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    Beni per 1.2 mln sequestrati dalla Dia a imprenditori di Reggio

     

    Beni per 1.2 mln sequestrati dalla Dia a imprenditori di Reggio

    05 mar 14 Beni per circa 1,2 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Dia di Reggio Calabria all'imprenditore edile Giuseppe Malara, 59 anni, e a Santo Gambello (37), sottoposto a sorveglianza speciale. I due erano stati arrestati nel 2007 nell'operazione della squadra mobile sulle infiltrazioni della cosca Labate nelle attività economiche nella zona sud di Reggio. Malara fu assolto mentre Gambello fu condannato a 6 anni e 4 mesi per associazione mafiosa e fittizia intestazione di beni. Il provvedimento è stato emesso dal procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho e dal pm Stefano Musolino al termine degli accertamenti compiuti dalla Dia. Nel luglio scorso, Malara era stato colpito da un altro provvedimento di sequestro per circa 25 milioni, tra i quali una azienda edile ed un centinaio di immobili, emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio ed eseguito anche in tal caso da personale del Centro operativo Dia di Reggio Calabria. In particolare Malara, secondo gli investigatori, avrebbe effettuato lavori nella zona di competenza dei Labate, investendo capitali di dubbia provenienza e nello stesso tempo avrebbe aiutato la cosca a sottrarre immobili alle iniziative di confisca. Gambello, sottoposto anche a 3 anni di sorveglianza speciale con confisca di beni ai sensi della normativa in tema di misure di prevenzione, secondo l'accusa avrebbe consentito all'azienda Edil Malara Pieffe Srl, e per essa a Giuseppe Malara nella qualità di amministratore unico, di intestare fittiziamente al catasto tre seminterrati adibiti a magazzini ed autorimesse per una superficie di circa 1000 mq, nella centrale via Padova di Reggio, che, in realtà erano nella proprietà di Gambello. Questo, secondo l'accusa, sarebbe avvenuto per eludere la legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali da parte sia di Gambello che di Malara con l'aggravante di aver agevolato l'attività della cosca Labate. "Appare accertato, senza margine di dubbio - è scritto nel provvedimento di sequestro - che il bene formalmente intestato a Gambello sia stato gestito di fatto da Malara, che, per legittimare meglio la sua posizione, lo aveva intestato catastalmente alla sua impresa, divenendo apparente dominus nei confronti dei terzi. Le contradditorietà delle intestazioni dei beni avevano giovato a Gambello in sede di applicazione della citata misura di prevenzione ed hanno giovato al Malara. Sussiste poi l'aggravante di cui all'art.7 L.203/91. La condotta infatti è obiettivamente funzionale a tutelare gli interessi imprenditoriali della cosca che agiva per il tramite dello stabile prestanome: Gambello".

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