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    Fondazione Campanella: esodate unità non oncologiche

     

     

    Fondazione Campanella: esodate unità non oncologiche

    22 feb 14 "La drammatica situazione che sta vivendo la Fondazione Tommaso Campanella non riguarda soltanto il danno che stanno subendo le eccellenti funzioni assistenziali e scientifiche svolte nell'ambito dell'oncologia medica e chirurgica, ma si estende anche alle altrettanto valide attività delle Unità operative non oncologiche afferenti alla Fondazione Campanella e dirette da professori universitari della Scuola di Medicina dell'Università di Catanzaro". E' quanto affermano, in una nota congiunta, Angelo Lavano (direttore Unità Operativa Neurochirurgia), Girolamo Pelaia (ordinario di Pneumologia), Manfredi Greco (direttore Uo Chirurgia Plastica), Eugenia Allegra (direttore Uo Otorinolaringoiatria), Antonino Belfiore (direttore Uo Endocrinologia), Ugo Bottini (direttore Uo Dermatologia), Giuseppe Donato (direttore Uo Anatomia Patologica) e Francesco Costanza (direttore Uo Biochimica Clinica). "Queste Unità operative - prosegue la nota - possono essere considerate al momento 'esodate', in quanto non appartenenti dal punto di vista giuridico ed amministrativo né alla nuova organizzazione della Fondazione Tommaso Campanella né all'Azienda Mater Domini. Il protocollo d'Intesa Università-Regione del 2004 prevedeva l'afferenza di un gruppo di professori universitari della Facoltà di Medicina con le relative U.O. assistenziali al Centro Oncologico 'Fondazione Tommaso Campanella' e di un altro gruppo all'Azienda Mater Domini. Nello stesso protocollo era previsto che i professori universitari che dirigevano le Uo della Fondazione svolgessero la loro attività assistenziale non solo nel campo oncologico ma anche nel campo delle patologie non oncologiche di loro competenza. Con tale organizzazione per diversi anni le attività assistenziali si sono svolte con piena soddisfazione per il personale universitario e per i pazienti ed è stata garantita l'attività didattica e formativa per gli studenti iscritti ai Corsi di Laurea di Medicina e Chirurgia e ai Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie e l'attività formativa professionalizzante per gli iscritti alle Scuole di Specializzazione di area medica e chirurgica. Successivamente la Regione, nel nome di una razionalizzazione della spesa sanitaria prevista dal piano di Rientro, ha di sua iniziativa promulgato una serie di leggi regionali che progressivamente hanno trasformato il centro Oncologico in una Casa di cura privata con un numero limitatissimo di posti letto e di personale ed in cui sono comprese le sole Uo che trattano esclusivamente patologie oncologiche. In tal modo una serie di professori universitari con le loro U.O., in nome della così detta mancanza di specificità oncologica delle loro prestazioni assistenziali, sono state lasciati in una specie di 'limbo', non venendo più riconosciute dalla Fondazione Campanella e non essendo ancora prese in carico dall'Azienda Mater Domini. Le loro attività sono state pesantemente penalizzate da tale nuova situazione ed hanno subito un lento declino in termini di risorse e mezzi". "E' iniziato quindi - riporta ancora la nota - un periodo di confronto, a volta anche aspro, tra il Rettore dell'Università ed il Governatore Scopelliti, nella sua qualità di Commissario 'ad acta' per il Piano di Rientro della Regione per la definizione della incertezza legislativa ed amministrativa in cui si trovavano tali professori nella loro attività assistenziale. Dopo diverso tempo si è arrivati con fatica alla sottoscrizione di due accordi, il primo in data 26 giugno 2013 presso il Comune di Catanzaro e il secondo in data 9 ottobre 2013 nella Prefettura di Catanzaro, che prevedevano nell'ambito della riorganizzazione della Fondazione Tommaso Campanella il passaggio delle U.O. definite non oncologiche (Pneumologia, Neurochirurgia, Chirurgia Plastica, Otorinolaringoiatria, Endocrinologia, Dermatologia, Anatomia Patologica, Biochimica Clinica) nella Azienda Mater Domini di Catanzaro insieme a tutto il personale ad esse afferente. Questo immobilismo avrà notevoli ripercussioni per gli studenti iscritti nei corsi di laurea di Medicina e chirurgia e nei corsi di laurea delle Professioni sanitarie dell'Ateneo di Catanzaro in quanto non potranno svolgere le attività formative previste per legge per le patologie di competenza delle U.O. coinvolte in questa assurda situazione. Mette inoltre a serio rischio le Scuole di Specializzazione della Scuola di Medicina di Catanzaro che formano giovani specialisti, molti dei quali calabresi. Tali Scuole saranno costrette a chiudere per l'impossibilità di assicurare la formazione dei lori iscritti secondo i parametri richiesti dalle norme ministeriali ed europee. In tal modo la Sanità calabrese si troverà tra qualche anno senza più specialisti in grado di subentrare al personale medico che va in pensione. Tutto ciò non ha senso a meno che non lo si voglia vedere nell'ambito di un piano per indebolire, o meglio ancora distruggere la Scuola di Medicina dell'Università 'Magna Grecia'".

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