NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Apertura anno giuiziario a Catanzaro e Reggio

     

    Apertura anno giuiziario a Catanzaro e Reggio, "Interventi o giustizia affonda", protesta degli avvocati

    25 gen 14 "La magistratura non intende riversare sugli altri poteri dello Stato l'intera responsabilità della disfunzione giudiziaria, ma non può nemmeno farsi carico di colpe altrui riaffermando che senza innovazioni legislative di vasta portata, senza una consistente provvista di risorse umane e materiali, la giustizia affonderà nella palude, scuotendo le fondamenta dello Stato". Lo ha affermato, aprendo a Reggio Calabria l'anno giudiziario, il presidente della Corte d'appello, Giovanni Battista Macrì. Macrì ha anche aggiunto che "l'odierna cerimonia che il legislatore ha voluto ascrivere nel novero delle udienze solenni andrebbe abolita essendo ormai obsoleta, barocca e, soprattutto, ripetitiva e priva di qualsiasi novità o serio contributo alla risoluzione delle problematiche che affliggono la giustizia". "La giustizia - ha detto inoltre il presidente della Corte d'appello - non è certa perché sottoposta ad un continuo riesame, in tre e non di rado, in più di tre gradi di giudizio; non è sollecita perché imbrigliata in meccanismi processuali che si erigono a baluardo del garantismo e invece, lo negano, incoraggiando i tatticismi dilatori". Macrì ha quindi sostenuto che "non vogliamo l'indipendenza della polizia giudiziaria dal pubblico ministero perché assoggetterebbe, seppure sia pure indirettamente il pubblico accusatore al condizionamento del potere esecutivo. La polizia giudiziaria - ha sottolineato - sottratta al controllo del pubblico ministero ricade inevitabilmente nell'orbita di influenza del governo dal quale dipende". Parlando infine della scopertura degli organici, Macrì ha detto che si tratta di una situazione "allarmante: 24 magistrati giudicanti in meno, su un totale di 142 in organico, deficit riscontrabile anche presso l'organico degli uffici del requirente, a Reggio, Palmi e Locri. Le scoperture citate negli uffici - ha concluso - rendono estremamente difficoltoso perseguire una reale efficienza operativa".

    A Reggio:

    De Raho "Poca conapevolezza confische". "Il contrasto alla criminalità si attua soprattutto fronteggiando l'economia mafiosa e aggredendo con la confisca i patrimoni. Per questo obiettivo è necessario investire risorse che consentono il recupero di consistenti ricchezze della 'ndrangheta e delle altre organizzazioni mafiose. Su questo obiettivo vi è ancora poca consapevolezza, soprattutto ai livelli più alti, ove probabilmente non è apprezzato il valore dei sequestri, che anche quest'anno ha sfiorato il miliardo e mezzo di euro". E' quanto ha scritto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, nella relazione allegata a quelle lette in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. "L'affermazione di Paolo Borsellino, secondo cui la mafia è un sistema alternativo che offre servizi che lo Stato non riesce ad offrire - ha aggiunto - è attualissima. La dimensione organizzativa avanzata, che connota oggi la 'ndrangheta le consente di stringere relazioni di potere, di esplicare la capacità di infiltrazione o condizionamento della sfera politica ed istituzionale, di esercitare l'impresa mafiosa interferendo sul mercato e condizionandone lo sviluppo locale. Un sistema complesso in cui la struttura militare, dedicata al controllo del territorio ed alla consumazione di reati tradizionalmente mafiosi, è servente rispetto a quella economico-imprenditoriale, fatta non solo di imprenditori collusi, ma anche di commercialisti, avvocati, professionisti. La borghesia mafiosa serve ad abbattere alcuni dei tradizionali ostacoli all'incontro tra impresa legale e organizzazioni mafiose. La 'ndrangheta influenza, condiziona il circuito economico mediante la costituzione di società che fanno capo alla stessa organizzazione mediante intestazioni e titolarità fittizie; in questo caso, l'impresa mafiosa si giova, per l'affermazione economica, della intimidazione derivante dall'organizzazione criminale da cui promana". De Raho, inoltre, ha evidenziato "l'evanescenza del confine tra mondo del crimine e società civile, una rete collusiva stabile di rapporti ben diversi da quello tradizionale, tra delinquenti e vittime del reato. La rottura del confine - ha sottolineato - tra 'aggressore' e 'vittima', è risultata evidente nei rapporti di natura illecita tra criminalità organizzata e imprese appaltatrici di lavori pubblici, accertati a seguito di indagini dalle quali emerge, in alcuni casi, che sono state le stesse imprese legali a richiedere a gruppi mafiosi i capitali per potere ampliare i loro mercati. Le infiltrazioni della 'ndrangheta nelle attività imprenditoriali lecite sono facilitate dalla intrinseca debolezza e permeabilità delle istituzioni locali rappresentative della collettività". Per De Raho, la "Procura ordinaria è un osservatorio privilegiato per inefficienze apparati pubblici. Gli apparati pubblici - ha spiegato il Procuratore - sono funzionali a creare consenso elettorale attraverso la creazione di spazi di intermediazione parassitaria in cui, spesso, dietro l'apparenza di manifestazioni di criminalità comune, si nascondono collegamenti e collusioni tra la Pubblica amministrazione e la criminalità organizzata. E' un versante investigativo che, se adeguatamente scandagliato con l'ausilio di una polizia giudiziaria dotata di specifiche competenze e professionalità, consente di svelare intrecci insospettabili, cogliere le dinamiche sottese a certi fenomeni criminali e comprendere il funzionamento delle istituzioni e l'esercizio del potere clientelare. Tutto ciò evoca la così detta zona grigia, intendendo con tale espressione quei settori della vita sociale ed istituzionale che si prestano ad ambigue collusioni ed a rapporti osmotici e simbiotici di tipo clientelare tra ampi strati della popolazione di diverso livello sociale. Individuare e colpire i meccanismi di questo grave fenomeno collusivo costituisce la premessa indefettibile per spezzare i rapporti ed i collegamenti operativi tra organizzazioni mafiose ed apparati istituzionali inefficienti e corrotti"

