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    Nomina Gentile, lui "Macchina del fango". Ora Calabria "Non ci intimorisce"

     

     

    Nomina Gentile, lui "Macchina del fango". Ora Calabria "Non ci intimorisce". Insorge Odg e Fnsi

    02 mar 14 "La macchina del fango partita dalla mia regione ha contaminato anche i grandi giornali. Credo alla loro buonafede e per questo, ritengo doveroso fare chiarezza sulle ingiuste e infamanti accuse di cui sono vittima da 10 giorni". Lo afferma il senatore Antonio Gentile in una nota: "Sono trasparente e con me lo è la mia famiglia". "Mio figlio, che è un brillante penalista, è stato messo alla gogna sulla base di un niente e io, addirittura, sono stato accusato di avere bloccato l'uscita di un quotidiano che non leggo e che è espressione della corruttela più truce. Non ho mai chiesto a nessuno di bloccare notizie su presunte indagini che riguarderebbero mio figlio e di cui lo stesso non è a conoscenza ", afferma il sottosegretario dell'Ncd. A dimostrazione di ciò ,"querelando, ho sottolineato la mia totale estraneità alla vicenda della mancata uscita della velina su mio figlio che, peraltro, era già stata ampiamente pubblicata lo stesso giorno dall'Ora di Calabria che poi oscurò(!) incredibilmente la pagina come io ho riportato nella querela medesima. Inoltre, la stessa notizia figurava su Il Corriere della Calabria(www.corrieredellacalabria.it) che è un settimanale cartaceo con edizione online, con evidenza massima Occorre poi sottolineare che la notizia (calunniosa) del coinvolgimento di mio figlio a un'inchiesta è stata riportata su Gazzetta del Sud del 19 febbraio ( con locandine annesse) che è , come noto, il giornale storico della Calabria e quello piu' letto e diffuso . Tale notizia compariva sia nella prima pagine che in quelle regionali ". Il quotidiano "L'ora di Calabria, prima Calabria Ora e poi testato da Paese Sera, è fallito due volte. Il suo editore, Piero Citrigno, è un signore condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione per usura, condanna che sta scontando ai domiciliari, è indagato per altri presunti gravissimi fatti di speculazione, per estorsione ed è oggetto di una confisca di 100 milioni di euro da parte della DDA che ha riguardato anche i beni di suo figlio Alfredo, attuale editore de L'Ora di Calabria. Con questi personaggi non ho rapporti, come testimoniano le pagine intrise di veleno delle testate che lo pseudoeditore accompagna al fallimento e che chiunque può consultare nelle biblioteche". Sono "almeno cinque anni che sono oggetto delle sue intimidazioni, da quando trascinai il centrodestra alla vittoria di Scopelliti. Anche in questo caso ho prodotto querele che hanno determinato rinvii a giudizio per diffamazioni varie che i giornali, purtroppo, non riportano". "Questo 'signore' , lo sappiano i direttori dei grandi quotidiani , la Fnsi, l'Ordine e l'Inpgi, è stato rinviato a giudizio per violenza privata nei confronti del povero Alessandro Bozzo, un giornalista che si è tolto la vita dopo che lo stesso Citrigno lo aveva obbligato, secondo la Procura della Repubblica di Cosenza, a firmare un contratto capestro di 800 euro mensili , nonostante fosse redattore ordinario". I giornalisti che lavorano con Luciano Regolo "percepiscono 5-600 euro mensili , i loro contributi non vengono pagati , il loro futuro è purtroppo opacizzato . Sono questi i miei detrattori. Gli stessi che rappresenterebbero la libertà di stampa addirittura per il Corriere, per Repubblica, per il sole 24 ore, per il Giornale . per un quotidiano diretto dal figlio di un eroe, ucciso barbaramente da chi, sulle colonne di Repubblica, si erge ad intellettuale nonostante sia stato condannato a 22 anni di carcere".

