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    A Tabularasa il rapporto tra giovani e gioco d'azzardo

     

     

    A Tabularasa il rapporto tra giovani e gioco d'azzardo

    04 lug 14 La dipendenza da gioco d'azzardo è stato il tema centrale del secondo appuntamento di Tabularasa. La manifestazione, organizzata da Giusva Branca e Raffaele Mortelliti, si è tenuta nel piazzale della chiesa centrale di Sambatello, dove si è svolto il dibattito organizzato in collaborazione con il Centro reggino di solidarietà. "Legare realtà positive come Tabularasa e il Cereso - ha detto Giusva Branca - genera quelle sinergie capaci di far crescere l'intera comunità. Quando siamo presenti, quando riusciamo ad unirci siamo meno soli e abbiamo meno paura". Caterina De Stefano, direttore del dipartimento delle Dipendenze dell'Asp di Reggio Calabria, ha affrontato il tema dal punto di vista patologico: "La dipendenza da gioco - ha affermato - è a tutti gli effetti una patologia e come tale va curata. Nella nostra struttura circa quattro anni fa abbiamo iniziato a lavorare a livello sperimentale registrando la reale necessità di interventi specifici sul territorio. Aprire centri di slot machine accanto alle scuole, per fare un esempio, è un incentivo a giocare, la stessa cittadinanza deve intervenire per bloccare questo modus operandi". Studi condotti dall'Asp e dal Cereso "dimostrano che i dati in tutta la provincia reggina sono allarmanti. Il 76% dei giovani praticano il gioco d'azzardo, donne e anziani non sono affatto estranei alla malattia per un totale di 4 milioni di euro dispersi fra scommesse e tagliandi di gioco istantaneo". Il dibattito si è, poi, incentrato sul ruolo dello stato: "Da un lato - ha affermato Luciano Squillaci, portavoce del forum del Terzo Settore di Reggio Calabria - lo Stato dichiara la dipendenza da gioco d'azzardo una malattia, ma dall'altro non crea un pacchetto normativo teso a curarla". Fondamentale, in questo senso, è contrastare le illusorie speranze che le macchine da gioco nutrono. "I problemi della nostra città - ha detto monsignor Fiorini Morosini - devono essere affrontati in maniera limpida. Chi ci amministrerà in futuro non dovrà incantarci con false speranze, dovrà chiaramente dire da dove partiamo e cosa ci propone per far crescere la comunità". La serata è stata intervallata dalla musica live di Mimmo Martino e Mario Lo Cascio.

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