    Rischio assuefazione ndrangheta. "Mi sembra quasi scontato affermare con decisione che dall'attuale tunnel, nel quale la 'ndrangheta ci tiene ristretti, non si esce senza l'intervento forte, massiccio, della società civile tutta". Lo ha detto il procuratore generale della Corte d'Appello Salvatore Di Landro, nella sua relazione per l'apertura dell'anno giudiziario a Reggio Calabria. Di Landro ha definito la 'ndrangheta "un fenomeno parassitario ormai 'metastatizzato', che appare a rischio di 'assuefazione' per la società: questa, non avendo la forza di contrastarlo, rischia, nella sua zona grigia, di rassegnarsi a forme di convivenza". Il Procuratore generale ha inoltre lanciato un appello "alla chiesa, alla scuola, all'associazionismo ed a tutte le forze sane ad opporre un perentorio rigetto di tale forma di schiavismo, con sanzioni materiali e morali pesanti, che conducano all'espulsione della società civile di queste forme di prevaricazione criminale".

    Di Landro: Contro me attacco frontale. "La mia vita professionale e privata è stata caratterizzata dall'anomalo, inusitato attacco frontale, condotto con particolare violenza dalla criminalità organizzata, ormai divenuta tanto potente da assumere dimensione internazionale''. Lo ha detto il procuratore generale di Reggio Calabria Salvatore Di Landro nella sua relazione in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. ''La 'ndrangheta - ha aggiunto - è organizzazione unitaria con un governo di vertice che ne governa gli assetti, definito provincia o crimine, che assume o ratifica le decisioni più importanti ed ha la forza di farle rispettare anche con il sangue". Riferendosi direttamente agli attentati compiuti nel 2010 prima contro la sede della Procura generale e poi contro la sua abitazione, Di Landro ha sostenuto che "anche accedendo alla tesi della condotta materiale riconducibile alla cosca Lo Giudice, rimane ineludibile la domanda del contesto generale e della causale, da escludersi per il predetto modesto clan. E' possibile che gli attentati siano stati posti in essere dalla predetta cosca, ma quel che non si è assolutamente accertato è la motivazione di tali fatti criminosi, di gravissima portata pure per questa terra".

