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    Senatore incontra moglie Matacena "No notizie di mio figlio, a Marsiglia trattata male"

    La Rizzo appena arrivata nel carcere di Arghillà

     

    Caso Scajola, senatore incontra moglie Matacena "Non ho notizie di mio figlio, a Marsiglia trattata male"

    06 giu 14 "Da quando sono detenuta non ho più notizie di mio figlio quindicenne, ho bisogno di aiuto". Lo ha detto Chiara Rizzo, detenuta nel carcere di Reggio Calabria, nel corso di un incontro con il senatore Lucio Barani (Gal). "Non so - ha aggiunto - se sta con la sorella. Non so chi si sta prendendo cura di lui". Chiara Rizzo, nel corso del colloquio con il senatore Barani, ha poi aggiunto: "Non mi consentono nemmeno una telefonata con mio figlio minorenne. E' davvero una situazione anomala". Mentre il senatore Barani stava visitando il carcere di Arghillà di Reggio Calabria, Chiara Rizzo si è avvicinata al parlamentare e si è presentata iniziando a raccontare la sua storia. "Io - ha aggiunto la donna - non ho fatto nulla di male. Amo la mia famiglia ed ora sono privata dei miei affetti".
    In carcere in tuta e scarpe ginnastica. Scarpe da ginnastica, pantaloni di tuta e t-shirt a mezze maniche. Così era vestita oggi Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena quando nel carcere di Arghillà di Reggio Calabria ha incontrato il senatore Lucio Barani. Chiara Rizzo ha avuto un colloquio con il parlamentare di circa venti minuti. La moglie di Matacena, secondo quanto riferito da Barani, è sembrata molto dimagrita ed era in lacrime mentre raccontava la sua storia. "La signora Rizzo - ha detto Barani - mi è sembrata molto provata. Più volte mi ha chiesto qual è lo scopo della detenzione preventiva, aggiungendomi di non aver fatto nulla di male. Francamente mi è sembrata molto giù di morale anche perché da quando è detenuta non ha più notizie di suo figlio minorenne"

    Fu ex ministro a parlarmi del Libano. Tutta la vicenda del trasferimento di Amedeo Matacena dagli Emirati Arabi al Libano "è stata introdotta e gestita da Scajola, al quale avevo detto della domanda di asilo politico in Svizzera". Parole pesanti come macigni quelle dette dalla moglie di Matacena, Chiara Rizzo, nell'interrogatorio del 29 maggio scorso davanti al sostituto procuratore nazionale antimafia Francesco Curcio ed al pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo. Ai due magistrati la donna dice di avere sempre cercato di convincere il marito "ad affrontare la carcerazione e di non sottrarsi all'esecuzione della pena" a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, e spiega che la procedura di separazione avviata con Matacena "è effettiva". Quindi non "apparente", come sostiene l'accusa ritenendo che facesse parte della strategia messa in atto dalla Rizzo per schermare i beni del marito. E racconta anche che la Porsche Cayenne di cui Scajola voleva sapere l'intestatario, arrivando ad attivare gli uomini della sua scorta per un accertamento sulla targa, le era stata "regalata da Francesco Bellavista Caltagirone, al quale mi lega un rapporto di amicizia". Chiara Rizzo dice di non sapere "quali siano le ragioni del legame così forte tra mio marito ed il ministro Scajola", ma specifica che l'ex ministro "era a conoscenza" del precedente soggiorno di Matacena alle Seychelles, dove si era rifugiato subito dopo essersi sottratto all'arresto. Nell'interrogatorio - il cui contenuto era stato secretato e che oggi è stato depositato al Tribunale del riesame dove mercoledì prossimo si discuteranno i ricorsi della Rizzo e del marito ed il giorno dopo quello di Scajola - la Rizzo tenta di alleggerire la propria posizione sostenendo di non avere "mai pensato che le domande di asilo politico potessero essere considerate una condotta illegale". Poi aggiunge che era stato Scajola a parlarle dei suoi rapporti con l'imprenditore catanzarese Vincenzo Speziali e con l'ex presidente libanese Amin Gemayel. La donna parla anche del 'famoso' fax, indirizzato al "caro Claudio" e sequestrato a Scajola, nel quale è scritto "mi occuperò di trovare un modo riservato per farlo uscire dagli Emirati Arabi", e poi "una volta qui egli potrà beneficiare, in maniera riservata, della stessa posizione che ha a Dubai, affinché possa rimanere nel nostro Paese e condurre una vita normale, naturalmente sotto la nostra responsabilità". Agli inquirenti la Rizzo riferisce che la lettera le fu mostrata da Scajola, che le disse che "proveniva" da Gemayel, il quale, tramite stampa, ha negato più volte di averla scritta. "Mi disse in quella stessa occasione - aggiunge - che erano percorribili due strade a favore di mio marito, la prima prevedeva la sua presentazione presso l'ambasciata del Libano a Dubai, la seconda passava dai suoi contatti con le autorità del Libano che si sarebbero recati a Dubai". Il meccanismo messo in moto, però, per stessa ammissione della Rizzo, si interrompe "quando è scoppiato il caso Dell'Utri. Ne ho parlato con Scajola - spiega - ed ho capito che quell'incidente aveva inciso negativamente". Ma le speranze non erano perdute. La moglie di Matacena riferisce di una telefonata di Scajola in cui le parlava "di un piano B che prevedeva un impiego di mio marito a Dubai". Telefonata che la donna colloca tra il 6 o 7 maggio, appena uno-due giorni prima degli arresti. Dal giorno dell'interrogatorio Chiara Rizzo attende l'esito dell'istanza di scarcerazione presentata dai suoi legali al gip. Oggi, intanto, approfittando di una visita nel carcere reggino di Arghillà del senatore Lucio Barani (Gal), Chiara Rizzo lancia un appello: "Da quando sono detenuta non ho più notizie di mio figlio quindicenne, ho bisogno di aiuto".

