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    Stampavano false fideussioni, truffa da 3 mln, 5 arresti a Palmi

     

    Stampavano false fideussioni, truffa da 3 mln, 5 arresti a Palmi

    15 gen 14 Stampavano false polizze fideiussorie che venivano poi usate da società ed imprenditori ignari a garanzia del pagamento di beni mobili, servizi e finanziamenti. Con questo meccanismo, cinque persone, arrestate stamani dalla polizia, avrebbero ottenuto un provento di circa tre milioni di euro. I reati sono stati commessi ai danni di società operanti in vari settori. L'operazione che ha portato agli arresti viene condotta dalla sezione di Polizia postale e delle comunicazioni di Crotone, insieme a personale della sezione di Pg del Compartimento Polizia postale della Calabria e del Commissariato di Gioia Tauro. Stanno collaborando, inoltre, i Compartimenti di Polizia postale di Catania, Milano e la sezione di Parma. L'indagine da cui sono scaturiti gli arresti è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, che ha chiesto ed ottenuto dal gip l'emissione delle ordinanze di custodia cautelare.

    A scoprire la truffa sono stati gli investigatori della sezione di Polizia postale e delle comunicazioni di Crotone, insieme a quelli della Squadra di pg del Compartimento regionale della polposta e con l'ausilio dei compartimenti di Polizia postale di Catania, Milano e di Parma.

    Al termine delle indagini, condotte dal pm della Procura di Palmi Gianluca Gelso, il gip ha emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di Luciano Russo, di 47 anni, Vincenzo Catananti (30), Bonaventura Luigi Natali (56) e Pietro D'Agate (44) con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di truffa, falso, esercizio abusivo dell'attività di mediazione creditizia ed intermediazione finanziaria, sostituzione di persona. Ai domiciliari è stata posta Roberta Pezzoli (46) accusata di riciclaggio.

    E' stato anche disposto il sequestro preventivo di alcuni domini nella titolarità e nel possesso degli indagati che venivano utilizzati per la distribuzione delle false polizze fideiussorie e per tenere i contatti con i titolari delle società truffate e dell'ufficio usato da Russo e Catananti per tenere i contatti con i titolari delle aziende, stampare le false polizze fideiussorie ed esercitare l'attività di abusiva intermediazione finanziaria. Le indagini sono cominciate dopo la presentazione di una serie di querele da parte della Banca Popolare del Mezzogiorno e, in seguito, dalla Banca di credito cooperativo Antonello da Messina, nei quali si segnalava l'emissione di false polizze fideiussorie su carta carta intestata dei due istituti bancari. Gli investigatori, al termine di indagini lunghe e complesse, sono risaliti alla base logistica ed organizzativa della banda, situata a Gioia Tauro, dove risiedono alcuni indagati, e dove venivano fabbricate le garanzie false, trasmesse le mail alle ditte truffate ed incassato il provento derivante dal rilascio delle garanzie fideiussorie. Russo e Catananti, tra l'altro, sono indagati nel procedimento denominato Easy insieme a altre 50 persone per reati analoghi di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, falso e bancarotta fraudolenta.

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