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    Carabinieri smantellano banda di donne dedite a usura a Cosenza

     

    Carabinieri smantellano banda di donne dedite a usura a Cosenza

    03 lug 14 Una banda composta da quattro donne dedita all'usura e all'estorsione è stata sgominata dai carabinieri del Reparto operativo di Cosenza che stamani hanno arrestato tre persone (una ai domiciliari) e notificato obblighi di presentazione alla pg ad altre due. Secondo l'accusa, le donne e l'uomo (sottoposto alla misura dell'obbligo di presentazione alla pg) avrebbero prestato, nell'ottobre 2009, denaro ad un imprenditore della provincia di Cosenza in difficoltà economiche, costringendolo a pagare tassi usurai del 10% mensile. L'inchiesta, avviata alla fine del 2013 e coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza, ha messo in luce episodi di minacce, anche con l'uso di armi, rese ancora più pregnanti dal fatto che due delle donne arrestate sono molto vicine a esponenti di vertice della cosca Lanzino-Ruà di Cosenza.

    --- Video video della conferenza stampa

    --- Video video degli arresti

    Conferenza stampa arresti banda donne

    In manette sono finite, Fausta Malgaritta, di 51 anni, e Maria Pia Montalto di 61 anni, trasferite in carcere e E. P. 27 anni agli arresti domiciliari. Alle donne vengono contestati i reati di Usura ed estorsione. Due delle donne sono le consorti di due noti esponenti della malavita cosentina. Ad altre due persone, G.G., 37 anni e V.F. 38 anni, marito e moglie, legati da vincoli di parentela con gli le tre donne sono state assegnatarie dell'obbligo di presentazioene firma presso le autorità di polizia. Il giro d'affari accertato dai carabinieri, che questa mattina hanno portato a termine l'operazione con le perquisizioni in cui non è stato trovato denaro, è di 154.000 euro. Alla vittima accertata, un imprenditore edile che opera nell'hinterland cosentino, veniva applicato un tasso di usura del 120% annuo. La vittima era praticamente asediata e sotto controllo da parte del gruppo criminale che lo seguirono persino in un ufficio postale quando andò ad aprire un conto corrente. In un caso per convincerlo fu minacciato da una delle arrestate con un fucile. Le indagini sono apena iniziate, ha tenuto a precisare il Comandante Provinciale dei CC col. Giuseppe Brancati, durante la conferenza stampa, e per ovvie ragioni non si è sceso nei particolri perchè l'inchiesta è solo all'inizio.

    Mogli di affiliati a cosca Lanzino. Sono partite dalla denuncia della vittima, le indagini dei carabinieri del reparto operativo di Cosenza che stamani hanno portato all'esecuzione di cinque provvedimenti cautelari, quattro dei quali a carico di donne, per usura aggravata ed estorsione. Una banda tutta al femminile, dunque, che ha indotto gli inquirenti a definire l'operazione "Profondo rosa". L'incubo per la vittima, un imprenditore, è iniziato nel 2009, quando ha ottenuto un prestito di 35mila euro, per il quale, secondo l'accusa, sarebbe stato costretto a pagare, fino al 2013, anno in cui ha deciso di rivolgersi ai carabinieri, interessi mensili del 10%. L'esborso totale è stato di 154mila euro. L'imprenditore sarebbe stato anche più volte minacciato dal gruppo, anche con un fucile, arma che però non è stata ancora trovata. In un'occasione la vittima sarebbe stata anche avvicinata all'uscita dell'ufficio postale e minacciata perché le componenti della banda sospettavano che potesse aver versato delle some di denaro invece di darle agli estortori. Maria Pia Montalto e Fausta Malgaritta sono le mogli di due noti personaggi della malavita cosentina, vicini al clan Ruà-Lanzino. L'influenza della cosca nell'attività di usura ed estorsione non è stata provata tant'è che l'inchiesta è stata coordinata dalla Procura ordinaria di Cosenza, anche se le donne, è detto nell'ordinanza, utilizzavano i nomi dei mariti per intimorire la vittima e costringerla a pagare. Minacce del tipo: "Se non mi dai i soldi ti ammazzo tutta la famiglia e ti brucio il cantiere... mio marito si è fatto 22 anni di carcere e te la fa pagare ... non è un fesso ... ha le sue amicizie". "Denunciare conviene sempre", ha detto il comandante del Nucleo operativo dei carabinieri di Cosenza Vincenzo Franzese illustrando i particolari dell'operazione. "Era stato preso di mira un imprenditore edile che, trovandosi in difficoltà economiche, era stato 'aiutato' dal gruppo", ha detto il comandante provinciale dei carabinieri Giuseppe Brancati.

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