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    Unioncamere Calabria: Segnali di ripresa ma indicatori negativi in primo trimestre

     

     

    Unioncamere Calabria: Segnali di ripresa ma indicatori negativi in primo trimestre

    23 giu 14 Continuano ad essere negativi tutti gli indicatori dell'economia calabrese. A rivelarlo è Unioncamere Calabria, che all'uscita dei dati congiunturali relativi al primo trimestre dell'anno, sottolinea, però, come nei primi mesi del 2014 si consolidino i segnali di ripresa che si erano intravisti alla fine del 2013. Tuttavia, sia con riferimento al manifatturiero, che alle costruzioni, al commercio e ai servizi, le variazioni relative alla produzione, al fatturato e agli ordinativi sono tendenzialmente contraddistinte dal segno meno. Per quanto concerne i diversi settori, è sempre quello delle costruzioni ad essere maggiormente colpito dalla crisi con una recessione dell'11,5%. Il declino del manifatturiero calabrese, invece, segna nel primo trimestre del 2014 un deciso rallentamento, con la produzione che passa dal -11,1% del quarto trimestre 2013 al più modesto -2,2% del primo quarto 2014, il fatturato dal -10,3% al -2,4% e gli ordinativi dal -10,5% al -2,9%. Tale dinamica interessa tanto l'artigianato e le piccole e medie imprese quanto le realtà produttive di dimensioni maggiori. Per quanto non manchino segnali di ripresa, si è dunque ancora distanti dal ritorno alla crescita sperimentato dal manifatturiero a livello Paese (produzione +1,2%, fatturato +1,4%, ordinativi +1,2%). I comparti manifatturieri che registrano le performance peggiori sono l'industria tessile (produzione -4,8%; fatturato -4,3%; ordinativi -3,8%), l'industria del legno e del mobile (rispettivamente, -4,7%, -4,8% e -5,6%) e quella metallurgica (-4,5%,-4,5% e -5,2%). A contenere maggiormente le perdite è, invece, l'industria chimica, petrolifera e delle materie plastiche. Su base territoriale si riscontrano le difficoltà maggiori nei tessuti produttivi delle province di Catanzaro (produzione -2,9%, fatturato -3,0%, ordinativi -3,7%), Cosenza (-2,7%, -3,0% e -3,3%) e Crotone (-2,7%, -2,7% e -3,3%), tutte sotto la media regionale. La provincia di Reggio Calabria segna, invece, la performance territoriale migliore, con una contrazione dell'attività e del fatturato intorno all'1,0% e un calo degli ordinativi pari all'1,7%. In linea con l'andamento del settore su scala nazionale, resta in terreno negativo la dinamica delle vendite commerciali nel primo trimestre del 2014, per quanto con un lieve cenno di miglioramento rispetto al trimestre precedente. A fronte di una riduzione dell'8,7% alla fine del 2013, le imprese del commercio al dettaglio segnano, infatti, un calo del 5,1% nei primi mesi del 2014 (il -3,7% in Italia). La performance delle imprese di dimensioni minori risulta migliore di quella delle imprese con 20 o più dipendenti: le prime passano infatti da una contrazione degli affari del 9,7% ad una del 5,2%, mentre le seconde accelerano la caduta, passando dal -2,3% delle vendite del trimestre precedente al -4,1% dell'inizio del 2014. Difatti, mentre la grande distribuzione vede accelerarsi la dinamica recessiva, con un calo delle vendite che passa dal 3,0% al 5,1%, il commercio al dettaglio passa dal -10,9% al -4,9% per i prodotti alimentari e dal -8,7% al -5,1% per gli altri prodotti, segnando così un netto rallentamento della crisi. Tra le province, Catanzaro fa registrare la caduta più intensa nelle vendite nei primi mesi del 2014 (-8,1%) e Cosenza la flessione più contenuta (-2,8%). Anche il settore dei servizi - considerato al netto del commercio al dettaglio -, risente della debole domanda interna, con una contrazione del volume di affari pari al 3,0%, dimezzando comunque il ritmo della caduta, che si era attestato al 6,0% per due trimestri consecutivi. A livello settoriale, le contrazioni più contenute si registrano nell'informatica e telecomunicazioni e nelle attività dei servizi alle persone (-0,9% in entrambi i casi), mentre più intensi sono i cali registrati dalle mense e servizi bar (-6,3%) e dagli alberghi, ristoranti e servizi turistici (-4,6%). "I segnali di ripresa del manifatturiero - afferma Lucio Dattola, presidente di Unioncamere Calabria - sono solo parzialmente colti dal nostro sistema imprenditoriale per via della minore apertura commerciale all'estero e della scarsa dinamicità che le imprese esportatrici sperimentano sui mercati internazionali". A condizionare tali dinamiche negative, oltre ad una domanda interna in crisi, è stato lo scarso contributo di vendite all'estero. "La domanda interna - sottolinea Dattola - continua a mostrare segnali di recessione, il che inficia gli sforzi intrapresi dalle imprese del terziario. Una ripresa dell'interscambio commerciale favorirebbe nell'immediato la nostra economia, pur senza gli effetti diffusi di cui si avrebbe bisogno. Dobbiamo concentrarci, dunque, sulla riattivazione dei circuiti commerciali interni, cercando di sostenere le leve dell'occupazione e del reddito degli abitanti della nostra regione".

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