    Quasi 20mila procedimenti penali pendenti. Sono 19.942 i procedimenti penali pendenti complessivamente nei vari gradi di giudizio nel distretto di Corte d'appello di Reggio Calabria, di cui il 62% nei Tribunali in composizione monocratica, nel periodo compreso tra il primoluglio 2012 e il 30 giugno 2013. E' uno dei dati emersi stamani nel corso della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. Gli imputati non detenuti sono 5.053. Nei procedimenti in corso davanti al giudice monocratico, gli imputati detenuti costituiscono il 4%, mentre il 95% risponde in stato di libertà. Nei Tribunali in composizione collegiale, il 61,6% degli imputati preferisce fare ricorso al giudizio ordinario e solo 1,1% opta per l'abbreviato. La scelta del giudizio ordinario è per il 55,6% dei casi anche dinanzi al giudice monocratico (4,6% l'abbreviato). I procedimenti contro ignoti nel registro Gip-Gup sono 3.819 casi, mentre i casi con indagati sono 12.819. Nelle Procure del distretto giudiziario, per l'anno considerato, i procedimenti penali pendenti sono 19.448. Nella sola Procura di Reggio, sono 7.626 le indagini per reati ordinari e di tipo mafioso. I procedimenti contro autori ignoti sono complessivamente 10.379 in tutto il distretto, mentre gli iscritti al registro delle notizie di reato sono 666. La Procura dei Minori, su 337 denunce sopravvenute, ne ha definite 303, ma restano pendenti ancora 240 casi in via di definizione. Sul fronte civile sono poco più di cinquemila i procedimenti pendenti dinanzi alla Corte d'Appello del distretto di Reggio Calabria. Le cause civili pendenti presso i Tribunali superano di poco quota 19 mila, mentre dinanzi ai giudici di pace i procedimenti sono 9.660.

    A Reggio nessuna protesta. Sono stati diversi i comportamenti in Calabria per la protesta degli avvocati nella due cerimonie per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. A Catanzaro hanno abbandonato la cerimonia durante l'intervento del rappresentante del Ministero, mentre a Reggio Calabria hanno deciso di restare in aula. Il presidente distrettuale dell'Ordine degli avvocati di Catanzaro, Giuseppe Iannello, ha affermato che "quest'anno la voce degli avvocati deve, e non può che assumere, i toni decisi ed anche aspri della protesta. Qui si lamentano e si stigmatizzano le offese recate ai cittadini da un Parlamento e da un Ministro del tutto sordi ed insensibili. Il quadro, questo desolante e desolato quadro, è poi completato dalla sprezzante ed altezzosa resistenza di un Guardasigilli che onestamente rifiuta l'invito dell'avvocatura".

    Avvocati di Rossano protestano a Catanzaro contro chiusura tribunale

    A Catanzaro:

    Organici scoperti, quasi paralisi. "Le scoperture di organico di magistrati sono state e continuano ad essere assai consistenti ed hanno raggiunto un numero elevatissimo tale da quasi paralizzare l'attività giurisdizionale nei tribunali di Catanzaro e Vibo Valentia". Lo ha detto il presidente vicario della Corte d'appello, Bruno Arcuri, nel corso della cerimonia per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Le piante organiche di tutti gli uffici del distretto, requirenti e giudicanti - ha aggiunto - sono assolutamente inadeguate sia in relazione al numero di magistrati che a quello del personale amministrativo. Questa Corte d'appello è in sofferenza già da tempo per il numero inadeguato di personale amministrativo attribuito dal Ministero della Giustizia alla dotazione organica, che presenta altresì scoperture che compromettono la buona funzionalità delle cancellerie e lo svolgimento delle udienze"

    Federazione tra cosche Catanzaro, Cosenza e Crotone. Le cosche della 'ndrangheta di Cosenza, Catanzaro e Crotone hanno dato vita ad una federazione per la costituzione di una 'Provincia' autonoma da quella di Reggio Calabria. E' quanto emerge dalla relazione del Presidente vicario della Corte d'Appello di Catanzaro, Bruno Arcuri, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Recenti acquisizioni investigative - ha detto Arcuri - hanno evidenziato il progressivo venir meno del frazionismo delle organizzazioni criminali operanti nel distretto, essendo emersi fenomeni di concentrazione di cui il più significativo sembrerebbe quello, riferito da più collaboratori di giustizia, della costituzione di una 'Provincia' autonoma da quella di Reggio Calabria". "Di questa 'Provincia' - ha concluso - farebbero parte tutti i territori ricompresi nel distretto di Catanzaro, con eccezione del solo circondario di Vibo Valentia che rientrerebbe in quella di Reggio Calabria".

