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    Gentile si dimette da Sottosegretario

    Antonio Gentile

     

    Gentile si dimette da Sottosegretario. Procura Cosenza "Non è indagato"

    03 mar 14 Antonio Gentile, il sottosegretario ai Trasporti, lascia il suo incarico. Lo annuncia lui stesso in una lunga lettera inviata a Renzi e Napolitano oltre che ad Angelino Alfano. Gentile fa una "riflessione amara" per quanto è accaduto a lui e spiega che tornerà a "fare politica nelle istituzioni, come segretario di presidenza, e nella mia regione come coordinatore aspettando che la magistratura smentisca definitivamente le illazioni di cui sono vittima". "Lo stillicidio a cui sono sottoposto da diversi giorni e che ha trovato l'acme allorquando sono stato nominato sottosegretario alle Infrastrutture - si legge nella lunga lettera di Gentile - mi ha portato a una decisione sofferta, maturata nell'esclusivo interesse del mio Paese e nel rispetto del mio partito". "Non ritornerò - prosegue - sui motivi pretestuosi e strumentali organizzati ad arte per 'mascariare' in modo indegno la mia persona, nonostante fossi immune da qualsiasi addebito di natura giudiziaria. Cio' che avevo da dire sui mandanti e sugli ascari che hanno ordito questa tragicomica vicenda - sottolinea Gentile - l'ho espresso a chiare lettere. Ho presentato querela contro i miei detrattori il 26 febbraio, ben prima dell'attuale compagine governativa, con una comunicazione scritta al presidente Grasso, nella consapevolezza di avere questo unico strumento di difesa. Il Paese di Cesare Beccaria e' tornato nel medievalismo piu' opaco, fatto di congetture astruse e di mera cattiveria". "Un politico che ha vissuto la sua vita senza alcuna macchia, che non ha indagini a suo carico, che e' incensurato, viene costretto dalla bufera mediatica a non poter esercitare il suo incarico. E' una riflessione amara, ma reale, di un segmento dell'Italia che preferisce vivere di slogan e di sentimenti truci, sfruttando la disperazione di tanta gente al solo scopo di uccidere la politica, le sue basi comuni, il diritto positivo". "Nel mio caso, oltretutto, non bisogna nemmeno citare il garantismo, giacche' non sono indagato di niente: eppure, sono divenuto carne da macello, per soddisfare la bulimica perversione di chi intende la lotta politica come mezzo di sopraffazione. Torno a fare politica nelle istituzioni, come segretario di Presidenza, e nella mia regione, come coordinatore regionale, aspettando che la magistratura, con i suoi tempi che mi auguro siano piu' brevi possibile, smentisca definitivamente le illazioni gratuite di cui sono vittima. La riflessione che vi lascio - conclude Gentile - e', pero', attuale e riguarda la necessita' di riequilibrare un sistema la cui agibilita' e' messa a rischio da chi oltraggia la nostra Costituzione, ritenendola un orpello inutile e non, invece, il tempio di saggezza e di rispetto qual e'".

