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    Consegnati alla DDA gli atti accesso antimafia ad Asp Cosenza

     

    Consegnati alla DDA gli atti accesso antimafia ad Asp Cosenza

    27 feb 14 La Dda di Catanzaro "sta rileggendo i risultati di quel rapporto finale mandato a Roma" dopo l'accesso antimafia all'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, "per capire se ci sono risvolti penali nella vicenda". E' quanto scrive L'Espresso in un servizio che sarà pubblicato domani, e di cui il settimanale ha fornito un'anticipazione, nel quale si afferma che "Cosenza rischia di trasformarsi in una brutta grana per il titolare del Viminale". "I pasticci della sanità calabrese e il futuro dell'Ncd. Il nuovo partito di Angelino Alfano - scrive il settimanale - ha la sua roccaforte in Calabria: lo scorso 8 febbraio a Cosenza per il ministro c'è stato un bagno di folla. Padrone di casa il senatore Antonio 'Tonino' Gentile, coordinatore regionale del partito con ambizioni da sottosegretario. In prima fila si sbraccia Gianfranco Scarpelli, il commissario risanatore della sanità cosentina: una delle fabbriche del consenso in questa terra, che muove quasi un miliardo di euro l'anno. Nove giorni dopo il bagno di folla, i giudici hanno sospeso Scarpelli per due mesi e inferto un colpo micidiale al sistema di potere di Gentile. Al manager sono state contestate consulenze per 900 mila euro distribuite a un avvocato, fedelissimo del senatore, e girate in parte al figlio di Gentile, che è finito sotto inchiesta''. Nell'articolo si afferma che ''i sospetti di malaffare nella sanità cosentina sono ben noti al Viminale'', ricordando che ''nel 2012 ispettori e militari delle Fiamme Gialle hanno passato al setaccio le attività di ospedali e ambulatori cosentini per verificare le ingerenze delle cosche nel settore. Nel loro rapporto finale già emergevano gli incarichi affidati senza gara pubblica. In tre anni l'Asp di Cosenza ha speso più di 4 milioni e mezzo in consulenze esterne. Nella relazione inviata al Prefetto di Cosenza venivano segnalate inoltre anomalie in alcuni appalti e soprattutto la presenza di personaggi vicini, e in certi casi organici, ai clan nei presidi sanitari di Paola e Cetraro''. Ricordando la conclusione della pratica, L'Espresso scrive: ''ma nel dossier conclusivo spedito a Roma dalla prefettura non veniva esplicitamente richiesto il commissariamento dell'azienda sanitaria, pur sottolineando una serie di ombre inquietanti sulle infiltrazioni criminali. La pratica è arrivata sul tavolo del ministro Alfano sei mesi fa ed è stata archiviata il 13 novembre, salvando così l'azienda sanitaria nel regno di Gentile così è salva. Due giorni dopo, Angelino Alfano annuncia la nascita dell'Ncd: il senatore cosentino viene nominato coordinatore regionale. Ma ora la procura distrettuale antimafia sta rileggendo i risultati di quel rapporto finale"

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