    Editore Ora Calabria: fango Gentile su mia famiglia. "Non sarei sincero se dicessi che non mi aspettavo un'esternazione di questo tipo da Tonino Gentile. Essa è un elemento in più per stabilire quanto peso abbia avuto il senatore su quello che è successo a L'Ora della Calabria nella notte fra il 18 e il 19 febbraio". Lo afferma, in una dichiarazione, l'editore del quotidiano 'l'Ora della Calabria', Alfredo Citrigno, intervenendo sul "caso Gentile". "De Rose (lo stampatore del quotidiano, ndr) al telefono - aggiunge Citrigno - non faceva altro che ricordarmi i problemi giudiziari che coinvolgono mio padre lasciando intendere, più volte, che se io avessi provocato i Gentile, non costringendo il direttore a togliere la notizia riguardante il figlio del senatore, ne avrei avuto 'un male' e quindi 'sarei stato un folle'. Quanto, adesso, sostiene Tonino Gentile, inoltre, mi rende più chiaro il significato delle parole che mi ha detto suo figlio la sera della mancata andata in stampa dell'Ora, perché dopo che lui mi inviò un sms, ci siamo anche parlati. Andrea, poiché io gli ricordavo che non potevo obbligare il direttore a ignorare la notizia dell'inchiesta aperta a suo carico, si è irrigidito e mi ha detto: 'Siamo adulti e vaccinati, vorrà dire che ognuno andrà avanti per la sua strada'. E poi ha concluso: 'Tanti auguri a te e tuo padre!'. Una frase che ora, grazie al veleno e al fango gettato da Tonino Gentile a mezzo stampa sulla mia famiglia, si chiarisce fino in fondo. Non credo debba aggiungere altro. Mio padre attende serenamente la pronuncia della magistratura sulle accuse che gli sono state rivolte e lo stesso dovrebbero fare il senatore e suo figlio sulle vicende che li riguardano senza tentare di piegare l'informazione come meglio piace loro". "E' chiaro che questa notizia - dice ancora Alfredo Citrigno - è prova ulteriore dell'intimidazione espletata da un senatore della Repubblica, nonché sottosegretario, ai danni della mia famiglia e del giornale 'Ora della Calabria', dimostra di essere un ulteriore e meschino tentativo di spostare l'attenzione da una notizia ben più considerevole e non trascurabile! Ho dato mandato ai miei legali di querelare per la grave diffamazione compiuta dal senatore nei confronti della mia famiglia. Tutto ciò solo perché non ha perdonato il fatto che io ho voluto alzare la testa e diffondere la verità, rompendo, così, quelle logiche che opprimono la nostra Calabria a opera di chi come lui si sente onnipotente. Ritengo giusto che i problemi giudiziari, tutti, debbano essere lasciati al vaglio della magistratura".

    Cdr Ora Calabria: Quereleremo Gentile. "Il senatore Antonio Gentile, fino ad oggi, non si era mai interessato alla situazione lavorativa dei giornalisti de L'Ora della Calabria. Spiace che lo faccia solo ed esclusivamente ora, evidentemente per distogliere l'attenzione dai problemi ben più seri che lo riguardano". E' quanto si legge in un comunicato del cdr dell'Ora della Calabria. "Abbiamo le nostre vertenze sindacali e le stiamo affrontando serenamente - prosegue la nota - e non consentiamo che qualcuno, dall'esterno e senza conoscere la reale situazione, stigmatizzi alcunché. Stante la gravità delle dichiarazioni rilasciate, annunciamo querela nei confronti di Gentile per le varie storture di cui si è reso protagonista. Tra queste ci sono quelle molto gravi riferite al nostro defunto collega Alessandro Bozzo, nome che il senatore Gentile non ha diritto nemmeno di pronunciare, se non per rispetto almeno per buon gusto".

