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    Tar del Lazio dispone riapertura ufficio postale San Pietro in Guarano

     

     

    Tar Lazio dispone riapertura ufficio postale San Pietro in Guarano

    01 feb 14 Il Tar del Lazio ha disposto la riapertura dell'ufficio postale di Redipiano a San Pietro in Guarano. La vicenda nasce con il ricorso presentato dal Comune di San Pietro in Guarano al Tar della Calabria contro la chiusura della filiale di contrada Redipiano. Il Tar aveva accolto la richiesta cautelare monocratica e aveva disposto l'immediata riapertura dell'ufficio ma per il merito, il tribunale amministrativo catanzarese aveva rinviato il contenzioso al Tar Lazio, che è il giudice competente sui ricorsi contro provvedimenti che hanno efficacia ultraregionale. La chiusura dell'ufficio di San Pietro in Guarano, infatti, rientra nell'ambito del piano di razionalizzazione con il quale Poste Italiane ha chiuso 1.096 uffici postali in tutta Italia, di cui 89 solo Calabria. Con la sentenza 1117 del 29 gennaio scorso la terza sezione del Tar del Lazio ha accolto il ricorso, aderendo alla tesi difensiva proposta dall'avvocato Salvatore Alfano, di Cosenza, che ha dimostrato l'illegittimità della normativa ministeriale di riferimento per contrasto con il diritto comunitario, e in particolare con la direttiva 6/2008, recepita nel diritto interno con il decreto legislativo 58/11. ''A livello europeo, infatti - spiega il legale - si è pacificamente riconosciuto che le reti postali, anche in zone rurali e scarsamente popolate soddisfano interessi pubblici rilevantissimi, consentendo l'integrazione degli operatori economici con l'economia globale, ponendosi come fondamentale baluardo della coesione sociale, per cui la loro presenza è più necessaria laddove, proprio per la scarsità degli abitanti, mancano altre reti infrastrutturali. Tali principi erano, nei fatti, sinora assolutamente pretermessi nel nostro sistema nazionale, che attraverso il decreto ministeriale del 7 ottobre 2008, legava la presenza dei punti di accesso alla rete alla percentuale dei residenti, consentendo, quindi, la chiusura delle filiali poste in aree poco popolose, magari non remunerative sul piano economico, ma indispensabili sotto il profilo sociale''. Naturalmente, è scritto in una nota, Poste Italiane faranno ricorso al Consiglio di Stato, ma ora il precedente giuridico esiste. E su tale principio di "utilità sociale", dunque di diritto, che anche gli altri Comuni italiani che hanno visto chiudere i propri uffici postali potranno fare ricorso.

    "Abbiamo vinto una battaglia di civiltà. In questa sentenza del Tar del Lazio, che in pratica smonta il piano di ridimensionamento dei punti di accesso della rete postale, si stabilisce una regola essenziale che da tempo noi amministratori locali ripetiamo: i servizi pubblici non possono e non devono essere soggetti a profitti". Lo afferma, in una nota, il sindaco di San Pietro in Guarano Francesco Acri. "Per noi - prosegue - era una scelta scellerata e per questo abbiamo da subito investito tutti gli interlocutori istituzionali e politici, a più livelli. Una battaglia che è proseguita legalmente e che ci ha dato ragione. In qualità di rappresentante di una Comunità posta alla periferia del Meridione, che ha visto negli anni chiudere la ferrovia, gli edifici scolastici, le autolinee, le attività di forestazione e controllo del dissesto idrogeologico, con conseguente depauperamento di altre attività economiche, mi sono sentito in dovere di difendere la mia comunità. Una Comunità, come tante, che logiche assurde e disumane vorrebbero cancellare dalla geografia nazionale in nome dell'efficienza e del profitto. Non tutto ha un prezzo e i prezzi che si pagano non sono uguali per tutti". Per il sindaco Acri l'unica amarezza è "aver combattuto una battaglia in totale solitudine, senza il sostegno di alcun soggetto istituzionale e nell'indifferenza delle forze politiche".

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