Estorceva denaro a imprenditore, manette per il boss Mancuso

06 feb 14 Costretto con le minacce e le intimidazioni a cessare la propria attività nel comprensorio del comune di Limbadi, controllato dalla cosca Mancuso, ed a rinunciare ad alcuni corrispettivi per prestazioni lavorative effettuate allo scopo di evitare ulteriori intimidazioni: è la sorte toccata ad un imprenditore vibonese operante nel settore dell'installazione di impianti elettrici. Per l'estorsione, personale della squadra mobile di Catanzaro, coadiuvato da quello di Vibo Valentia, ha sottoposto a fermo, disposto dalla Dda di Catanzaro, Domenico Mancuso, 35 anni, alias "The red", figlio di Diego (61), elemento di spicco della cosca. L'imprenditore, nel corso del tempo, ha subito numerosi danneggiamenti con l'incendio delle auto usate dall'impresa. Mancuso è accusato di estorsione aggravata dall'avere favorito una cosca di 'ndrangheta. Il provvedimento di fermo si basa sugli esiti delle indagini compiuti dalla squadra mobile dopo le dichiarazioni rese dalla testimone di giustizia Ewelina Pytlarz, ex moglie di Domenico Mancuso, di 40 anni, fratello di Pantaleone (53) detto "Scarpuni" e parente omonimo del fermato.

La squadra mobile di Catanzaro ha arrestato Domenico Mancuso, detto "the red", ritenuto uno degli elementi di spicco dell'omonima cosca di Limbadi (Vibo Valentia). L'uomo, secondo la Dda di Catanzaro che ha coordinato le indagini, avrebbe compiuto una estorsione nei confronti di un imprenditore del vibonese vittima di numerosi danneggiamenti, tra cui l'incendio degli automezzi della ditta. I danni subiti hanno costretto l'imprenditore a non continuare la sua attività.