    Legale Rizzo: Fuori luogo frasi Barani su cose intime. "Leggo notizie di una visita in carcere alla mia assistita da parte del senatore Barani, del quale riconosco e rispetto le prerogative di parlamentare e componente della commissione giustizia. Apprezzo il suo interessamento per il caso della signora Rizzo, ma avrei gradito se non un preventivo contatto con il sottoscritto o con il collega Biondi, quantomeno un doveroso riserbo sul contenuto del suo odierno colloquio". Lo afferma, in una nota, l'avvocato Bonaventura Candido che insieme a Carlo Biondi difende Chiara Rizzo. "In questo delicato momento - prosegue - spetta solo ai difensori valutare cosa rendere pubblico e considero assolutamente fuori luogo dare in pasto alla stampa esternazioni intime e riservate che, peraltro, riguardano un minorenne".

    A Marsiglia trattata male. "Nel carcere di Marsiglia sono stata tratta molto male. Mi hanno sistemato con alcune prostitute in condizioni davvero precarie". E' quanto ha riferito Chiara Rizzo al senatore Lucio Barani nel corso della visita di quest'ultimo nel carcere di Reggio Calabria. Chiara Rizzo, nel corso dell'incontro, era in lacrime e provata.

    Non pensavo domanda di asilo fosse illegale. "Non ho mai pensato che le domande di asilo potessero essere considerate una condotta illegale". A dirlo è stata Chiara Rizzo nell'interrogatorio davanti ai pm che coordinano l'inchiesta che ha portato al suo arresto ed a quello dell'ex ministro Claudio Scajola. Il verbale è stato depositato stamani al Tribunale del riesame.

    Andavo a trovare mio marito perchè lo amo. "Andavo a trovare mio marito perché lo amo e non pensavo che fosse un reato". Lo ha detto, in lacrime, Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena, nel corso del suo colloquio con il senatore Lucio Barani. "Voglio bene alla mia famiglia - ha aggiunto - e credo di non aver fatto nulla di sbagliato. Perché non dovevo andare a trovarlo? Ed ora mi tengono in carcere per questo motivo? Francamente mi sembra tutto assurdo".

    Non sapevo interesse Scajola per mio contratto. "Prima dell'incontro di Bernareggio non sapevo che Scajola fosse portatore di un suo interesse, come ho appreso dalle intercettazioni. L'incontro ha portato alla stipula di un contratto tra me e Tecnofin". Lo ha detto Chiara Rizzo ai pm in merito all'incontro per il quale Scajola attivò la sua scorta e l'accompagnò aspettando fuori. Il contratto con la società di Gabriele Sabatini prevedeva un compenso di 200 mila euro in caso di avvio di una fabbrica per la costruzione di case in legno a basso costo in Africa.

    Separazione da Amedo per una nuova vita. "La procedura di separazione da mio marito è effettiva. La mia decisione è originata dal desiderio di iniziare una nuova vita". Così Chiara Rizzo, davanti ai pm che la interrogavano, ha motivato la decisione di separarsi dal marito Amedeo Matacena. Separazione, invece, definita "apparente" nell'ordinanza di custodia cautelare, perché secondo la Dda reggina avrebbe fatto parte della strategia messa in atto dalla Rizzo per schermare i beni del marito e renderli insequestrabili.

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