nostro dolcissimo Carmine vittima di una società fragile, a volte schizofrenica. Ma tu crocifisso innocente ridonaci il tuo sorriso facendoci entrare con la fede nella tua nuova esistenza di risorto con Cristo. Permettici di volgere il nostro sguardo da questa fredda bara alla tua nuova casa che sarà domani anche la nostra eterna dimora. La tua morte innocente ha richiamato tutti a interrogarci sul senso e significato dell'esistenza".
    Questa l'omelia completa:
    Il Vescovo con il suo popolo con accanto il vostro don Nardino oggi vescovo ma per tanti anni testimone delle vostre storie di gioia e di dolori, siamo qui dinanzi a un popolo attonito e sconvolto, ancora incredulo per una tragedia che ha attraversato la vita di ciascuno di voi, di noi tutti. Inseguiamo da giorni i nostri perché e non troviamo alcuna risposta. I nostri sguardi si sono fermati, sembrano fermarsi come sospese anche le lacrime. Domenica, quando già la tragedia si era consumata eravamo ritornati alle nostre case portando nel cuore una parola di consolazione ascoltata durante la Celebrazione Eucaristica. Dio risponde a Sion che si lamentava di essere stata abbandonata da Lui, di essere stata dimenticata, facendole una promessa: qualunque affetto umano può venir meno io non mi dimenticherò mai, non ti abbandonerò”. Ma subito una coltre di caligine ha coperto il nostro cielo, ha appesantito i nostri cuori. Il cammino della nostra quotidiana esistenza ha fermato i suoi passi. Ed ora siamo tutti giunti a questa stazione dolorosa della Via Crucis. Il Crocifisso è lui, sei tu, mio, nostro dolcissimo Carmine vittima di una società fragile, a volte schizofrenica. Ma tu crocifisso innocente ridonaci il tuo sorriso facendoci entrare con la fede nella tua nuova esistenza di risorto con Cristo. Permettici di volgere il nostro sguardo da questa fredda bara alla tua nuova casa che sarà domani anche la nostra eterna dimora. Lànon sei solo hai incontrato il tuo amico Gesù, quello che hai conosciuto negli anni del catechismo e dell’ACR, che hai ricevuto nel tuo cuore il giorno della messa di Prima Comunione e che oggi ti ritrova accanto non più come un tempo suo chierichetto ma un angioletto fra i suoi angeli. E mentre noi interpellati da Lui come Marta rispondiamo: “Si, Signore noi crediamo in Te che sei la Risurrezione e la Vita”. Tu ora lo vedi faccia a faccia e gli gridi: “Signore mio e amico mio, stammi vicino, non ho più paura ma gioia di stare con te e con la Madre tua e la Madre nostra, la Vergine Maria”. Ma tu sai bene ora che significa essere angelo, cioè missionario di Gesù presso di noi. E che cosa è oggi questa missione se non quella di portare consolazione e conforto alla tua famiglia, ai tuoi compaesani che guidati dal parroco don Antonello troveranno nella fede il senso profondo della vita che è dono e responsabilità. La tua morte innocente ha richiamato tutti a interrogarci sul senso e significato dell’esistenza. Ti chiedo infine, mio dolcissimo figlio, di presentare a Gesù i tuoi amici che non hai avuto il tempo di salutare e che oggi ti salutano nelle lacrime e nella sofferenza, quelli della prima media, quelli dell’ACR, e della squadra di calcio “che voci, che divertimenti” – presentandoli uno a uno e dì che dia loro la gioia e la serenità della vita dentro le loro famiglie e dentro la società. Carmine, grazie e perdonaci. Addio, Carminuccio caro.

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