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    Rapporto Bankitalia: In Calabria gli occupati calano del 7%

     

    Rapporto Bankitalia: In Calabria gli occupati calano del 7%

    18 giu 14 Diminuiscono ancora gli occupati in Calabria. Lo rileva il rapporto annuale di Bankitalia che segnala un calo del 6,9% rispetto al 2012. La flessione - documenta il rapporto sull'economia regionale presentato oggi a Catanzaro - è stata maggiormente accentuata nella seconda parte dell'anno. L'occupazione della popolazione in età lavorativa, che va quindi dai 15 ai 64 anni, è scesa al di sotto della soglia del 40%, raggiungendo il 39%. Questo dato pone la Calabria come ultima regione in Italia per l'occupazione. Il numero degli occupati è sceso sia tra gli uomini che fra le donne. Per i giovani, invece, tra i 15 ed i 34 anni, si registra una riduzione del 14%. Gli occupati sono calati in misura superiore tra i soggetti con bassi livelli di istruzione, per i laureati, invece, si evidenzia un calo del 4,9%. L'offerta del lavoro si è ridotta del 3,3% rispetto al 2012, dato superiore rispetto a tutto il Mezzogiorno e all'Italia. I disoccupati hanno raggiunto il numero di 151mila, pari al 22,2% delle forze di lavoro. La metà dei disoccupati calabresi è rappresentata da ex occupati in cerca di lavoro. La disoccupazione è cresciuta in tutte le fasce d'età ma tra i più giovani ha registrato il livello storicamente più elevato, pari al 56,1%. I Neet, i giovani tra i 15 e i 34 anni che non hanno un impiego né lo cercano, raggiungono il 40,1%. Su questo ha un peso anche la riduzione degli immatricolati all'università che, secondo i dati raccolti da Bankitalia, sono stati 11mila, con un calo del 31,3%.

    Crisi non demorde. "Il Rapporto sull'economia della Calabria è negativo e abbiamo riscontrato una riduzione dell'occupazione, degli investimenti ed un calo generalizzato in tutti i settori". Lo ha detto il direttore della filiale di Bankitalia di Catanzaro, Luisa Zappone in occasione della presentazione del documento al Dipartimento di Scienze Giuridiche, Storiche, Economiche e Sociali del Campus dell'Università Magna Grecia. All'iniziativa hanno partecipato il vice direttore generale di Bankitalia, Valeria Sannucci, dal responsabile dell'Area Ricerca Economica e Territoriale della Filiale di Catanzaro Giuseppe Albanese, da Giuseppe Speziali, presidente di Confindustria Calabria e Camillo Nola, vice presidente di Granarolo spa. "I maggiori riflessi della crisi - ha aggiunto Zappone - sono stati sul mercato del lavoro. La disoccupazione ha raggiunto, infatti, la soglia del 40% e la Calabria è all'ultimo posto nella graduatoria nazionale per il settore dell'occupazione. Abbiamo cercato di trovare dei settori per cui si possa parlare di ottimismo e ci siamo focalizzati sul settore e sull'industria dell'agroalimentare. Settori su cui investire per un maggiore sviluppo. In questo ambito abbiamo riscontrato un aumento del fatturato ed un aumento dell'esportazione all'estero". "Quello che risulta dal rapporto - ha sostenuto Speziali - è un gravissimo disagio sociale. Per contrastarlo serve una nuova classe dirigente capace di interpretare i bisogni dei cittadini. Le banche, inoltre, devono tornare a fare le banche sostenendo gli sforzi delle imprese. Infine, la Calabria, ha un forte bisogno di legalità. Se noi non siamo capaci di denunciare i comportamenti illegali non possiamo pensare ad un vero sviluppo". Nola, invece, ha attribuito, nel suo intervento, "gran parte della responsabilità alla classe politica", aggiungendo che sui temi delle emergenze "è necessario un confronto e non uno scontro come invece è avvenuto negli ultimi anni". Sulle imprese Nola ha sottolineato come queste "vengano in Calabria se ci sono le condizioni minime per poter lavorare e oggi non ci sono". A concludere i lavori Valeria Sannucci che ha rimarcato "come uno dei compiti di Banca d'Italia è quello di ascoltare ciò che dicono gli operatori, con una particolare attenzione al tema del Mezzogiorno"

    Continua flessione edilizia. Continua la flessione dell'attività nel settore delle costruzioni in Calabria. A rilevarlo il rapporto sulle economie regionali della Banca d'Italia presentato oggi. Secondo l'indagine, su un campione di imprese con almeno 10 addetti, il valore della produzione avrebbe subito nel 2013 un nuovo calo e in base ai dati Infocamere-Movimprese, si è incrementata anche la riduzione del numero di imprese operanti nel settore. Per quel che concerne le opere pubbliche, secondo quanto fornito dal Cresme, un'ulteriore riduzione nel 2013 è stata registrata nel numero di bandi per opere da realizzare in Calabria. L'attività del settore delle costruzioni ha anche risentito negativamente dell'andamento delle transazioni di immobili che è stato registrato nel corso del 2013 dall'Osservatorio del mercato immobiliare delle Entrate. Il numero delle compravendite, infatti, nel 2013 ha registrato un ulteriore calo, pari al -11,7%. La contrazione maggiore è stata evidenziata nei comuni capoluogo e in particolar modo a Reggio Calabria. I prezzi a fine 2013 erano diminuiti del 12,2% rispetto al 2008. Al calo delle transazioni si è associata la riduzione dei nuovi mutui erogati. Per il 2014 le previsioni continuano ad essere negative, soprattutto per l'attività nell'edilizia residenziale, a causa dell'elevato stock di invenduto.