    Procura Gentile: Gentile non è indagato. Il senatore Antonio Gentile non è indagato nell'inchiesta sulle pressioni che sarebbero state esercitate sul quotidiano l'Ora della Calabria per non fare pubblicare la notizia che il figlio del parlamentare è coinvolto nell'indagine sugli incarichi da parte dell'Azienda sanitaria. A riferirlo alle agenzie è il procuratore, Dario Granieri.
    Il senatore Antonio Gentile, ormai ex sottosegretario alle infrastrutture e ai Trasporti, non è indagato dalla Procura di Cosenza nell'inchiesta aperta per la mancata uscita in edicola, circa due settimane fa, del quotidiano L'Ora della Calabria. A confermarlo all'ANSA il procuratore di Cosenza Dario Granieri. Nell'indagine avviata per le presunte pressioni sul quotidiano per non fare uscire la notizia di un'inchiesta in cui sarebbe coinvolto il figlio del parlamentare, tuttavia un indagato c'è. Sul punto, da parte della Procura cosentina, c'è il massimo riserbo. L'indagato, secondo quanto è stato possibile apprendere, sarebbe Umberto De Rose, titolare della tipografia in cui si stampa L'Ora della Calabria e autore di una telefonata all'editore del quotidiano Alfredo Citrigno la notte in cui poi le rotative si sono fermate "per un guasto", impedendo l'uscita del giornale: vicenda finita al centro delle polemiche, oltre che dell'attenzione dei magistrati. Per lui la Procura ipotizza il reato di violenza privata. La telefonata è stata registrata dal direttore de L'Ora della Calabria Luciano Regolo nelle concitate ore che precedettero il guasto, ed è, a suo dire, la prova delle pressioni esercitate da De Rose, che è anche presidente di Fincalabra, società in house della Regione Calabria, sull'editore del giornale. Regolo, nell'immediatezza dei fatti, disse chiaramente che il suo giornale non era arrivato in edicola il 19 febbraio per impedire la pubblicazione dell'articolo sull'inchiesta della Procura su presunte irregolarità nell'affidamento di incarichi a esterni da parte dell'Azienda sanitaria provinciale nella quale sarebbe coinvolto il figlio di Gentile. Regolo ha mantenuto ferma la sua posizione e nei giorni successivi ha anche diffuso, prima la trascrizione e poi l'audio della telefonata fatta da De Rose a Citrigno ed alla quale ha assistito direttamente. Una telefonata che per Regolo non lasciava adito a dubbi: De Rose aveva esercitato pressioni sull'editore ponendosi nei suoi confronti come mediatore della famiglia Gentile. Un'accusa alla quale lo stesso De Rose ha replicato negando di avere mai fatto pressioni.

    Famiglia Bozzo: No a strumentalizzazioni. "La famiglia Bozzo diffida chiunque dall'utilizzare in maniera del tutto strumentale, ed in vicende dalla stessa completamente avulse, la tragedia di Alessandro, cha ha drammaticamente segnato la sua esistenza e che ancora oggi è foriera di un dolore incommensurabile che rende difficile la vita di tutti i giorni". E' quanto scritto in una nota dei familiari di Alessandro Bozzo, il giornalista dell'Ora della Calabria morto suicida circa un anno fa. Alla vicenda di Alessandro Bozzo aveva fatto riferimento ieri l'ex sottosegretario Antonio Gentile. "Le eventuali responsabilità per le vicende - prosegue la nota - che hanno portato allo sconvolgente epilogo del 15 marzo 2013 sono sottoposte al vaglio della magistratura e verranno accertate nei luoghi a ciò deputati. Allo stesso modo eventuali risarcimenti per i danni patiti dai familiari saranno stabiliti nelle opportune sedi, sicché la famiglia non è assolutamente interessata ad accettare donazioni di denaro o forme di risarcimento diverse da quelle che l'Autorità giudiziaria competente vorrà stabilire". "Si chiede pertanto a tutti, per rispetto della memoria di Alessandro - conclude la nota - e del dolore della famiglia, di volersi astenere dall'utilizzare il suo nome e la sua storia per scopi personali e diversi dall'accertamento della verità nella vicenda personale e professionale di Alessandro, unico interesse della famiglia".

    Mie dimissioni gesto generosità verso il Paese: "Le mie dimissioni sono un gesto di generosità verso un Paese che non deve e non può attardarsi su una vicenda inesistente". Lo scrive il sottosegretario Antonio Gentile che annuncia così le sue dimissioni dal governo. "Per chiarire tutto - aggiunge - ci vorrà poco tempo e mi auguro che a quel punto ci sarà chi avrà l'umiltà di scusarsi"

    Ora si faccia luce su tutto: "Chiedo solo che si faccia luce su tutto e che chi ha inteso esprimere giudizi inaccettabili sulla mia persona si ravveda davanti alla verità terza e oggettiva che sarà scritta dai giudici, ma che è già ben presente nella mia coscienza". Lo scrive nella lettera delle sue dimissioni il sottosegretario Antonio Gentile. "Ringrazio il presidente Renzi per l'onore accordatomi e Alfano per la fiducia espressami, oltre che i parlamentari del Ncd che hanno capito esattamente come la volonta' pervicace di colpire Renzi si sia espressa utilizzando il mio nome", aggiunge Gentile nella lettera. "Riconfermo la mia fiducia nella Magistratura e nel capo dello Stato che ne presiede l'organo di autogoverno, conscio che nel nostro Paese - sottolinea - la maggioranza dei cittadini rifugge dai metodi illiberali e criminali che mi hanno colpito, innocentemente". "Il mio impegno contro i detrattori della mia Calabria e del mio Paese non recede", avverte. "Non mi arrendero' mai all'idea che in un Paese con le nostre tradizioni un politico venga accerchiato, perseguitato, vilipeso sulla base di de relato assurdi. Anche in ossequio alla richiesta che mi e' pervenuta da cinque direttori di giornali che hanno ritenuto in pericolo la liberta' di stampa. Anche io ritengo questo un bene supremo che pero' andrebbe sempre coniugato con il rispetto dello stato di diritto. Ed e' per questo che mi auguro che la mia battaglia per ripristinare la verita' possa trovare sui loro giornali lo stesso spazio che e' stato dedicato ai miei accusatori".

