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    A rischio nullità sentenza appello clan Valle

     

     

    A rischio nullità sentenza appello clan Valle

    12 feb 14 Rischia di essere annullata la sentenza della Corte d'Appello di Milano che, lo scorso 19 giugno, ha confermato le 13 condanne, fino a 24 anni di carcere, emesse in primo grado nei confronti della presunta cosca della 'ndrangheta dei Valle-Lampada. La Cassazione, infatti, ha annullato ''senza rinvio'' l'ordinanza con cui un'altra sezione della Corte d'Appello milanese aveva bocciato la richiesta di ricusazione del presidente del collegio, Luigi Martino, che ha emesso il verdetto nei confronti dei presunti affiliati al clan. In sostanza, la Suprema Corte ha accolto il ricorso delle difese - tra cui i legali Oreste Dominioni, Amedeo Rizza, Giuseppe Nardo e Ivano Chiesa - sulla ricusazione del presidente del collegio della quarta sezione della Corte d'Appello, Martino. I difensori, infatti, all'epoca avevano presentato istanza di ricusazione nei confronti del giudice Martino, evidenziando che il magistrato aveva già giudicato in passato Francesco Valle e suo figlio Fortunato (due dei 13 imputati) in un processo per associazione a delinquere finalizzata all'usura. La quinta sezione della Corte d'Appello milanese, competente sulle richieste di ricusazione, aveva respinto l'istanza e i legali hanno fatto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha annullato ''senza rinvio'' l'ordinanza della Corte d'Appello e ha disposto la trasmissione degli atti nuovamente alla Corte d'Appello. Non sono ancora note le motivazioni del provvedimento ma, secondo i legali, ''dato che si tratta di un annullamento senza rinvio, crediamo che i giudici ci abbiano dato ragione nel merito della ricusazione''. A questo punto, sempre secondo le difese, la Corte d'Appello di Milano ''non potrà che dichiarare la nullità della sentenza di secondo grado''. Nel frattempo, il processo alla presunta cosca dei Valle è arrivato in Cassazione. L'udienza è fissata per lunedì prossimo, 17 febbraio, e le difese chiederanno un rinvio per attendere le motivazioni sulla ricusazione. Se la ricusazione sarà stata accolta nel merito, la Suprema Corte probabilmente rimanderà gli atti in Corte d'Appello perché si celebri un nuovo processo di secondo grado.

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