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    Un "cartello" delle cosche per accaparrarsi lavori, 11 arresti

     

    Un "cartello" delle cosche per accaparrarsi lavori, 11 arresti

    04 feb 14 Avevano creato un vero e proprio "cartello" di imprese che, grazie ai rapporti con elementi di spicco delle cosche più influenti operanti a San Luca, si accaparrava, direttamente o indirettamente, lavori pubblici fatti nella cittadina della Locride. E' quanto è emerso dall'indagine "Italia che lavora" coordinata dalla Dda di Reggio Calabria e conclusa stamani dai carabinieri che eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare, nove in carcere e due ai domiciliari, emesse dal gip di Reggio, nei confronti di altrettante persone, sei delle quali già detenute per altro, tra le quali 3 imprenditori edili. Gli 11 sono indagati, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, illecita concorrenza volta al condizionamento degli appalti pubblici, frode nelle pubbliche forniture e furto di inerti, con l'aggravante delle modalità mafiose. In particolare, dal monitoraggio di nove appalti pubblici banditi dal Comune di San Luca, dalla Provincia di Reggio Calabria e dalla Regione Calabria per opere da eseguirsi a San Luca per un ammontare complessivo di 5,5 milioni di euro, secondo l'accusa è emerso l'accaparramento grazie ad atti di concorrenza sleale volti al controllo o comunque al condizionamento dell'aggiudicazione e della successiva esecuzione dei lavori. Gli indagati, per gli investigatori, grazie alla loro caratura criminale, avevano stretto un accordo collusivo che mirava, attraverso la predisposizione fraudolenta di offerte e/o attraverso rapporti di sub-appalto lecito o illecito dei lavori, all'imposizione esterna della scelta delle ditte destinate ad aggiudicarsi gli appalti o comunque a eseguire, di fatto, i lavori sulla base di una logica spartitoria dettata dagli equilibri mafiosi esistenti nel territorio di San Luca tra il 2005 ed il 2009. L'operazione, condotta dai carabinieri del Gruppo di Locri con il supporto dello squadrone eliportato Cacciatori "Calabria" di Vibo Valentia, trae origine da un'indagine avviata nel 2005 dai carabinieri di San Luca in cui sono poi confluite le risultanze di altre indagini dell'Arma ("Crimine", "Reale", "Saggezza", "Metano a San Luca"), che ha consentito di accertare l'appartenenza alla "locale" di San Luca dei 3 imprenditori edili del luogo. I destinatari dei provvedimenti restrittivi sono Francesco Mammoliti, di 65 anni,già detenuto nel carcere di Lanciano (Chieti); Antonio Cosmo (40); Domenico Cosmo (53); Giuseppe Cosmo (37); Domenico Costanzo (41); Antonio Cosmo (67), sottoposto ai domiciliari; Francesco Cosmo (55), sottoposto ai domiciliari; Antonio Nirta (58), detenuto nel carcere di Vibo Valentia. Mammoliti è indicato come il capo dell'omonima cosca alias "ischiante". Gli altri provvedimenti hanno interessato Domenico Pelle (39), detenuto nel carcere di Vibo Valentia; gli imprenditori, padre e figlio, Francesco e Antonio Stipo (65 e 31), ritenuti contigui alla cosca Romeo alias "Staccu".

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