    Ora Calabria: non ci intimorisce. "Se lo scopo della dichiarazione di Tonino Gentile è quella di intimorire o ridurre al silenzio me e tutta la redazione dell'Ora, sappia il senatore, che è destinato a fallire". Lo afferma il direttore dell'Ora della Calabria, Luciano Regolo,commentando la nota del sottosegretario Antonio Gentile. "Ho letto con molta attenzione quanto sostiene, ma piuttosto che fornire una spiegazione del fosco accaduto che ho denunciato preferisce sparare fango sul padre dell'editore dell'Ora della Calabria per confondere le acque". "Le vicende giudiziarie che riguardano il signor Piero Citrigno e di cui, per altro la nostra testata ha dato puntuale informazione - prosegue Regolo in una dichiarazione - non hanno nulla a che vedere con la mancata andata in stampa del giornale, né con l'inquietante telefonata di Umberto De Rose, presidente della Fincalabra e nostro stampatore, al nostro editore Alfredo Citrigno per convincerlo a farmi 'cacciare la notizia' riguardante l'inchiesta sul figlio del senatore, Andrea Gentile, coinvolto nel cosiddetto caso delle 'consulenze d'oro' all'Asp di Cosenza, cui sono contestati reati come abuso d'ufficio, falso ideologico e associazione a delinquere. L'unico collegamento sulle vicende legali del signor Piero Citrigno con la triste vicenda che ha subito l'Ora è che per tutta quella telefonata (da me registrata e che può essere ascoltata da tutti on line) le usa come pressione sul nostro giovane editore, sostenendo che non gli sarebbe convenuto inimicarsi i Gentile pubblicando la notizia su Andrea, in un momento in cui la sua famiglia stava vivendo determinati problemi: 'Vuoi distruggere tutto quello che è stato costruito in una vita?'. Non solo: gli ricorda anche che Tonino Gentile sta per diventare sottosegretario e che questo ne avrebbe aumentato il potere. Sostiene lui più volte di parlare a nome e per conto dei Gentile, si autodefinisce 'garante' dell'obbligo che i Gentile avrebbero assunto verso la famiglia Citrigno nel caso la notizia fosse stata levata". "Per altro questa 'mediazione' - sostiene ancora Regolo - è comprovata dall'sms che Andrea Gentile stesso mandò al nostro editore, quella sera, sostenendo di aver parlato con De Rose e ringraziandolo per quello che avrebbe fatto, ossia convincermi a togliere la notizia. In un altro sms pressoché contestuale De Rose sollecita Alfredo Citrigno: 'Ti hanno chiamato ma non rispondi'. Usa il plurale intendendo i Gentile. Perché Gentile non replica su questa vicenda? Che cosa ha da dire sulla telefonata e sugli scenari inquietanti che essa evoca? Non ha parlato col figlio? E perché non querela De Rose che poi non ha stampato il giornale, visto che la notizia su Andrea non era stata tolta? Per altro con i miei editoriali ho più volte sollecitato invano una sua risposta, una sua dichiarazione che non è mai venuta. Vedo con tristezza che al senatore della libertà di stampa non importa nulla preferisce portare avanti un confronto velenoso con la famiglia dell'editore, come una sorta di 'faida', i giornalisti, di cui finge di farsi paladino, non gli importano nulla. Tutta la redazione dell'Ora è unita, in questa battaglia per la libertà e per il diritto di cronaca. E migliaia di calabresi ci scrivono con sdegno che il senatore dovrebbe dimettersi". "Reputo poi un autentico 'sciacallaggio' a scopo delatorio e intimidatorio - continua Regolo - tirare fuori la storia del suicidio di un collega Alessandro Bozzo, che io non ho mai conosciuto ma che è stimato e amato da tutti i miei colleghi. La sua morte non c'entra nulla in questa vicenda, non c'entra con il nostro editore, non c'entra con la nostra redazione, non c'entra la battaglia che stiamo conducendo. Il senatore avrebbe dovuto avere il buon gusto e lo spirito cristiano di rispettare la memoria di Alessandro senza usarlo in quella che è una torbida vendetta mediatica. Non aggiungo altro perché certe esternazioni dai toni e dai significati 'trasversali' a mio avviso parlano da soli, De Rose lo diceva nella telefonata che se noi non avessimo tolto la notizia su suo figlio lei avrebbe colpito i Citrigno non solo in Tribunale ma 'addovunque' come 'il cinghiale ferito che poi ammazza tutti'. È giusto che la magistratura indaghi su Piero Citrigno e sui suoi beni. Ma è giusto che indaghi anche sul ruolo del figlio nelle 'consulenze d'oro', e su quello del padre, Tonino Gentile, su quanto accaduto la notte della mancata andata in stampa dell'Ora. Ed è per questo che ho conferito con la Procura di Cosenza consegnando le prove in mio possesso. E ho la più profonda fiducia nel suo operato. In un Paese civile, in una Repubblica democratica non ci sono Innominabili o Innominati e neppure tracotanti don Rodrigo che si servono di 'bravi' per incutere paura e sudditanze psicologiche".

