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    Processo Meta: Pm chiede riformulazione capo imputazione boss

     

     

    Processo Meta: Pm chiede riformulazione capo imputazione boss

    10 feb 14 Il pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo ha chiesto al Tribunale di Reggio, nel processo "Meta", a carico delle cosche della 'ndrangheta della città, la riformulazione del capo di imputazione nei confronti dei boss, parlando di una 'ndrangheta ''visibile'' ed una ''invisibile''. Sostanzialmente l'accusa di associazione mafiosa non muta, ma cambia il quadro criminale oggetto di ulteriori indagini. Lombardo ha definito Giuseppe De Stefano, Pasquale Condello, Giovanni Tegano e Pasquale Libri, una sorta di "direttorio" che ha in mano gli equilibri criminali a Reggio. Il gruppo si sarebbe insediato ai vertici della 'ndrangheta reggina a seguito della ''pace'' dopo la seconda sanguinosa guerra di 'ndrangheta, scatenata dall'omicidio di Paolo De Stefano il 10 ottobre del 1985, che provocò in sette anni circa settecento morti ammazzati. Il pm ha voluto tracciare una linea di demarcazione nel complesso ''sistema criminale'', tra la cosiddetta 'ndrangheta ''visibile'' e quella ''invisibile''. Secondo le valutazioni di Lombardo, le dichiarazioni dei pentiti portano alla conclusione che la 'ndrangheta condiziona ogni settore della vita cittadina, dalle istituzioni, all'economia. Una ristrutturazione criminale - per il pm - al cui vertice vi sarebbe Giuseppe De Stefano, figlio del defunto ''don Paolo''. Una mafia ordinata come ''struttura piramidale visibile'', dietro cui si muoverebbero gli ''invisibili'', coloro i quali prestano la loro faccia, la loro professionalità, per il conseguimento degli ''affari puliti''. Ed è su questo fronte che le rivelazioni dei pentiti potrebbero molto presto far maturare nuovi scenari e responsabilità sul ruolo e la consistenza della ''zona grigia'' nell'interfacciare le istituzioni pubbliche per conto del ''direttorio''. Lombardo non ha solo illustrato le ipotesi di reato tipiche delle associazioni mafiose (estorsioni, minacce, intimidazioni a commercianti e imprenditori), ma ha posto in evidenza come la ndrangheta abbia alzato il tiro, acquisendo "direttamente o per interposta persona la gestione o comunque il controllo di attività economiche avviate con il provento di delitti, attraverso concessioni o autorizzazioni, appalti e servizi pubblici". Inoltre, ha sottolineato come la 'ndrangheta abbia ''impedito o ostacolato'' il libero esercizio del voto per realizzare quelle che ha chiamato ''le condizioni operative necessarie'' per condizionare le decisioni degli organi decisionali. Da qui è possibile individuare ambiti definiti e funzioni distinte tra ''visibili'' ed ''invisibili''

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