    Reati termometro della crisi. "L'amministrazione della giustizia nel distretto costituisce il termometro di una locale profonda crisi economica". Lo ha detto il Procuratore generale di Catanzaro, Santi Consolo, nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Sono indici evidenti - ha aggiunto - il costante aumento dei reati contro il patrimonio, specie i furti in appartamenti, spesso collegati alla radicata presenza di numerosi stranieri alimentata soprattutto dall'esistenza a Crotone del più grande Cie di Europa. Ma ancora, l'aumento dei reati in materia societaria, fallimentare e previdenziale e l'incremento di violazioni finanziarie e tributarie sono i segnali della profonda crisi dell'impresa in questa regione".

    Stretti legami mafia-zona grigia. Nel distretto della Corte d'appello di Catanzaro diventano sempre più stretti i rapporti tra le cosche della 'ndrangheta e la "zona grigia". E' quanto emerge dalla relazione del presidente vicario della Corte d'appello di Catanzaro, Bruno Arcuri, nel corso della cerimonia per l'inaugurazione dell'Anno giudiziario. Arcuri, citando la relazione del Procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ha evidenziato che "ci sono legami fra gli apparati criminali veri e propri e la cosiddetta zona grigia della 'ndrangheta, ossia un particolare tipo virulento di delinquenza mafiosa che continua ad esercitare il suo potere criminale sulle attività economiche e sociali del territorio, attraverso il sistema delle estorsioni, delle intimidazioni violente, degli attentati, dell'illecita influenza sugli appalti, del controllo delle attività criminali, quali, in primo luogo, il traffico di stupefacenti e più recentemente anche l'usura, fenomeno che maggiormente affligge il distretto della Corte d'appello di Catanzaro e tutta la Calabria". Contro la criminalità organizzata sono state avanzate complessivamente 94 richieste di misure cautelari per 713 persone; cinque richieste di arresti domiciliari per otto persone e 29 richieste di misure cautelari.

    Protesta contro taglio tribunale Rossano. Una protesta pacifica contro il taglio del tribunale di Rossano (Cosenza) si è svolta a Catanzaro all'esterno della sala dove era in corso l'inaugurazione dell'Anno giudiziario. Alcuni avvocati del Foro di Rossano hanno esposto alcuni manifesti con la scritta "Rapina a Rossano: lo Stato "asporta" il tribunale...e l'Europa non lo sa!". Dell'accorpamento del tribunale di Rossano a quello di Castrovillari ha parlato il presidente vicario della Corte d'appello di Catanzaro, Bruno Arcuri, ricordando che la decisione ha "trovato ardua resistenza da parte del consiglio dell'Ordine degli avvocati di Rossano con proclamati reiterati scioperi e difficoltà operative del tribunale". Il Procuratore generale, Santi Consolo, nella sua relazione, ha sostenuto che "l'accorpamento di Rossano a Castrovillari ha pesantemente penalizzato il distretto giudiziario. Il territorio di Rossano, distante ben 190 chilometri da Catanzaro, non può perdere, senza adeguato compenso, il suo presidio di legalità".

    Prescrizioni già in primo grado: "Il grave problema della durata dei processi ha comportato la definizione di una parte degli stessi con sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione, a volte già in primo grado". E' il grido d'allarme lanciato dal presidente vicario della Corte d'appello di Catanzaro, Bruno Arcuri, nel corso della cerimonia per l'inaugurazione dell'Anno giudiziario. "E' bene specificare - ha aggiunto - che il numero di queste pronunce è dovuto principalmente alle numerose scoperture di organico di magistrati e personale amministrativo dell'intero distretto ed al ridotto termine di prescrizione per numerose tipologie di reati sicchè sovente pervengono in grado di appello sentenze di condanna per fatti-reato in relazione ai quali il termine di prescrizione o è già maturato o è in via di prossima maturazione con conseguenti ricadute negative per lo Stato sia in termine di spreco di risorse, sia in termini di credibilità della giurisdizione presso l'opinione pubblica". A luglio 2012 davanti alla Corte d'assise d'appello di Catanzaro erano pendenti 20 processi; ne sono pervenuti 34 e definiti 23 e ne sono rimasti pendenti 31 alla data del 30 giugno 2013. Davanti ai giudici della prima e seconda sezione penale della Corte d'appello erano pendenti, al primo luglio 2012, 4.630 processi; la sopravvenienza al 30 giugno 2013 è stata di 2.373; ne sono stati definiti 1.696, con un'aumentata pendenza di 5.307 processi. E' migliorata la situazione nel settore civile. La pendenza di procedimenti contenziosi e non contenziosi, che alla data del primo luglio 2012 era pari a 16.238 procedimenti, è diminuita a 14.858 nelle tre sezioni civili di questa Corte in virtù della definizione di 6.338 procedimenti in relazione a quelli sopravvenuti, pari a 4.958.