    Iacopino (Odg) "Gentile non associ sua vicenda a Bozzo". "Il sottosegretario Antonio Gentile ha il diritto di difendersi. Il diritto che non ha è di collegare la sua vicenda alla tragedia di Alessandro Bozzo, il giovane collega morto suicida quasi un anno fa". Lo dichiara Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, in replica alle parole del sottosegretario Gentile, il quale ha annunciato la volontà di devolvere "parte del ricavato del risarcimento danni che otterrò dalle querele alla vedova di Alessandro Bozzo, un giornalista libero, ucciso dai suoi estorsori nel silenzio di tutti". "L'Ordine dei giornalisti - prosegue Iacopino - sa bene chi sono le persone coinvolte tanto che ha già deciso di costituirsi parte civile nel processo che si terrà il 6 ottobre. Il prossimo 15 marzo a Cosenza ci sarà una cerimonia per ricordare Alessandro e la sua famiglia mi ha chiesto di essere presente, proprio perché né io né l'Odg scopriamo oggi quella sconvolgente vicenda".

    Parisi (Fnsi) "Sciopero delle firme al Quotidiano della Calabria". Carlo Parisi, vicesegretario nazionale della Fnsi esprime, in una nota, "piena e convinta solidarietà" ai dipendenti art. 1, 2, 12 e 36 de "Il Quotidiano della Calabria" che hanno aderito allo sciopero delle firme proclamato dal comitato di redazione del giornale. Parisi, nella nota, si dice "fortemente preoccupato dal sistematico mancato rispetto delle scadenze retributive e contributive che, sommato al difficile confronto sindacale che, spesso, ha caratterizzato le trattative, non contribuisce certo a rasserenare gli animi di redattori e collaboratori che non chiedono altro che rispetto della dignità umana e professionale e delle scadenze di pagamento delle spettanze dovute". "Tanti, tantissimi, collaboratori esterni - è scritto nella nota diffusa dal sindacato giornalisti calabresi - nonostante fossero stati esentati dall'iniziativa di lotta, che interessava i contrattualizzati Fieg-Fnsi, hanno voluto comunque aderire allo sciopero, testimoniando comunione d'intenti sul carattere di alcune rivendicazioni che riguardano, queste sì, tutti i giornalisti del quotidiano edito dalla Finanziaria Editoriale srl. Così oggi, a parte le firme in calce ad alcuni servizi di agenzia, i cui autori naturalmente sono del tutto ignari della vertenza in corso, e qualche pezzo redatto da non giornalisti e a parte i servizi sportivi curati da collaboratori esterni, quasi tutti gli articoli sono stati pubblicati senza firma".

    Siddi (Fnsi) "Nomina inquietante". "Le dichiarazioni del presidente Renzi sull'impegno a tutela dei giornalisti minacciati dalle mafie, autentici eroi civili, hanno una grande rilevanza ed è un segnale importante. La composizione finale della sua squadra evidenzia tuttavia per la libertà di stampa alcuni segnali contraddittori, e altri fonte di inquietudine sui quali sarà bene si faccia presto chiarezza al massimo livello". Lo afferma il segretario Fnsi Franco Siddi in un editoriale sul sito di Articolo21. "Non si può infatti non evidenziare come - prosegue Siddi -, il riconfermato sottosegretario alla giustizia Ferri sia autore di decine di querele contro giornali e giornalisti e che l'altro sottosegretario Costa, sia stato spesso protagonista in parlamento di proposte di legge restrittive sul diritto di cronaca. Tutto ciò è poco rassicurante per il ruolo di garanzia richiesto. A destare inquietudine è invece la nomina del sottosegretario Gentile sul quale si allunga l'ombra di un'iniziativa dello stampatore de l'Ora di Calabria per bloccare la pubblicazione di un servizio relativo al coinvolgimento, in un'inchiesta giudiziaria, su affari pubblici a carico del figlio". "In tempi così difficili - afferma ancora - far coincidere i buoni propositi con altrettante buone biografie delle persone incaricate di alte funzioni pubbliche sarebbe quantomai opportuno. Non appare, almeno politicamente, opportuno il contrario". "L'augurio - conclude il segretario Fnsi - è che il governo, nel suo complesso, diradi le ombre e che da subito intanto, il nuovo sottosegretario all'Editoria Lotti e il viceministro alle Comunicazioni Giacomelli, si facciano interpreti di un'azione rassicurante per il rilancio del settore e per la valorizzazione del servizio pubblico radiotelevisivo".

