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    Intervista a Mons. Galantino: La Chiesa viva per strada

    Mons. Galantino con il Papa davanti la Cattedrale di Cassano Ionio

     

    Intervista a Mons. Galantino: La Chiesa viva per strada

    22 giu 14 Il giorno dopo la visita di Papa Francesco a Cassano allo Jonio parla il Vescovo e segretario della Cei, mons. Nunzio Galantino, per ringraziare il Pontefice per le sue parole. Mons. Galantino affronta anche il tema dell'impegno della Chiesa "per strada" e rivolge un invito, così come ha fatto stamane nel corso della messa di ringraziamento, a tutti i cattolici a vivere nella comunità religiosa quotidianamente e non come un "dopolavoro".

    D. Il giorno dopo la visita del Papa, come si sente?
    R. L'esperienza vissuta ieri è stata straordinaria. Voglio ringraziare il Santo Padre per la sua visita e per le parole pronunciate durante la messa ma anche nel corso di ogni singolo momento della visita pastorale.

    D. Come si affronta il dopo-visita?
    R. E' un evento che deve continuare. Deve continuare, soprattutto, attraverso il nostro impegno, soprattutto attraverso la nostra voglia di valorizzare tutto ciò che il Santo Padre ci ha dato. Ieri Papa Francesco ci ha dato tantissimo, non solo con le parole, ma anche con i gesti. Il Santo Padre, con le sue straordinarie capacità. ha messo coniugato la Parola di Dio con la nostra storia quotidiana. E su questa scia Papa Francesco ha ricordato che l'adorazione degli idoli porta alla violenza. E proprio l'adorazione di idoli come il denaro o lo spaccio di droga hanno portato ai due fatti di violenza accaduti all'inizio dell'anno a Cassano con l'uccisione di Cocò e di Don Lazzaro.

    D. Stamane il coro della cattedrale, al termine della messa, le ha cantato un ritornello che recitava "Don Nunzio è uno di noi".
    R. I ragazzi del coro sono sempre molto affettuosi. Credo che tutte le persone della diocesi di Cassano hanno imparato a conoscermi, hanno imparato anche a vedermi in mezzo a loro da tanto tempo. Quindi il coro non ha fatto altro che confermare quella che è la nostra vita di ogni giorno.

    D. Dunque lei ritiene la Chiesa va vissuta per strada?
    R. Si, una Chiesa per strada. Ricordate che i Cristiani all'inizio della loro "carriera", cioè quando è cominciata l'esperienza della prima comunità, venivano chiamati proprio 'quelli della via', non solo perché loro seguivano la via che era quella di Cristo, ma anche perché annunciavano Cristo per strada. Bisogna, quindi, recuperarla questa dimensione che è bellissima.

    D. Durante l'omelia della messa di stamane ha spronato i suoi fedeli a vivere la Chiesa quotidianamente, perchè?
    R. L'esperienza religiosa non può essere un dopolavoro. Non si può venire in chiesa quando non si ha nulla da fare o quando si ha un minuto libero. L'esperienza religiosa va vissuta quotidianamente e sempre con la stessa intensità. Questo modo di fare comunità deve entrare nella nostra mentalità e nel nostro modo di vivere.

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