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    Legautonomie: oltre il 50% dei comuni sciolti sono in Calabria

     

     

    Legautonomie: oltre il 50% dei comuni sciolti sono in Calabria

    03 feb 14 Oltre il 50% dei comuni sciolti nel 2013 per mafia (9 su sedici) sono in Calabria. E' quanto emerge dal report di LegAutonomie Calabria sulle intimidazioni agli amministratori locali presentato oggi a Cosenza alla presenza, tra gli altri, del viceministro dell'Interno, Filippo Bubbico. Lo studio intitolato "La stanchezza dell'antimafia politica", è stato illustrato dal curatore Claudio Cavaliere e dal presidente di LegAutonomie Calabria, Mario Maiolo. Nell'anno appena trascorso i provvedimenti di scioglimento, (secondo dato più alto dopo quello del 2012), hanno riguardato i comuni di Siderno, Melito Porto Salvo, Casignana, Montebello Jonico, San Luca, Ardore e Taurianova, nel reggino, e Cirò (Crotone) e San Calogero (Vibo Valentia). Per Melito e Taurianova, si tratta del terzo scioglimento per mafia mentre per San Luca e Cirò del secondo. Prorogati, nel corso dall'anno appena archiviato, anche i commissariamenti di altri nove comuni. Dal 1991 ad oggi, secondo quanto emerge dallo studio, un comune calabrese su dieci (12,5%) è stato interessato da almeno uno scioglimento per mafia, con punte elevatissime in provincia di Reggio Calabria (32%) e di Vibo Valentia (24%) e più modeste nelle altre province.

    No a sindaci parafulmine. "C'è un'evidente sovraesposizione dei sindaci che non possono diventare, però, il parafulmine della legalità sui territori". Lo ha detto il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico, intervenendo a Cosenza alla presentazione del report 2013 di LegAutonomie Calabria "La stanchezza dell'antimafia politica". "Troppi poteri concentrati nella figura del sindaco - ha aggiunto Bubbico - espongono lo stesso a condizionamenti. Bisogna ridare funzione e ruolo agli organi collegiali per garantire maggiore trasparenza nell'azione amministrativa e maggiore democrazia. Sarebbe necessaria una ulteriore riforma. Lo spoil system in Italia non sempre ha saputo dare risposte anche in termini di competenza dei dirigenti nominati dalla politica". Il viceministro Bubbico ha annunciato che, a breve, dovrebbe essere attivata la Commissione parlamentare sugli atti intimidatori verso gli amministratori locali, prima firmataria della proposta istitutiva la parlamentare calabrese Doris Lo Moro.

    Calate intimidazioni ad amministratori. In Calabria dimunuiscono gli atti intimidatori ai danni degli amministratori locali, 62 gli episodi registrati nel 2013 a fronte dei 106 nel 2012. Il dato è il più basso dal 2002. A darne conto è l'annuale rapporto di Legautonomie, curato da Claudio Cavaliere, presentato oggi a Cosenza, nella sede regionale della Rai, alla presenza del viceministro dell'Interno Filippo Bubbico. Nel 29% dei casi gli atti intimidatori sono rivolti ai sindaci. "I primi cittadini - sottolinea il presidente di Legautonomie Calabria, Mario Maiolo - sono lasciati soli a gestire le situazioni di emergenza, sono spesso l'unico punto di riferimento della popolazione. Basta guardare a quanto è successo nelle scorse settimane a Strongoli dove ignoti hanno dato alle fiamme l'auto del vicensindaco. Nel comune del crotonese la giunta formata per lo più da giovani sta indirizzando la sua azione di governo alla trasprenza e alla legalità". "Diventa difficile agire però - ha aggiunto Maiolo - se la principale arteria di collegamento è interrotta da mesi e il comune non può intervenire a causa della mancanza di fondi. Lo Stato dovrebbe far sentire maggiormente la sua presenza iniziando da piccoli interventi". Sindaci soli e spesso vulnerabili. L'altro aspetto che emerge dal rapporto di Legautonomie è che la Calabria resta ai vertici della classifica italiana per numero di comuni sciolti a causa di infiltrazioni mafiose: 9 nel 2013 e 27 negli ultimi 4 anni. "La soluzione - ha sottolineato Maiolo - a questo fenomeno non è ancora stata trovata nonostante gli interventi normativi che hanno reso più stringenti le sanzioni per i sindaci collusi".

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