    Parisi (Fnsi) "Gentile racconti sue verità in Procura. "Avendo chiamato in causa la Fnsi, ribadiamo a Gentile quanto dichiarato assieme al segretario generale, Franco Siddi, nell'immediatezza dell'incidente 'inquietante' alle rotative, che ha impedito la stampa e la diffusione del quotidiano l'Ora della Calabria, che getta una luce sinistra sui processi dell'informazione nella regione". Lo afferma, in una dichiarazione, il vicesegretario nazionale della Federazione nazionale della stampa, Carlo Parisi, segretario dell'Fnsi della Calabria. "Nell'esprimere 'piena e convinta solidarietà ai giornalisti dell'Ora della Calabria, del Corriere della Calabria, della Gazzetta del Sud e a quanti vengono chiamati in causa da Gentile per aver riportato la notizia', Carlo Parisi, auspica, è detto in un comunicato, che 'questa volta la magistratura faccia immediatamente luce su una vicenda sulla quale non possono essere tollerati ritardi e omissioni'". "Stesso discorso - prosegue il comunicato - per quanto riguarda il suicidio di Alessandro Bozzo e le condizioni lavorative e retributive dei giornalisti de l'Ora della Calabria: 'Se il sottosegretario Antonio Gentile - afferma ancora Parisi - ha elementi utili ai fini delle indagini si presenti in Procura e faccia dichiarazioni spontanee, come ha fatto il direttore de 'l'Ora', Luciano Regolo. In caso contrario, abbia rispetto per la memoria dei morti ed il lavoro dei tanti onesti giornalisti che, senza santi in paradiso, assicurano alla Calabria, tra mille difficoltà e pesanti condizionamenti, quell'informazione che qualcuno, a torto, vorrebbe censurare'".

    Probabile mozione sfiducia M5S: "Una mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario Gentile? Al momento non abbiamo valutato ma è probabile". Lo afferma il capogruppo al Senato del M5s Vincenzo Santangelo che aggiunge: "stiamo ancora esaminando tutta la squadra dei ministri. Al momento non è ancora previsto nulla ma non è escluso". I Cinque Stelle hanno già presentato al Senato una mozione di sfiducia individuale per i ministri Federica Guidi e Giuliano Poletti per "conflitto di interesse".

    Morra: Proporrò sfiducia Gentile a mio gruppo. "Domani pomeriggio abbiamo la nostra assemblea e lì io avanzerò la richiesta di presentare una mozione di sfiducia al sottosegretario Antonio Gentile". Lo dice il senatore, ex capogruppo M5s, Nicola Morra che ha già presentato un'interrogazione sul silenzio imposto al quotidiano 'L'Ora della Calabria' circa l'inchiesta sul figlio del senatore Gentile. "Dovremo anche vagliare se il regolamento del Senato lo consente" precisa Morra ricordando che proprio in occasione della presentazione dell'interrogazione è stato chiamato da un funzionario del Senato che gli ricordava che "in un atto di sindacato ispettivo non si può nominare per nome e cognome un collega. Per qui siamo dovuti arrivare alla circonlocuzione 'parlamentare calabrese'". Poi Morra aggiunge: "d'altra parte chi è che ha attaccato Tonino Gentile in Aula? Io e solo io: nessuno dal Pd, nessuno da Fi visto anche se è stato il Giornale di Berlusconi a sbatterlo in prima pagina".

    Maroni: Gentile va rimosso. Il sottosegretario ai Trasporti Antonio Gentile ''non può restare'' secondo il leghista Roberto Maroni. ''Scoppia il caso Gentile - ha scritto il presidente della Lombardia su Twitter . Schifani e Quagliariello difendono il sottosegretario, ma Rosy Bindi: Alfano e Renzi lo rimuovano, non può restare''.