    Aumento reati su fondi UE: C'e' un aumento costante dei "delitti relativi all'indebita percezione di contributi e finanziamenti da parte dello Stato, di altri Enti pubblici e dell'Unione Europea". Lo ha detto il presidente vicario della Corte d'appello di Catanzaro, Bruno Arcuri, nel corso della cerimonia per l'inaugurazione dell'Anno giudiziario. "Sono sempre allarmanti - ha aggiunto - i dati relativi agli omicidi volontari. Ancora una volta si mantiene elevatissimo il numero dei fatti di sangue che caratterizzano in negativo il circondario di Vibo Valentia". In "allarmante" aumento sono anche i reati di stalking ed in tema di pornografia. E sono sempre "assai elevati" i reati di usura, rapina, estorsione e furto in abitazione. Peggiora anche la situazione dei reati ambientali. "Si è assistito - ha detto Arcuri - ad un ulteriore significativo incremento dei procedimenti relativi a reati contro l'incolumità pubblica e la salute dei cittadini, nonchè a quelli in materia di tutela dell'ambiente e del territorio".

    Aumentano separazioni e divorzi. Nel territorio del distretto della Corte d'Appello di Catanzaro sono aumentati i procedimenti per separazioni e di divorzi con "inevitabili ripercussioni sui termini di durata dei relativi giudizi". E' quanto emerge dalla relazione del Presidente vicario della Corte d'appello di Catanzaro, Bruno Arcuri. "E' da ribadire ancora una volta - ha affermato Arcuri - che tale aumento è almeno in parte dovuto alla improvvida novella legislativa che consente alle parti di proporre reclamo alle corti d'appello avverso i provvedimenti temporanei ed urgenti emessi dal presidente del tribunale nei procedimenti di separazione personale dei coniugi nonchè alla modifica di recente apportata in materia della prevista competenza del tribunale ordinario e non più del tribunale per i minorenni in materia di regolamentazione dei rapporti a seguito di scioglimento delle coppie di fatto". "E' frequente in molti tribunali - ha concluso - l'applicazione dell'affido condiviso in luogo dell'affido ad un solo genitore, generalmente la madre".

    Allarmante situazione carceri. E' "gravissima" la situazione carceraria negli otto istituti di pena del distretto della Corte d'appello di Catanzaro. E' quanto emerso nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. Il presidente vicario della Corte d'appello, Bruno Arcuri, ha evidenziato "l'allarmante situazione di sovraffollamento carcerario". Al 30 giugno 2013, negli otto istituti penitenziari, erano presenti complessivamente 2.128 detenuti, con una percentuale di sovraffollamento del 91%. A Castrovillari c'erano 253 detenuti con una percentuale di sovraffollamento del 90%; 557 a Catanzaro (157%); 81 a Lamezia Terme (172%); 325 a Cosenza (154%); 314 a Vibo Valentia (105%) e 343 a Rossano (54%).

    Confisca beni sia uniforme: "Il modello italiano di confisca è tra i più aggressivi, ma necessiterebbe di una applicazione uniforme a livello sovrannazionale per evitare che le ricchezze mafiose si spostino all'estero impunemente". Lo ha detto il Procuratore generale di Catanzaro, Santi Consolo, durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario. "In Europa - ha aggiunto - ci si limita a discutere sulla gestazione di una 'confisca senza condanna' e sulla sua compatibilità con le garanzie previste dalla Cedu. Una imprenditoria debole è più disponibile ad accordi collusi con 'ndrangheta e potere politico, così quella che viene definita 'area grgia' si espande. Sul fronte dei beni sequestrati e confiscati, inoltre, va evidenziato che al valore simobolico dello spossessamento dei beni in capo ai mafiosi si dovrebbe accompagnare una capacità gestionale esemplare nel creare reddito e posti di lavoro". "Si deve avere piena consapevolezza - ha proseguito Consolo - da parte di tutti gli operatori che il bene si deteriora se lasciato a lungo nella disponibilità del proposto o di suoi sodali o se lasciato a lungo inutilizzato o utilizzato per finalità altre rispetto a quelle per cui è vocato. Nelle quattro regioni (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) si trova l'80% dei beni sottratti alle organizzazioni criminali. L'incapacità gestionale di tali beni si potrebbe risolvere con un loro sfruttamento legale".

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore