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    Il Papa scomunica la ndrangheta

     

     

    Il Papa scomunica la ndrangheta "Sono il male, adorano i soldi e disprezzano il bene"

    21 giu 14 "La 'ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no". Lo ha detto il Papa nella omelia della messa che celebra nella Piana di Sibari, davanti a oltre duecentosessantamila persone. "La Chiesa - ha detto poi il Papa dopo aver chiesto di combattere la 'ndrangheta - che so tanto impegnata nell'educare le coscienze, deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi. Ce lo domandano i nostri giovani, bisognosi di speranza, Per poter rispondere a queste esigenze, la fede ci può aiutare". "Quelli che non sono in questa strada di bene, come i mafiosi, questi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati". Ha precisato poi il Papa nella sua omelia. "Quando all'adorazione del Signore si sostituisce l'adorazione del denaro - ha detto il Papa nell'omelia della messa che celebra a Piana di Sibari davanti a oltre duecentomila persone - si apre la strada al peccato, all'interesse personale e alla sopraffazione. Quando non si adora il Signore - ha proseguito - si diventa adoratori del male, come lo sono coloro che vivono di malaffare, di violenza, la vostra terra, tanto bella, conosce le conseguenze di questo peccato. La 'ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no. La Chiesa che so tanto impegnata nell'educare le coscienze, deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi. Ce lo chiedono i nostri giovani, bisognosi di speranza. Per poter rispondere a queste esigenze, la fede ci può aiutare".

    --- Video Guarda il video integrale dell'omelia

    Incoraggia il bene comune. Il Papa estende il proprio "sostegno" e "incoraggiamento" "alle Autorità civili che cercano di vivere l'impegno politico e amministrativo per quello che è, un servizio al bene comune". "Incoraggio tutti - ha anche detto nella omelia della messa che celebra nella Piana di Sibari - a testimoniare la solidarietà concreta con i fratelli, specialmente quelli che hanno più bisogno di giustizia, di speranza, di tenerezza".

    Ai giovani: Opponetevi al male ed alla violenza. I giovani anche in Calabria sapranno opporsi "al male, alle ingiustizie, alla violenza con la forza del bene, del vero e del bello". Lo ha detto il Papa nella omelia della messa che celebra nella Piana di Sibari, dopo aver incoraggiato il progetto Policoro, "un segno concreto di speranza", ha detto, "per i giovani che vogliono mettersi in gioco e creare possibilità lavorative per sé e per gli altri". "Voi, cari giovani, - ha raccomandato - non lasciatevi rubare la speranza!". "Non lasciatevi rubare la speranza, cari giovani, l'ho detto tante volte, lo ridico oggi", ha aggiunto papa Francesco. E non fatevi rubare la speranza, "lo dico a tutti". Ha quindi rivolto parole di incoraggiamento, parlando con grande forza, a tutti i membri della Chiesa, fedeli, catechisti, volontari.

    Incoraggia la Chiesa Calabrese. Il Papa esprime il suo "sostegno" e "incoraggiamento" al vescovo, ai sacerdoti, alla Chiesa di Cassano e della Calabria, "impegnata coraggiosamente nell'evangelizzazione e nel favorire stili di vita e iniziative che pongano al centro le necessità dei poveri e degli ultimi". Lo ha detto nella omelia della messa che celebra nella piana di Sibari, ultimo appuntamento del suo viaggio a Cassano Jonio.

    Al termine della messa rientro a Roma. Si è conclusa la messa celebrata da Papa Francesco nella spianata di Sibari. Il Papa ha poi salutato i sacerdoti che hanno celebrato con lui il rito. È iniziato, intanto, il deflusso dei pellegrini che stanno lasciando con calma e ordine la spianata di Sibari. Papa Francesco, a bordo di un elicottero che si è appena alzato in volo, ha lasciato la Calabria per far rientro a Roma dopo la visita pastorale a Cassano allo Jonio e la messa nella spianata di Sibari. Prima di salire a bordo dell'elicottero il Pontefice ha salutato tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine che lo hanno accompagnato fino alla scaletta. I pellegrini hanno accompagnato il volo dell'elicottero papale con le braccia sollevate in segno di saluto e gridando "Francesco...Francesco".

    Blocccata fedele troppo focosa. Tante persone avrebbero voluto abbracciare o stringere la mano a Papa Francesco nel corso della sua visita a Sibari. Le dimostrazioni di affetto si sono viste con gli slogan e le tante persone che cercavano di eludere i controlli per avvicinarsi al Pontefice. Anche una donna, al termine della messa, si è avvicinata troppo a Papa Francesco per salutarlo e abbracciarlo ma la vigilanza l'ha bloccata ed allontanata.

    Da Sacerdoti Calabria 30.000 euro per carità Pontefice. Il presidente della Conferenza Episcopale Calabra e arcivescovo di Cosenza, mons. Salvatore Nunnari, ha consegnato a Papa Francesco, in occasione della sua visita in Calabria, a nome di tutti i sacerdoti calabresi, la somma di 30mila euro per la carità del Pontefice. "L'iniziativa proposta dalla Commissione presbiterale regionale, presieduta dall'arcivescovo di Catanzaro, mons. Vincenzo Bertolone - è scritto in una nota - si è svolta nel corso della Quaresima come segno penitenziale e di attenzione ai bisognosi in tutta la Calabria da parte dei sacerdoti. Ciascun sacerdote ha fatto pervenire, tramite la diocesi di appartenenza, la sua offerta e mons. Nunnari, nella sua qualità di presidente dei vescovi calabresi, ha consegnato al Pontefice la somma a conclusione della celebrazione eucaristica".