    Lega pronta a sfiduciare indagati Governo. "Se questo è il nuovo che avanza, allora è un disastro. La Lega Nord è pronta a sfiduciare tutti gli indagati che Renzi ha messo al governo". Così Matteo Salvini, segretario federale della Lega, sulle polemiche sui cinque sottosegretari, tra i quali Gentile, che risultano indagati.

    "Fare luce quanto prima sui trattamenti economico-previdenziali e contrattuali che l'editore del quotidiano 'L' Ora di Calabria', salito agli onori delle cronache in questi giorni, riserva ai suoi giornalisti, credo sia un dovere della politica, ma anche del mondo dell'informazione". A dichiararlo e' Barbara Saltamartini di Ncd. "Dopo la presa di posizione da parte dei direttori delle piu' importanti testate italiane contro il sottosegretario Gentile e il governo, mi auguro che il gotha dell'informazione abbia la stessa celerita' e determinazione nel voler chiedere altrettanta chiarezza sulla situazione in cui sembrano costretti a lavorare alcuni loro colleghi".

    Giovanardi: Bindi superficiale". Come era prevedibile l'On. Rosy Bindi, alla prima occasione utile, ha parlato come Presidente della Commissione Antimafia per attaccare un avversario politico, attribuendogli con disinvoltura e superficialità una telefonata che il senatore Gentile non ha mai fatto. Se questo è il modo di operare di chi dovrebbe accertare la verità e invece trincia giudizi così avventati, in questo paese c'è davvero da essere terrorizzati dall'uso che si fa di organismi così delicati come la Commissione Antimafia." E' quanto dice Carlo Giovanardi del Nuovo Centro Destra.

    Cicchitto: faziosità politica FI su Gentile."Fermo rimanendo che Berlusconi e' stato oggetto di un gravissimo attacco giudiziario e che essendo egli un leader di prima grandezza esso ha assunto uno straordinario rilievo politico, confermo che l'attacco a Gentile da parte di piu' di un esponente di Forza Italia e' la manifestazione di giustizialismo strumentale che non ha alcuna giustificazione se non la faziosita' politica". Lo afferma in una nota Fabrizio Cicchitto di Ncd.

    Arena: Da Bindi fango su Gentile. "L'on. Bindi non ha fatto mancare il suo apporto di 'fango' nel violento ed ingiusto attacco al Sottosegretario Gentile". Lo afferma l'assessore regionale della Calabria Demetrio Arena, di Ncd. "Allo stesso modo - continua Arena - non ha perso l'occasione per fare riferimento alla situazione di Reggio Calabria dando atto al Ministro Alfano di aver anteposto il suo ruolo istituzionale a quello di leader politico. Purtroppo non possiamo affermare lo stesso per quanto riguarda lei ed altri esponenti del Pd. Da presidente della Commissione Antimafia, organismo sbilanciato per la assenza dei parlamentari di centrodestra, l'on. Bindi ha cercato di fare pressioni, nel corso di una vera e propria imboscata, sul Ministro Alfano affinché decidesse di prorogare il commissariamento del Comune di Reggio Calabria che, dopo un anno e mezzo di gestione commissariale, ha messo in ginocchio la città sfiancando i reggini". "La proroga - aggiunge Arena - non è discrezionale ma si basa, purtroppo, esclusivamente su una legge che ormai da molti anni magistrati, prefetti e parlamentari bipartisan hanno più volte giudicato iniqua e inefficace a contrastare le infiltrazioni della 'ndrangheta nella pubblica amministrazione e che genera una preoccupante frattura tra lo Stato e le comunità interessate dal provvedimento. Auspichiamo che presto possa essere riequilibrata la rappresentanza in seno alla Commissione Antimafia, per evitare che un così importante organismo possa continuare ad essere utilizzato come strumento di contrapposizione politica. Confidiamo, infine, in un impegno serio attraverso azioni incisive da parte dei parlamentari meridionali, e calabresi in particolare per apportare le necessarie modifiche legislative, ripristinare la democrazia e creare le basi per determinare quel rapporto collaborativo tra Stato e comunità territoriali, connubio indispensabile per il contrasto alla criminalità organizzata".

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