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    Portuali Gioia Tauro "Fare chiarezza su armi chimiche siriane"

     

    Portuali Gioia Tauro "Fare chiarezza su armi chimiche siriane"

    15 gen 14 "Le ultime notizie a disposizione raccontano sempre più insistentemente che le armi chimiche provenienti dalla Siria e depositate in circa 1500 container sulla nave danese Ark Futura transiteranno per il terminal di Gioia Tauro per essere trasbordate successivamente sulla nave americana Cape Ray". Lo afferma in una nota il segretario regionale del Sindacato dei lavoratori portuali (Sul) della Calabria, Carmelo Cozza. "Quello che ci preoccupa - aggiunge - rispetto a tali notizie è soprattutto il silenzio istituzionale da parte di tutti gli enti preposti. A cominciare dalla Regione Calabria passando per l'Autorità Portuale e la Capitaneria di Porto di Gioia Tauro per finire al gestore del terminal, Medcenter Container Terminal Spa. Nessuna posizione di merito o di distinguo rispetto ad una problematica che se si realizzerà avrà un fortissimo impatto sulla sicurezza dei lavoratori, nell'eventualità di possibili danni a tali contenitori durante la movimentazione, nonché sulla sicurezza del terminal intesa come attività di Security. 1500 contenitori di tale pericolosità da vigilare e monitorare richiederanno misure straordinarie trattandosi di sicurezza internazionale". "Pertanto - conclude Cozza - abbiamo richiesto un urgente incontro di merito alla Capitaneria di Porto, all'Autorità Portuale di Gioia Tauro e contestualmente al terminalista Medcenter Container Terminal Spa al fine di avere le necessarie informazioni sulla vicenda che ha necessità di essere affrontata con tempestività, competenza e risolutezza considerata l'estrema pericolosità delle sostanze trasportate".

    Domani interrogazioni in Palramento. I ministri degli Esteri e delle Infrastrutture, Emma Bonino e Maurizio Lupi, e il direttore generale dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, Ahmet Uzumcu, saranno domani pomeriggio in audizione in Parlamento per spiegare le fasi dello smaltimento delle armi chimiche siriane, in particolare quelle che riguardano l'Italia. Bonino ha infatti spiegato che sarà annunciato alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato (alle 14.15 nella Sala del Mappamondo) il nome del porto italiano che ospiterà le operazioni di trasbordo degli agenti chimici dal cargo danese o norvegese alla nave Usa Cape Ray che poi dovrà distruggerli in mare aperto.

    Pentgono: Cape Ray partirà domani. La Cape Ray, la nave Usa che dovra' distruggere gli agenti più pericolosi dell'arsenale chimico siriano si trova ancora a Portsmouth, in Virginia, e la partenza per il Mediterraneo è prevista "alla fine di questa settimana o all'inizio della prossima". Lo riferisce un comunicato del Pentagono. Per arrivare a destinazione avrà bisogno "di circa due settimane". Dopo il trasbordo in un porto italiano degli agenti chimici da un cargo, ci vorranno "90 giorni" per distruggerli.

    Il giallo finirà domani. Il nome del porto italiano che dovrà ospitare le operazioni di trasbordo di armi chimiche siriane dal cargo danese o norvegese all'americana Cape Ray sarà annunciato in Parlamento, durante l'audizione alle Commissioni Esteri e Difesa del ministro degli Esteri Emma Bonino, delle Infrastrutture Maurizio Lupi e del direttore generale dell'Opac, Ahmet Uzumcu, venuto a spiegare le fasi dello smaltimento dell'arsenale chimico di Bashar al Assad. Finirà il giallo e si placheranno le speculazioni, che da settimane accreditano questo o quel porto in diverse regioni d'Italia, alimentando le preoccupazioni per gli eventuali rischi ambientali e per la salute. Nei giorni scorsi sono infatti state citate - ma mai in modo ufficiale - Brindisi, Gioia Tauro, Augusta e due località sarde, Cagliari e l'isola di Santo Stefano, ex base americana nell'arcipelago della Maddalena. Le amministrazioni locali - il capoluogo sardo in primis - hanno quindi alzato la voce con il governo per impedire che la Sardegna diventi "la pattumiera d'Italia". Secondo il presidente del Partito Sardo d'Azione, Giacomo Sanna, la scelta sarebbe caduta proprio su Cagliari. Lo stesso Sanna aveva denunciato nei giorni scorsi un passaggio di armi da Santo Stefano a Palau a bordo di traghetti Saremar, paventando il pericolo di "un eventuale stoccaggio delle armi chimiche proveniente dalla Siria nell'isola di Santo Stefano". Il governatore Ugo Cappellacci ha quindi disposto che la compagnia sarda di navigazione "non presti alcuna collaborazione a operazioni che possano essere connesse o anche solo indirettamente riconducibili all'operazione" e definito "scellerata" la possibilità che i gas di Assad finiscano in Sardegna, "diffidando il governo dall'assumere iniziative contrarie alla nostra volontà". Protestano oggi anche i portuali di Gioia Tauro, in Calabria, mentre il comune di Brindisi ha votato nei giorni scorsi un ordine del giorno contro il passaggio di armi chimiche nel porto pugliese. Secondo quanto assicurato da Bonino nelle scorse settimane, il trasbordo di agenti chimici avverrà "da nave a nave", senza toccare il suolo italiano: cioè senza sbarcare nemmeno in banchina e senza che il carico debba essere stoccato in depositi a terra. L'operazione, ha spiegato ancora il ministro degli Esteri, non dovrebbe durare più di "48 ore". Uzumcu arriverà a Roma accompagnato da Gabi Coman-Enescu, esperta Opac per la distruzione degli agenti chimici, che è già stata due volte a bordo della Cape Ray, la nave Usa che - una volta in acque internazionali - distruggerà mediante idrolisi gli agenti chimici più pericolosi arrivati dalla Siria. Il direttore dell'organizzazione premio Nobel per la pace potrà così fornire ai parlamentari italiani ulteriori dettagli sull'intera operazione. Operazione che comunque non avverrà prima della fine di gennaio o primi di febbraio. Il Pentagono ha infatti reso noto che la Cape Ray è ancora in Virginia e che partirà tra la fine di questa settimana o l'inizio della prossima. E che poi ci vorranno due settimane prima che raggiunga il Mediterraneo. Del resto anche il cargo danese Ark Futura (che finora ha stivato solo 27 tonnellate di materiale su 900) e il norvegese Taiko stanno aspettando al largo della Siria che le armi chimiche da imbarcare raggiungano il porto di Latakia. Il ritardo di Damasco nella consegna degli agenti chimici stoccati in 12 depositi diffusi nel Paese è dovuto principalmente ai combattimenti in corso, ma non è chiaro se vi sia anche una tattica negoziale in vista della conferenza di pace Ginevra 2 o se i siriani si aspettino che da Montreux esca - come auspicato dagli Amici della Siria domenica scorsa a Parigi - un cessate il fuoco che apra le strade verso Latakia.

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