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    Per 33% studenti reggini leggi trasgredibili

     

     

    Per 33% studenti reggini leggi trasgredibili

    05 giu 14 Un terzo dei settecento studenti di sei istituti superiori della provincia di Reggio Calabria sarebbe pronto, sia pure potenzialmente, a trasgredire la legge, mentre per il 40% dei ragazzi rimane quantomeno indifferente al fenomeno della 'ndrangheta. Sono alcuni risultati di un questionario realizzato nel maggio scorso negli istituti superiori Piria, Panella, Boccioni, Frangipane, Righi e Conservatorio di musica, da Sos Impresa, associazione anti racket ed usura facente parte del sistema Confesercenti, con il contributo della Provincia di Reggio Calabria. "Perplessità - è scritto in una nota dell'associazione - giungono dalle risposte dei ragazzi alla domanda 'la legge va rispettata in generale ma qualche volta è ammesso trasgredirla'. Per il 12,1% è ammesso trasgredirla di molto; abbastanza per il 21,2% degli intervistati. 'Poco' anche per il 33,2%. Solo per il 30,5% la legge va in ogni caso rispettata. Dati che la dicono lunga sulla necessità da parte delle istituzioni culturali, in primis la scuola, ad un lavoro ancora più incisivo. Perplessità confermate, assieme ad una buona dose di inquietudine, dalle risposte alla domanda 'la legge va rispettata soltanto quando la si ritiene giusta': d'accordo, 'molto', il 19,3%; 'abbastanza' per il 21%. Sommando questi dati si arriva ad oltre il 40% degli studenti pronti a trasgredire la legge nel caso in cui non la ritengano giusta. Da qui si può comprendere il substrato culturale in cui vivono gli studenti interrogati e che li porta poi a pensare di rispettare la legge solo nel caso in cui, secondo un parere assolutamente soggettivo e distorto, la stessa soddisfa le proprie personali aspettative di giustizia". "Fanno riflettere", secondo Sos Impresa, anche le risposte riguardanti la 'ndrangheta "perché il 22% degli intervistati, 'quando sente parlare di 'ndrangheta ritiene che sono problemi che esistono ma che non riguardano la propria persona e la propria famiglia, anche perché sono confinati in altre zone del Paese'. Risposte che se sommate a quelle, ben 19,9%, del tipo 'sono problemi che esistono ma che televisione e giornali esagerano per fare audience', dimostrano che oltre il 40% dei ragazzi rimane quantomeno indifferente, e quindi poco propenso all'impegno in prima persona. E sul fenomeno dell'usura ben il 16,2% non lo conosce per nulla ed il 30,9% lo conosce poco. Le cose vanno peggio riguardo il racket (il 21,8% non lo conosce per nulla, mentre il 31,1% lo conosce poco)". Per quanto riguarda il grado di fiducia nell'operato delle forze dell'ordine e della magistratura nel contrasto ai fenomeni criminali e mafiosi, prosegue la nota, "per il 20,1% il grado di fiducia è 'nulla' e per il 14,1% è 'poco'. Siamo fiduciosi - conclude la nota - che l'impegno comune tra associazioni, istituzioni, scuola, famiglie ci permetterà di sperare in un futuro migliore".

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