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    Tribunale: Citrigno contiguo alle cosche

      Dia

     

    Tribunale: Citrigno contiguo alle cosche

    30 lug 14 Il provvedimento di confisca di beni per 100 milioni all'imprenditore Pietro Citrigno è stato adottato dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Cosenza dopo che gli stessi beni erano stati sequestrati in due occasioni al termine delle indagini della Dia e su richiesta del direttore della Dia Arturo De Felice. Secondo il Tribunale, Citrigno ha "continuato a tenere comportamenti antisociali e penalmente rilevanti" anche dopo la condanna per usura. Nel provvedimento viene anche spostato dal 2005 al 2010 il limite temporale per quanto riguarda la sussistenza della pericolosità sociale di Citrigno e dell'illegittima provenienza dei beni acquisiti dall'imprenditore e dai suoi familiari sulla base della sproporzione fra i redditi dichiarati e gli investimenti realizzati. In base alle indagini della Dia, il Tribunale di Cosenza ha scritto nel provvedimento che dagli atti del procedimento penale "emerge non solo il consolidato ed allargato sistema di usura posto in essere da Citrigno almeno già dagli anni settanta, ma altresì la contiguità (e non già l'intraneità) del medesimo ad alcuni esponenti di spicco delle consorterie criminose operanti nel cosentino". Citrigno, secondo il Tribunale, è risultato "soggetto equidistante da entrambi i clan di spicco, che aveva bisogno di protezione a livello delinquenziale, al fine di tutelare le proprie attività imprenditoriali, nonché quale soggetto noto negli ambienti delinquenziali per il suo allargato giro usura". Inoltre, l'imprenditore, "ha continuato a tenere comportamenti antisociali e penalmente rilevanti anche successivamente alla grave condanna per usura riportata, condotte sempre finalizzati ad ottenere profitti illeciti. Tanto si evince, in particolare, dalla vicenda sottesa al procedimento penale pendente presso il Tribunale di Paola, nell'ambito del quale Citrigno è imputato per estorsione aggravata". Per il Tribunale, poi, risulta "oltremodo significativa la circostanza che la maggiore sproporzione tra redditi dichiarati od attività economica del proposto ed acquisti effettuati, si collochi proprio negli anni 2000/2002, vale a dire in epoca contestuale od immediatamente successiva alle condotte usurarie giudizialmente acclarate, dato questo che denuncia incontestabilmente la sussistenza di una fiorente e redditizia attività delittuosa, parallela all'attività economica svolta, fonte della maggior parte dei proventi della famiglia Citrigno". Oltre al Centro clinico San Vitaliano di Catanzaro, struttura accreditata dal Servizio sanitario calabrese, con circa 35 posti letto per pazienti affetti da patologie neuromuscolari, sono state confiscate le cliniche Villa Gioiosa di Montalto Uffugo e Villa Adelchi di Longobardi (CS), entrambe accreditate dal Servizio sanitario, con circa 50 posti, e il Centro clinico Ortensia di Cosenza.

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