    Agricoltura tiene. "Quella fornitaci dal Rapporto annuale di Bankitalia sull'economia regionale è un'analisi drammatica, numeri che si aggiungono a quelli degli scorsi anni e che disvelano nella loro precisione e freddezza l'entità della crisi economica ed occupazionale in atto". E' quanto afferma, in una nota, Mauro D'Acri, coordinatore regionale Agrinsieme. "Naturalmente in un quadro così preoccupante - prosegue D'Acri - non è per nulla consolatorio il fatto che vi siano settori, come l'agricoltura e l'agroalimentare, che reggono ed anzi registrano performance positive; non è consolatorio ma tuttavia dovrebbe indurre chi ha o avrà responsabilità politiche e di governo regionale a ragionare bene su quali debbano essere le politiche di sviluppo in Calabria e quali i necessari strumenti di ulteriore sostegno. Il comparto agroalimentare calabrese è il quinto in Italia in termini di valore aggiunto, nel 2013 ha contribuito per quasi il 40% alle esportazioni regionali e negli ultimi sei anni la crescita delle esportazioni ha registrato complessivamente un dato positivo del 5,1%; ed in una situazione complessiva assolutamente drammatica c'è da dire che anche per l'occupazione i dati del sistema agricolo lasciano ben sperare". "A volte i numeri - sostiene ancora D'Acri - non necessitano di commenti troppo approfonditi perché la loro evidenza è tale da non dover perdere troppo tempo; e siccome questi dati sono evidenti oltre ogni dubbio o sofisma interpretativo vorremmo formulare un auspicio ed un invito. L'auspicio è che questa situazione possa complessivamente migliorare in fretta perché il sistema economico regionale è profondamente segnato dalla crisi, l'invito riguarda invece tutte le istituzioni ed i decisori politici affinché si possa definire una complessiva e condivisa strategia di sviluppo regionale partendo innanzitutto dal settore agricolo ed agroalimentare che dimostra, ancora una volta, di essere un asset determinante, stabile, anticiclico e capace di performance positive. Tanto per l'invito quanto per l'auspicio valga un ancor più forte appello, che la classe politica si confronti e si divida, che si scontri e faccia tutto ciò che è democraticamente fisiologico nella contesa elettorale ma che, alla luce di questi dati, la finisca con polemiche sterili ed inutili perdite di tempo. Come il Rapporto Bankitalia testimonia mentre i medici studiano il paziente inesorabilmente muore".

    Cgil: servono interventi forti. "La relazione della Banca d'Italia sull'andamento dell'economia calabrese purtroppo conferma il giudizio fortemente preoccupato e negativo sullo stato dell'occupazione, delle esportazioni, del reddito e del credito".E' quanto scritto in una nota della segreteria della Cgil della Calabria. "Nell'anno passato - aggiunge - si sono aggravati tutti i dati e allo stato attuale non si intravedono segnali di inversione. L'andamento dei settori dell'anno in corso segnala ulteriori difficoltà nelle capacità di esportazione nei settori dell'agro-industria e nell'attrazione turistica, due componenti fondamentali dell'economia calabrese. Abbiamo bisogno di un intervento forte da parte dell'azione di governo, finora solo annunciato, di maggiore coraggio e capacità di investimento da parte degli imprenditori e di una svolta radicale della politica del governo regionale la cui crisi ha pesato negativamente nell'inversione del ciclo e nelle capacità di spesa, sia dei fondi comunitari che di quelli ordinari, penalizzando un settore come l'edilizia".

    "La cultura sta assumendo un ruolo crescente nell'economia regionale e lo sarà maggiormente nel prossimo futuro quando produrranno effetti ancora più pieni i consistenti investimenti che negli ultimi anni sono stati indirizzati costantemente e concretamente nel settore". Lo ha detto l'assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri in relazione a quanto emerso dal rapporto annuale su "L'economia della Calabria" di Bankitalia illustrato stamani all'Università di Catanzaro. "Durante l'iniziativa - informa una nota dell'ufficio stampa della Giunta - la direttrice regionale della Banca d'Italia Luisa Zappone ha detto che, in un quadro generale estremamente difficile, dai settori dell'agroalimentare e della cultura possono provenire concreti e utili segnali di ripresa; ha evidenziato anche che la cultura contribuisce per il 15 per cento nella realizzazione del prodotto interno lordo della Calabria e che la riapertura della sala dei bronzi del Museo di Reggio Calabria e le mostre su Mattia Preti hanno stimolato l'economia regionale. 'Le strategie politiche regionali - ha aggiunto Zappone - possono produrre risultati positivi nei prossimi anni. Il settore verrà costantemente seguito anche successivamente'". "E' significativo - sostiene Caligiuri - che la Banca d'Italia abbia rilevato, facendolo per la prima volta in Calabria, il peso della cultura nelle economie regionali, sottolineando l'importanza di questo settore nella formazione del prodotto interno lordo"

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