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    Principe sputa ad un giornalista, condanna del Cdr

     

     

    Principe sputa ad un giornalista, condanna del Cdr. La replica: "Non è vero"

    25 gen 14 ''Ieri, durante la presentazione del candidato dei renziani alla segreteria regionale del Pd, il collega Ricchio ha incrociato Sandro Principe nella hall dell'albergo lametino dove si stava celebrando l'appuntamento. Il capogruppo del Pd in consiglio regionale, al cenno di saluto del cronista politico, ha risposto sputando nella sua direzione''. E' quanto si legge in una nota del Comitato di redazione del Corriere della Calabria. ''Il Cdr del Corriere della Calabria - prosegue la nota - esprime la più ferma condanna per quanto accaduto al collega Antonio Ricchio e stigmatizza un atteggiamento che squalifica un intero partito che attualmente rappresenta la maggiore formazione presente in Consiglio regionale. Un gesto vergognoso che, a prescindere da qualsiasi motivo specifico, la probabile reazione a un pezzo a lui poco 'gradito' firmato dal collega, non tiene conto né del diritto di cronaca universalmente riconosciuto ai giornalisti, né soprattutto è consono al ruolo istituzionale che Principe riveste. Diviene piuttosto il segnale pericoloso dell'arroganza e del disprezzo del nostro ruolo, a cui questa classe politica ci ha da tempo abituato''.

    La replica: non è vero. ''Non appartiene al mio stile ed alla mia cultura compiere il gesto che mi viene attribuito dal giornalista del Corriere della Calabria Antonio Ricchio''. Lo afferma, in una nota, il capogruppo del Pd alla Regione Sandro Principe. ''In tanti anni - prosegue - ho sempre condotto le mie battaglie politiche a viso aperto, con lealtà, sempre rispettando gli avversari politici e quanti aveva opinioni diverse rispetto alle tesi da me sostenute. Nello scontro politico spesso sono stato duro, ma non sono mai ricorso alla violenza, né mai ho sputato alcuno, tanto meno il giornalista Ricchio''. ''Mi preme solamente ricordare - afferma Principe - la mia coerenza di militante e di dirigente socialista, che ha partecipato alla fondazione del Partito democratico, ritenendo necessaria per il Paese la formazione di un grande partito riformista con caratteristiche europee. Debbo dire che l'evoluzione politica del Pd mi conforta e dà ragione alle mie scelte. Non mi resta che prendere atto di una linea editoriale avversa alla mia persona ed alle battaglie politiche che conduco nelle istituzioni, nel mio partito e nella mia città. Battaglie che continuerò a combattere senza subire, come sempre, alcun tipo di condizionamento''.

    Parisi (Fnsi) "Pd si gioca credibilità". "Sandro Principe non è un pivello, grezzo e maleducato, catapultato in politica da chissà chi per curare gli interessi di chissà che cosa. Il rispetto delle regole, della libertà di stampa e di critica dovrebbe, insomma, conoscerli bene, non fosse altro per la sua professione. Dunque, cosa può spingere un politico della caratura di Sandro Principe a scadere nella più squallida e volgare caduta di stile?". Lo afferma, in una nota, il segretario del sindacato dei giornalisti della Calabria e vicesegretario nazionale della Fnsi, Carlo Parisi. "La risposta, in questo caso, non spetta certo - aggiunge - al capogruppo del Pd, che il gesto l'ha fatto e, da avvocato, sa bene che dovrà risponderne in tutte le sedi. Quelle che il collega Antonio Ricchio, cui va tutta la solidarietà del sindacato dei giornalisti, riterrà più opportune. Certo se Principe chiedesse pubblicamente scusa al giornalista, potrebbe quantomeno suscitare un'umana comprensione. La risposta spetta, invece, al suo partito, il Pd, che, paradossalmente, in uno sputo si gioca tutta la sua credibilità. Antonio Ricchio, da buon giornalista, ha fatto semplicemente il suo lavoro. Mestiere, quello del giornalista, che, di questi tempi, e soprattutto in Calabria, non frutta né economicamente, né in termini di notorietà, anzi spesso espone a querele temerarie sporte solo nel tentativo di intimidire o imbavagliare la stampa libera". "Spetta, a questo punto, al Partito democratico - prosegue Parisi - decidere se, nel Consiglio regionale della Calabria, si senta rappresentato da un capogruppo che alla civile convivenza, al dialogo, alla tolleranza, al rispetto delle opinioni e, soprattutto, della persona altrui, risponde con la più ripugnante delle 'armi': lo sputo che, si sa, è molto facile, se rilasciato controvento, possa finire per tornare al mittente".

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