    Contro di me àscari. "Ciò che avevo da dire sui mandanti e sugli ascari che hanno ordito questa tragicomica vicenda l'ho espresso a chiare lettere. Ho presentato querela contro i miei detrattori il 26 febbraio, ben prima dell'attuale compagine governativa, con una comunicazione scritta al presidente Grasso, nella consapevolezza di avere questo unico strumento di difesa. Il Paese di Cesare Beccaria è tornato nel medievalismo più opaco, fatto di congetture astruse e di mera cattiveria". E' quanto scrive l'ex sottosegretario Gentile in una "lettera sfogo" inviata a Renzi, Napolitano e Alfano.

    Alfano: Prima il Paese. "Il Sen. Gentile ha rassegnato le proprie dimissioni da sottosegretario senza che alcuna comunicazione giudiziaria lo abbia raggiunto. Lo ha fatto per il bene comune e con grande generosità, e siamo convinti che il tempo (speriamo brevissimo) gli darà ragione. Per noi viene prima l'Italia". Lo afferma il leader del Nuovo Centro Destra Angelino Alfano.

    Renzi apprezza. Quella di Antonio Gentile di dimettersi da sottosegretario, è stata una scelta di Ncd che rispettiamo e apprezziamo. Sarebbe questo, secondo quanto si apprende, il commento fatto dal premier Matteo Renzi.

    Magorno: dimissioni chiudono vicenda. "La notizia delle dimissioni del senatore Gentile da sottosegretario chiude questa vicenda, con un esito che va nella direzione da noi chiaramente auspicata. Il Pd calabrese, infatti, aveva chiesto a Gentile e al NCD di fare un passo indietro". Lo dichiara il segretario regionale del Pd calabrese Ernesto Magorno. "Chiusa con buon senso questa pagina sofferta, rinnoviamo la nostra piena e totale fiducia nell'esecutivo e siamo certi che da questo giungerà grande attenzione per la nostra Regione e per un suo rinnovato sviluppo", conclude.

    Schifani "Da Gentile segno respobsabilità e coraggio". "Le dimissioni di Antonio Gentile da sottosegretario dimostrano che il Nuovo Centrodestra non é il partito delle poltrone ma della responsabilità e del coraggio. La responsabilità di evitare tensioni all'interno di un governo chiamato ad affrontare le riforme ed i nodi economici del Paese. Il coraggio di rinunciare ad un prestigioso incarico istituzionale e di denunciare un'aggressione politico e mediatica infondata, confermata dal Procuratore di Cosenza, che ha ufficialmente affermato che Gentile non é indagato. A lui va l'affetto e la stima del nostro partito". Lo ha dichiarato il presidente del Nuovo Centrodestra, Renato Schifani.

    Quagliariello "Gentile generoso". "Gentile ha compiuto un atto di generosità, la verità gli renderà onore. Ora si apra una seria riflessione su stato di diritto, politica e informazione". Lo dichiara Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra, commentando in una nota le dimissioni del sottosegretario Gentile.

    Lupi "Molti dovranno chiedere scusa a Gentile. "Con le sue dimissioni da sottosegretario alle Infrastrutture, compito che avrebbe assolto con competenza e passione per il rilancio del Sud, il senatore Antonio Gentile ha dimostrato un grande senso di responsabilità. Vittima di una campagna diffamatoria lascia, come ha confermato il procuratore di Cosenza, senza che nei suoi confronti ci sia alcuna azione giudiziaria. Il gesto del senatore Gentile testimonia ancora una volta che per il Nuovo Centrodestra viene prima l'interesse dell'Italia. Sono certo che presto molti dovranno chiedergli scusa". Lo afferma il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi (Ncd) in una nota.

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