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    Giro di fatture false scoperto da Gdf a Gioia, 6 arresti, sequestrati beni per 2 mln

     

     

    Giro di fatture false scoperto da Gdf a Gioia, 6 arresti, sequestrati beni per 2 mln

    19 feb 14 Due persone sono finite in carcer, altre quattro ai domiciliari ed altre 7 denunciate nell'ambito dell'operazione 'Corriere' compiuta stamane dalla Guardia di finanza di Gioia Tauro. Sono stati anche sequestrati beni per 2 milioni di euro. Nelle indagini, coordinate dalla Procura di Palmi, è emerso che gli indagati, attraverso un vorticoso giro di fatture false per milioni di euro, hanno indebitamente ottenuto i finanziamenti pubblici per la realizzazione di un sito industriale realizzato vicino al porto di Gioia Tauro. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palmi, Fulvio Accurso, che ha accolto la richiesta del procuratore Giuseppe Creazzo e del sostituto Enzo Bucarelli. Alle sei persone arrestate vengono contestati i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, bancarotta fraudolenta, frode fiscale continuata e riciclaggio di proventi da attività illecita. In carcere sono finiti Michele Caccamo, di 55 anni, e Domenico Pepè (59). Sono stati posti ai domiciliari Anna Maria Guzzi, di 51; Ferdinando e Salvatore Pepè, di 30 e 31, e Rocco Castagna, di 47.

    Fondi avuti con falsi documenti. False fatture ed autocertificazioni sono state utilizzare dalla società 'Il corriere Group srl' per gonfiare a dismisura le spese del programma d'investimenti finanziato dalla legge 488/92. E' quanto è emerso dalle indagini della Guardia di finanza di Gioia Tauro, che stamane ha arrestato sei persone e denunciato altre sette. L'inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, riguarda la realizzazione di uno stabilimento industriale nei pressi del porto di Gioia Tauro. Gli investigatori sostengono che il socio occulto della predetta era Domenico Pepè, ritenuto vicino alla cosca della 'ndrangheta dei Piromalli-Pesce e coinvolto negli anni scorsi nel tentativo di estorsione ai danni della Medcenter con la richiesta di 1,5 dollari a container movimentato nel porto di Gioia Tauro. Nel corso delle indagini sulla truffa i finanzieri hanno accertato che attraverso documenti bancari attestante i falsi pagamenti delle spese, il rilascio di false autocertificazioni per la regolarità della documentazione e gli stati di avanzamento dei lavori, è stato tratto in inganno il Ministero dello Sviluppo Economico riuscendo a percepire indebitamente contributi per 1 milione e 200 mila euro. L'erogazione dell'ultima quota a saldo è stata bloccata grazie all'intervento della Guardia di Finanza di Gioia Tauro che ha attivato le procedure per il recupero dei finanziamenti ritenuti indebitamente percepiti dalla società. La società il Corriere Group si è avvalsa anche di una serie di imprese di comodo per creare ulteriori passività inesistenti, servite per incrementare fraudolentemente i costi d'esercizio e l'Iva a credito, che veniva poi utilizzata per il pagamento, attraverso il meccanismo della compensazione, di debiti erariali diversi. Il vorticoso giro di fatture per operazioni inesistenti individuate, è stato quantificato in 4 milioni e 100 mila euro ed Iva per 811 mila euro.

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