    L'omelia integrale del Papa:
    Nella festa del Corpus Domini celebriamo Gesù «pane vivo disceso dal cielo» (Gv 6,51), cibo per la nostra fame di vita eterna, forza per il nostro cammino. Ringrazio il Signore che oggi mi dona di celebrare il Corpus Domini con voi, fratelli e sorelle di questa Chiesa che è in Cassano allo Jonio. Quella di oggi è la festa in cui la Chiesa loda il Signore per il dono dell’Eucaristia. Mentre il Giovedì Santo facciamo memoria della sua istituzione nell’Ultima Cena, oggi predomina il rendimento di grazie e l’adorazione. E infatti è tradizionale in questo giorno la processione con il Santissimo Sacramento. Adorare Gesù Eucaristia e camminare con Lui. Questi sono i due aspetti inseparabili della festa odierna, due aspetti che danno l’impronta a tutta la vita del popolo cristiano: un popolo che adora Dio e cammina con Lui. Prima di tutto noi siamo un popolo che adora Dio. Noi adoriamo Dio che è amore, che in Gesù Cristo ha dato se stesso per noi, si è offerto sulla croce per espiare i nostri peccati e per la potenza di questo amore è risorto dalla morte e vive nella sua Chiesa. Noi non abbiamo altro Dio all’infuori di questo! Oggi lo confessiamo con lo sguardo rivolto al Corpus Domini, al Sacramento dell’altare. E per questa fede, noi rinunciamo a satana e a tutte le sue seduzioni; rinunciamo agli idoli del denaro, della vanità, dell’orgoglio e del potere. Noi cristiani non vogliamo adorare niente e nessuno in questo mondo se non Gesù Cristo, che è presente nella santa Eucaristia. Forse non sempre ci rendiamo conto fino in fondo di ciò che significa questo, di quali conseguenze ha, o dovrebbe avere questa nostra professione di fede. Oggi chiediamo al Signore che ci illumini e ci converta, perché veramente adoriamo solo Lui, e rinunciamo al male in tutte le sue forme. Quando all’Adorazione del Signore si sostituisce l’adorazione del denaro, si apre la strada al peccato, all’interesse personale e alla sopraffazione. Quando non si adora il Signore si diventa adoratori del male, come lo sono coloro i quali vivono di malaffare e di violenza. La vostra terra, tanto bella, conosce i segni e le conseguenze di questo peccato. La ‘ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato. Bisogna dirgli di no. La Chiesa, che so tanto impegnata nell’educare le coscienze, deve sempre di più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi. Ce lo domandano i nostri giovani, bisognosi di speranza. Per poter rispondere a queste esigenze, la fede ci può aiutare. Ma questa nostra fede nella presenza reale di Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, nel pane e nel vino consacrati, è autentica se noi ci impegniamo a camminare dietro a Lui e con Lui, cercando di mettere in pratica il suo comandamento, quello che ha dato ai discepoli proprio nell’Ultima Cena: «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34). Il popolo che adora Dio nell’Eucaristia è il popolo che cammina nella carità. Oggi, come Vescovo di Roma, sono qui per confermarvi non solo nella fede ma anche nella carità, per accompagnarvi e incoraggiarvi nel vostro cammino con Gesù Carità. Voglio esprimere il mio sostegno al Vescovo, ai presbiteri e ai diaconi di questa Chiesa, e anche dell’Eparchia di Lungro, ricca della sua tradizione greco-bizantina. Ma lo estendo a tutti i Pastori e fedeli della Chiesa in Calabria, impegnata coraggiosamente nell’evangelizzazione e nel favorire stili di vita e iniziative che pongano al centro le necessità dei poveri e degli ultimi. E lo estendo anche alle Autorità civili che cercano di vivere l’impegno politico e amministrativo per quello che è, un servizio al bene comune. Incoraggio tutti a testimoniare la solidarietà concreta con i fratelli, specialmente quelli che hanno più bisogno di giustizia, di speranza, di tenerezza. Grazie a Dio ci sono tanti segni di speranza nelle vostre famiglie, nelle parrocchie, nelle associazioni, nei movimenti ecclesiali. Il Signore Gesù non cessa di suscitare gesti di carità nel suo popolo in cammino! Un segno concreto di speranza è il Progetto Policoro, per i giovani che vogliono mettersi in gioco e creare possibilità lavorative per sé e per gli altri. Voi, cari giovani, non lasciatevi rubare la speranza! Adorando Gesù nei vostri cuori e rimanendo uniti a Lui saprete opporvi al male, alle ingiustizie, alla violenza con la forza del bene, del vero e del bello. Cari fratelli e sorelle, l’Eucaristia ci ha raccolti insieme. Il Corpo del Signore fa di noi una cosa sola, una sola famiglia, il Popolo di Dio riunito attorno a Gesù, Pane di vita. Quello che ho detto ai giovani lo dico a tutti: se adorerete Cristo e camminerete dietro a Lui e con Lui, la vostra Chiesa diocesana e le vostre parrocchie cresceranno nella fede e nella carità, nella gioia di evangelizzare. Sarete una Chiesa nella quale padri, madri, sacerdoti, religiosi, catechisti, bambini, anziani, giovani camminano l’uno accanto all’altro, si sostengono, si aiutano, si amano come fratelli, specialmente nei momenti di difficoltà. Maria, Donna eucaristica, che voi venerate in tanti Santuari, specialmente in quello di Castrovillari, vi precede in questo pellegrinaggio della fede. Lei vi aiuti sempre a restare uniti affinché, anche per mezzo della vostra testimonianza, il Signore possa continuare a dare la vita al mondo.

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