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    In 9 anni in Calabria 1400 tra suicidi e tentativi di suicidio

     

     

    In 9 anni in Calabria 1400 tra suicidi e tentativi di suicidio

    18 feb 14 Settecentoundici suicidi e 704 tentativi in 9 anni in Calabria. Oltre 70 i casi per motivi strettamente economici. A togliersi la vita, in un caso su tre, persone tra i 18 ed i 44 anni, fascia d'età fiaccata dalla mancanza di lavoro e da tassi di disoccupazione fino al 40%. Il 4,2% dei tentativi di suicidio tra giovanissimi fino al 17esimo anno di età. Crollano i fatturati delle imprese e peggiora la situazione occupazionale. E' quanto emerge dallo studio dell'istituto Demoskopika "Suicidi e tentativi di suicidio in Calabria al tempo della crisi", che ha analizzato l'interdipendenza tra la crisi economica-occupazionale ed il fenomeno suicidiario dal 2005 al 2013. A rendere più allarmante il quadro calabrese e il rapporto diretto tra il fenomeno suicidiario e la crisi economica ed occupazionale, scrive Demoskopika, è il numero dei "gesti disperati" per motivi strettamente economici: ben 71 casi registrati dal 2005 al 2013 tra suicidi consumati (32 episodi) e tentativi di suicidio (39 episodi). "La crisi economica - ha sostenuto l'economista Raffaele Rio, autore dello studio - forse non sarà la causa di numerosi suicidi e tentativi di suicidio ma, senza alcun dubbio, può rappresentare un elemento scatenante. La perdita della sicurezza economica e del lavoro, il sovraindebitamento, il pagamento delle tasse e delle cartelle esattoriali possono fare 'traboccare il vaso' e spingere il malessere dell'imprenditore, del disoccupato e, in generale, del cittadino vessato a compiere gesti eclatanti. E il contesto economico ed occupazionale di riferimento certamente non giova. Nell'ultimo triennio circa mille aziende calabresi sono fallite per colpa della crisi. Inoltre, la disoccupazione non conosce tregua. Si viaggia ad un ritmo di circa 30 mila disoccupati in più all'anno con un tasso di disoccupazione giovanile da record nazionale, pari al 53,5%. In questo quadro sconfortante aumenta la strage silenziosa di chi, trovandosi in un via senza ritorno, si toglie la vita pensando di alleviare i drammatici problemi per sé e per la propria famiglia". I suicidi in Calabria nel periodo preso in esame, secondo l'istituto Demoskopika che ha analizzato il fenomeno dal 2005 al 2013 elaborando i dati Istat fino al 2010 e stimando il triennio 2011-2013, registrano un aumento del 59,1% rispetto al 2005. Nel 2013, secondo le stime dell'istituto, si è registrato il picco massimo degli episodi con 97 casi. Minori i suicidi negli anni precedenti: 92 casi nel 2012, 88 nel 2011, 91 nel 2010, 68 nel 2009, 79 nel 2008, 64 nel 2007, 71 nel 2006 e 61 nel 2005. Tra le fasce d'età più colpite quella dai 18 ai 24 anni, probabilmente la più condizionata dalla mancanza di posti di lavoro e dal peggioramento complessivo della situazione occupazionale: 227 suicidi dal 2005 al 2013, 31,9% del totale degli episodi rilevati e stimati da Demoskopika. Più che rilevante l'andamento dei suicidi nella fascia compresa tra i 45 e i 64 anni (29,8%) e tra gli over 65 (38,3%). A rendere più allarmante il quadro calabrese e il rapporto diretto tra il fenomeno suicidiario e la crisi economica ed occupazionale, il numero dei "gesti disperati" per motivi strettamente economici: ben 71 casi registrati dal 2005 al 2013 tra suicidi consumati (32 episodi) e tentativi di suicidio (39 episodi). Nei 9 anni presi in esame, i tentati suicidi sono stati 704, circa 7 al mese, con un calo del 16,4% rispetto al 2005. Di questi circa 39 per motivi definiti strettamente economici. Il valore più alto si è registrato nel 2007, con ben casi ed un incremento del 90,4% rispetto al 2005. Nel 2013 i tentativi di suicidio sono stati 61 mentre nel biennio 2011-2012 si sono verificati circa 136 casi rispettivamente 66 nel 2012, 70 nel 2011, 69 nel 2008 e 94 nel 2006. Nello stesso periodo, secondo l'analisi Demoskopika, le imprese in crisi sono aumentate del 47,6% rispetto al 2005. Un trend misurabile soprattutto con il crollo dei fatturati aziendali che ha segnato una costante perdita di mercato delle imprese calabresi alimentando una crescente mortalità del tessuto imprenditoriale e produttivo. Dall'analisi del fatturato, misurato da Demoskopika come differenza tra le percentuali di risposte positive degli imprenditori che segnalano un aumento dell'indicatore in esame e quelle che ne indicano una diminuzione, emerge una situazione che non lascia spazio a dubbi circa il peggioramento della situazione economica: il fatturato è sceso del 47,6%, passando dal 29,3% del 2005 addirittura al 76,9% del 2013, dato più alto registrato nei nove anni osservati. Un ulteriore indicatore, che direttamente ed indirettamente alimenta un clima che può portare a 'gesti disperati', è dato dal peggioramento della situazione occupazionale. In questa direzione, in Calabria si è registrato un aumento di 5,6 punti percentuali del tasso di disoccupazione passando dal 14,4% del 2005 al 20% del 2013.

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