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    DG Fondazione Campanella "Verso chiusura definitiva"

     

     

    DG Fondazione Campanella "Verso chiusura definitiva"

    20 feb 14 "In assenza di atti concreti la fondazione verrà liquidata al massimo entro 20 giorni". A dirlo è stato il direttore generale della Fondazione Campanella Antonio Minniti nel corso della conferenza stampa indetta dai primari della struttura, aggiungendo che "allo stato attuale dei fatti, la Fondazione non può continuare le sue prestazioni''. ''Sono trascorsi mesi - ha aggiunto - dall'incontro avuto in Prefettura con i soci fondatori e le parti interessate. Da allora non si è saputo nulla. Della società in house nessuna traccia. Gli unici a mantenere l'impegno assunto siamo stati noi della fondazione". "Una realtà - ha detto il direttore sanitario Ubaldo Prati - che costringerà la fondazione entro 10 giorni a ridurre le prestazioni e poi, nonostante l'altissimo livello qualitativo, dovrò dire ai pazienti di andare da un'altra parte". Duecentocinquanta dipendenti ai quali - ha proseguito - devo delle risposte. A loro ed ai pazienti. Ci sono molte possibilità che potrebbero garantire il mantenimento in servizio di tutto il personale, dando altri incarichi alla fondazione". Un problema che non riguarda solo i pazienti già in cura. "I pazienti in lista di attesa - prosegue il direttore - dovranno ricominciare l'iter. E' un disastro, è un dramma per il malato oncologico. Il paziente che ha un tumore, se deve riprendere nuovamente l'iter, si trova davanti ad una tragedia. Immaginate che disastro sarebbe per i nostri pazienti, che poi alla fine sono gli unici a cui dobbiamo pensare. Il mio dramma come direttore sanitario è quello di dare una spiegazione al paziente. Non posso dire solo 'vai via'. Devo dirgli che chiudiamo e specificare perché chiudiamo. Di chi sono le responsabilità? Della politica? Dei poteri forti? Se chiude questa struttura la Calabria non ha futuro". Di questa realtà i professori Pierfrancesco Tassone e Pierosandro Tagliaferri hanno voluto informare, con una lettera aperta, il prefetto di Catanzaro Raffaele Cannizzaro e le parti coinvolte. "Nella lettera - ha spiegato Tassone - sottolineiamo le criticità dovute alla discontinuità assistenziale. Da ottobre le attività si sono incrementate, ma le promesse sono rimaste chiacchiere. La Fondazione ha risolto la piaga dell'emigrazione sanitaria. Ci sono pazienti che provengono da tutta la Calabria, ma anche da fuori". La Campanella, infatti, è anche un centro di sperimentazione oncologica, "siamo parte - hanno aggiunto i primari - di un network molto ristretto per fare sperimentazione. Una paziente siciliana dovrebbe iniziare a far parte di uno studio clinico per il quale, se chiudiamo, non c'è alternativa. I farmaci sperimentali non sono in commercio, quindi per questi pazienti non c'è speranza. Questo significherebbe un crollo di immagine dell'ateneo e della regione. Oltre alle ricadute giuridiche che potrebbero esserci, in capo a chi è ancora da comprendere". "Siamo dell'avviso - hanno proseguito - che tutto questo sia orchestrato per colpire l'intera facoltà di Medicina, quindi chiediamo al presidente Scopelliti, intanto di mantenere gli impegni presi e poi di rivedere alcune decisioni che penalizzano la fondazione". All'incontro con la stampa hanno partecipato anche alcuni pazienti. "E' arrivata l'ora - hanno detto - di iniziare a tutelare i pazienti e di pensare meno alla politica. Come si tutelano le altre situazioni che pensino anche a noi. Vorremmo chiedere a Scopelliti, lui da presidente così giovane, cosa farebbe se si trovasse nella nostra condizione sua moglie? Come si sentirebbe se da un giorno all'altro gli dicessero 'qui non c'è più posto'? La verità, è che rispetto a 20 anni fa, il tasso di tumori si è incrementato, quindi altro che chiusura della Campanella, qui dovrebbero aprirne altre in tutto il territorio. Dove andiamo? Ce lo dicessero chiaramente. A chi non ha la possibilità di migrare, che vogliono che ci trasferiamo già da vivi al cimitero". "Qui - ha concluso la caposala Vincenza Aversa - non si tratta solo del trasferimento ma anche del rapporto che ormai il personale ha instaurato con il paziente, che è fondamentale".

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